06 Febbraio 2010, 07.35
Idro Vobarno Valsabbia
Scuola

Una scuola da adottare

di Ubaldo Vallini

Alla richiesta di aiuto e di attenzione da parte del corpo docente, al Perlasca, si aggiunge una singolare proposta avanzata dal preside.

 
Le posizioni possono essere diverse perché diverso è il ruolo. Ma il grido è unanime nella sostanza: “Adottateci, è l’unico modo perché noi si possa sopravvivere con dignità”.
Un urlo che arriva dalla scuola superiore della Valle Sabbia, alle prese con una riforma ancora non ben definita negli aspetti pedagogici ed organizzativi, ma che fin da subito lo è in quelli finanziari: meno risorse.
Meno ancora di quelle già scarse che hanno caratterizzato i trasferimenti ministeriali degli ultimi anni.
 
Un patto educativo
Se ne lamenta il Collegio dei Docenti al completo, che nei giorni scorsi ha inviato una lettera indirizzandola a tutti i livelli istituzionali, dal ministro Gelmini ai sindaci.
Lo scenario paventato dai “prof” dipinge la scuola alla quale mancano la “benzina “ e i “pezzi di ricambio” per poter andare avanti con un’adeguata progettualità.
Teme gli eventi anche il dirigente del Perlasca, il professor Alfredo Bonomi, che lancia l’idea di un “patto eucativo fra la scuola e il territorio”. Una sorta di collaborazione che, declinata in soldoni, diventa la richiesta di 50 mila euro l’anno.
 
La proposta del preside
“A livello nazionale Confindustria da anni e con autorevoli interventi insiste sul valore educativo della territorialità degli Istituti, specialmente di quelli tecnici, ed ha sollecitato le aree più industrializzate del Paese ad adottare gli Istituri ritenuti più significativi e strategici per lo sviluppo locale – afferma Bonomi -. Fra questi ha citato fra questi proprio il nostro. Ritengo che si sia trattato di un invito a farsi carico delle necessità degli Istituti, non per un senso paternalistico, ma per operare un reale investimento umano. Perché alla fine se gli studenti diventano uomini maturi, equilibrati e con le necessarie competenze, ne deriva un vantaggio per tutta la società, in primo luogo per le stesse aziende”.
 
Monitoraggio continuo
E non si tratterebbe di un semplice sostegno economico: “Perché il raccordo possa essere virtuoso e l’adozione efficace, e anche per togliere ogni dubbio di autoreferenzialità della scuola, sarebbe opportuno accompagnare questo patto educatico con un monitoraggio periodico svolto da un comitato tecnico-scientifico composto da esponenti del mondo economico, degli enti locali e dell’Istituto scolastico interessato” aggiunge il preside, che ricorda l’esperienza positiva che ha visto la comunità montana di Valle Sabbia contribuire dal 2003 al 2009 con più di 150 mila euro.
 
Lo Stato non garantisce gli standard
Una collaborazione che ha permesso al Perlasca di mantenere alti gli standard dell’offerta formativa sia nei corsi diurni per i ragazzi sia in quelli serali per gli adulti.
“E’ un dato di fatto che lo Stato non assicura più i fondi necessari per la dotazione delle attrezzature tecnologiche e scientifiche indispensabili per fare una scuola di qualità e permettere così progettualità innovative – aggiunge Alfredo Bonomi -. Da un’attenta analisi delle necessità abbiamo calcolato che per evitare il declino per noi l’importo necessario si aggira intorno ai 50 mila euro l’anno. Da valsabbino che pensa di conoscere abbastanza bene la valle nelle sue molte sfaccettature, credo che questo sia un traguardo raggiungibile”.
 


Commenti:
ID1405 - 06/02/2010 08:24:12 - (gufetta) -

Spero che sia presa in considerazione seria la proposta di aiuti dal territorio . Ne va del senso pubblico di scuola e del senso educativo e formativo che ritengo più che mai in questo momento da sostenere. E' piuttosto difficile conciliare quando ci si affida a fonti economiche territoriali e programmi ministeriali. Però potrebbe anche essere una nuova strada…. Se i giovani comprendono quale svolta viene proposta forse si possono trovare anche nuove soluzioni. Nella mia esperienza chi da soldi vuole ritorno e questo mal si concilia con la vastità dei programmi di stato. Vedremo.

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