19 Marzo 2007, 00.00
Lavenone
Incendio

Domate le fiamme a Lavenone

di Ubaldo Vallini

Alle 16 e 30 di ieri il fuoco č stato dichiarato spento e c’erano «solo» da concludere le opere di bonifica. In una cinquantina di ore le fiamme hanno fatto in tempo a divorarsi la bellezza di 182 ettari di bosco ceduo.

Alle 16 e 30 di ieri il fuoco è stato dichiarato spento e c’erano “solo” da concludere le opere di bonifica.
Dall’avvistamento del primo pennacchio di fumo erano trascorse una cinquantina di ore e le fiamme hanno fatto in tempo a divorarsi la bellezza di 182 ettari di bosco ceduo, comprese alcune “macchie” di pino mugo e una vasta area che da vent’anni veniva “coltivata” a pino nero e pino silvestre.

Questa è stata la prima stima dei danni secondo Olivo Faccini, comandante della stazione di Idro del Corpo Forestale dello Stato. Suo il compito, fin dal giovedì pomeriggio, di coordinare con la collaborazione dei colleghi di Vestone le forze a disposizione di cielo e di terra. Anche ieri, come il giorno precedente, le operazioni di spegnimento delle fiamme non hanno potuto iniziare prima delle 10, a causa del fumo che ristagnava nella vallata e limitava fortemente la visibilità.

Poi è arrivato il sole e con quello le correnti ascendenti sul fianco della montagna che hanno liberato l’aria. I mezzi aerei hanno così potuto prendere a lavorare a pieno ritmo. Due Canadair e l’Ericsson capace di caricare 10mila litri per volta hanno pescato a lungo a pelo d’acqua sul lago d’Idro. Altri due elicotteri si sono prodigati invece con voli più brevi e più rapidi, utilizzando le due vasche posizionate dagli uomini della comunità montana di Valle Sabbia a otto chilometri da Lavenone in direzione di Presegno.
Lì c’è la località Vaiale e c’è l’agriturismo Piccole Dolomiti che per tre giorni è diventato il quartier generale delle operazioni di spegnimento dell’incendio.

Salendo di quota la valle si apre a ventaglio ed è in quella sorta di anfiteatro che le fiamme hanno ingoiato praticamente tutto. Giovedì è stato ridotto a cenere il Dosso Sambuco, venerdì il fuoco si è esteso a tutta la Valle della Zerna salendo fino a Cima Caldoline, ieri aveva già iniziato ad invadere la Valle di Paio dalla parte della Corna Blacca e la Valle della Spina, in una zona montuosa che si trova praticamente alla stessa distanza dai centri abitati di Lavenone, Anfo, Bagolino e Collio Valtrompia, attraversata dalla provinciale Anfo-Baremone-Maniva che è stata l’unico fronte sul quale hanno potuto operare le “truppe” a piedi, una cinquantina anche ieri gli uomini provenienti dai vari gruppi valsabbini dell’antincendio che si sono dati da fare coordinati dal funzionario della Comunità montana dottor Marco Mozzi.

Le complesse operazioni di spegnimento delle fiamme hanno richiesto di interrompere il flusso di energia sull’elettrodotto gestito dalla Terna che trasporta 130mila volt dal Gaver a Brescia, non 15mila come avevamo scritto ieri.


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