Gli alpini ricordano Nikolajewka

Le Penne nere non dimenticano l’immane tragedia della Campagna di Russia e come ogni anno, a gennaio celebrano con tutti gli onori l’anniversario della battaglia di Nikolajewka, una vicenda epica e tragica che il 26 gennaio 1943 consentì agli alpini superstiti della battaglia sul Don di sfondare l’ultimo baluardo sovietico e fare ritorno in Patria.

La cerimonia commemorativa si terrà questo sabato, 23 gennaio, in città: è organizzata ogni anno in forma solenne dalla sezione Ana di Brescia e richiama le penne nere da ogni parte d’Italia.

La giornata vedrà il coinvolgimento dei ragazzi delle scuole, dove alcuni reduci, i pochi ormai rimasti, in mattinata, racconteranno agli alunni di alcune scuole della città la loro avventura di soldati nella steppa russa. Nel pomeriggio, alle 14, la cerimonia commemorativa dinnanzi alla scuola “Nikolajewka” di Mompiano, alle 15.30 la consegna del riconoscimento del “Grosso d’Oro” agli alpini di Brescia, alle 17 la messa in duomo e in serata, alle 21, nel teatro Sant’Afra, lo spettacolo teatrale “Voci dal fronte”, dedicato alla figura di don Gnocchi, cappellano militare della divisione alpina “Tridentina” in Russia, recentemente beatificato.

La ritirata di Russia è una vicenda che richiama alla memoria gli storici battaglioni alpini con in nomi valsabbini, il “Vestone” e il “Val Chiese”, che insieme al “Verona” e al secondo reggimento Artiglieria da Montagna” costituivano il 6° reggimento alpini, l’unico reparto che dopo i mesi sul fronte del Don era ancora efficiente.

Furono proprio i battaglioni “Vestone” e “Val Chiese”, nei quali erano arruolati tanti alpini valsabbini e bresciani, che si alternarono alla testa della colonna in ritirata, e le penne nere del “Vestone” furono le prime a sferrare l’attacco all’abitato di Nikolajewka, dove si erano asserragliati i soldati dell’Armata Rossa per ostruire il passaggio agli italiani. La battaglia iniziò al mattino e si concluse sul far della sera con l’ultimo attacco in forze, al grido del generale Luigi Reverberi, “Tridentina avanti!”, che coinvolse tutti i soldati e gli sbandati che erano in coda alla colonna.

Questo fu l’ultimo dei 14 combattimenti che gli alpini compirono lungo i 200 km di ritirata, iniziata alla sera del 17 gennaio e terminata dopo altrettanti chilometri a piedi alla fine di gennaio.

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