10 Novembre 2009, 07.00
Gavardo
Urbanistica

“Lontano dagli occhi, lontano dal cuore”

di Davide Mancini

Niente più panchine nella Piazza del Municipio di Gavardo. Un segno dei tempi: in luogo di uno spazio da sempre dedicato all'incontro, le auto ed il solo passaggio frettoloso degli esseri umani.

 
Fino a poche decine di anni fa la piazza era usata ancora come luogo di incontro, di scambio mercantile e culturale.
La diffusione della tecnologia, come la televisione ed internet, e il mutamento sociale, hanno svalutato questo ruolo, e questo fenomeno non coinvolge, ovviamente, solo Gavardo, ma la società italiana nella sua totalità.
 
Purtroppo la piazza in Italia (e il suo ruolo comunicativo) ha perso questa funzionalità di luogo di confronto politico-culturale, di svago e di mercato.
Questo è ben visibile osservando come sia stata trasformata in qualcosa di più pratico, adattandosi ai ritmi di una società che non può permettersi di lasciare l'auto fuori dal centro, e per questo la piazza diventa un parcheggio, per permettere di arrivare il più centralmente possibile al paese.
 
Ma cosa ne pensano i cittadini riguardo alla decisione comunale di rimuovere le panchine poste in piazza del Municipio?
Alcuni commenti di passanti sono stati sufficienti per capire il movente di questa decisione presa dalla giunta (Pdl-Lega): evitare che gli immigrati facciano uso della piazza come ne abbiamo fatto noi in tempi passati.
O meglio: lasciarla come mero luogo di passaggio.
 
Si tratta certo di culture diverse, ma è evidente che il ruolo della piazza è ancora, sia per i cittadini dell'est europeo che nord africani, un luogo importante nella quotidianità.
Ma se i gavardesi, come buona parte degli italiani, non danno più questa importanza alla piazza, per quale motivo privare, a chi ancora vede in questa una sua importanza, di farne buon uso?
La risposta sembra essere solo un'operazione di mascheramento di un fenomeno che dovrebbe essere affrontato invece che allontanato dalla vista.
 
“Lontano dagli occhi, lontano dal cuore†sembra chiamarsi questa manovra socio-politica.
Peccato che il problema si è solo spostato da un spazio visibile a tutti all'interno delle abitazioni.
Senza considerare il malcontento che si crea grazie a questa forzata “eliminazione†di un ambiente come la piazza.
Almeno per quanti lo ritengono ancora culturalmente e socialmente importante, siano essi italiani oppure no.


Commenti:
ID1072 - 10/11/2009 19:44:00 - (peneleo) - Il decoro non è decisione socio-politica!

Ed infatti ecco il titolo di un giornale non certo leghista: Padova, sindaco ds come i leghisti: via le panchine. Repubblica del 27 giugno 2007 pagina 31 sezione: POLITICA INTERNA. Il perbenista Mancini fa tanta filosofia urbanistica, ma prima dovrebbe mettere il suo nasino nel piscio (e altro di solido) che si continua a pulire tutti i giorni nel centro storico di Gavardo. Altro che luogo di confronto politico-culturale! Scriva di cose che conosce, è meglio!

ID1073 - 10/11/2009 20:35:41 - (assenzio) - E allora?

Ci spiega il caro peneleo cosa c'entra il mettere e togliere le panchine col piscio e col resto di solido? Forse che chi si siede urina e defeca di più? Davvero lui pensa che questi problemi (che nessuno nega ci siano) possano essere risolti con il non dialogo, col rifiuto di ogni occasione per comunicare ed interagire?

ID1074 - 10/11/2009 21:04:00 - (davide) - (sandino)

beh, infatti è risaputo che il club dei defecatori si ritrova sulle panchine di fronte alla polizia e al municipio. ed è risaputo pure che togliendo le panchine si eliminano i cattivi odori. però nel frattempo, io, dove mi siedo?

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