Bione ha l'aliquota più alta della Valsabbia

Se a Villa Carcina la minoranza propone di «ricombinare» le entrate fornite da ici e irpef, a Bione il gioco è già fatto, e ora le opposizioni sparano a zero puntanto al «record» raggiunto dalla giunta. Che ha deciso di portare l’addizionale (irpef) allo 0,8%, il massimo consentito.

Duro l’attacco delle due compagini minoritarie in consiglio: Lega nord e Insieme per Bione. «Ci consola - esordisce ironicamente il gruppo leghista - la felice decisione dei saggi amministratori bionesi, dopo gli aumenti fiscali già decisi dall’attuale governo, di contenere l’imposizione locale accontentandosi di quadruplicare l’aliquota dell’addizionale irpef».
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L’esempio del nostro Comune, che si colloca ai vertici di questa tassazione (a fronte di un’aliquota media nazionale dello 0,45%, il massimo consentito è appunto lo 0,8% ) - proseguono i rappresentanti del Carroccio Severo Pace e Franco Zanotti -, farà certo scuola in valle e non solo.

Soprattutto se paragonato a realtà simili alla nostra, come Odolo, Mura, Agnosine e Treviso Bresciano, che l’addizionale non l’hanno neppure introdotta. O se raffrontato a paesi come Idro e Preseglie che si accontentano di valori minimi.

Ci risulta che in Valsabbia nessuno abbia superato lo 0,5%. Solo Bione, unico in valle e tra i pochi in Italia, è arrivato al record».

«Va da sé - continua l’ironia leghista - che a pagare saranno come al solito i benestanti lavoratori dipendenti, qualli da 1.000 euro di stipendio netto mensile. Ma quali sono le spese così impellenti da giustificare un simile salasso ai contribuenti, se le spese correnti del triennio 2007-2009 sono previste in calo costante? Non c’era ragione alcuna».

Una scelta che la Lega ritiene pure iniqua: «Non si tiene conto dello stipendio percepito in un anno, del numero di familiari che si hanno a carico, non si prevedono fasce di reddito con esenzione, finendo inevitabilmente per pesare di più su chi ha maggior bisogno. Ora faremo volantinaggio tra i cittadini per metterli al corrente di quanto sta avvenendo: sapranno sicuramente apprezzare».

In Comune, col sindaco Giovanni Maria Marchi, giustificano questo 0,8% con la diminuzione dei trasferimenti da parte dello Stato e con l’aumento delle spese correnti: «Ci hanno detto che proveranno per un anno; e poi, se sarà il caso, correggeranno il tiro e abbasseranno l’aliquota».

Nel frattampo, l’aliquota dell’ici resterà invece invariata al 5,5 per mille sulla prima casa e al 7 per mille per il resto. «Peccato che ad aumentare ci penserà già lo Stato - conclude la Lega -, rivedendo in crescita gli estimi catastali».

m.pas.
Da Bresciaoggi

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