10 Maggio 2010, 12.00
Vestone
Musica

Johnny the Bends

di Nicola “nimi” Cargnoni

C'č un gruppo musicale vestonese propone una musica giovane, tra fresche sonoritŕ e grandi classici del passato. Le prossime date dei concerti.

 
La leggenda racconta che un giorno di qualche anni fa arrivò a Vestone un certo “Johnny” proveniente dal Mississippi. Tale Johnny The Bends fondò un gruppo di cover rock al quale diede il proprio nome. Poi sparì, facendo perdere le sue tracce. E qui inizia la storia conosciuta del gruppo musicale vestonese.
 
La band ha i suoi natali nel 2003, anno in cui si sciolgono i New Special Blend (prima ancora erano Special Blend) e la formazione include le tre chitarre di Max Levrangi, Marco “Foffo” Ruffini, Davide Frascio con l’aggiunta della batteria di Stefano Corsini. Senza la presenza della chitarra-basso, i Johnny the bends  si esibiscono in acustico, con trio di chitarre accompagnate da percussioni e batteria “spazzolata”; per i meno esperti, è giusto spiegare che la batteria spazzolata è una normale batteria suonata però con bacchette “speciali”, chiamate spazzole o pennelli, sull’estremità delle quali non v’è il legno, ma dei ciuffi di ferro o di plastica, delle vere e proprie setole che danno le sembianze di un pennello alla bacchetta.
L’anno seguente avviene il primo cambio, che dà così vita alla seconda formazione. Stefano lascia il posto a Fabio Piadena, e i Johnny the bends portano avanti il progetto di musica suonata unplugged.
 
Fino all’inizio del 2005, quando c’è l’innesto di Dino Balatroni al basso elettrico. Ed è la chiave di volta che trasforma le esibizioni live dei Johnny the bends, i quali abbandonano l’acustico per potersi concentrare sul rock elettrico dei grandi classici e della storia della Musica.
Nelle annate 2006 e 2007 avviene un’altra modifica all’interno della formazione, ovvero l’ingresso di Nicola Liberatore che, con la sua chitarra, sostituisce il vuoto lasciato dall’abbandono di Davide e Foffo. I Johnny the bends acquistano popolarità sul suolo valsabbino, esibendosi in parecchie date dove possono eseguire musica che difficilmente si può trovare nei locali e alle feste, perlomeno in Vallesabbia.
 
Negli anni successivi, si radica il gruppo formato da Nicola, Max e Fabio; l’unico strumento a patire i cambi di formazione è il basso elettrico, che tra il 2008 e il 2010 è abbandonato da Dino e quindi apre la porta a uno sporadico ritorno di Foffo. L’eclettico musicista nozzese, però, subisce il richiamo delle sirene che lo spingono ad affrontare un avventuroso viaggio all’estero, e quindi lo strumento a quattro corde passa a Roberto “Jappo” Castelnuovo che è l’attuale bassista della band.
 
Se la formazione attuale dei Johnny the bends ha subito molte metamorfosi, lo scheletro della scaletta invece segue un filo ben preciso che comprende i grandissimi classici della musica rock internazionale. Il pubblico amante della “buona musica” è ben rappresentato, considerando che sul palco dei “JTB” hanno sfilato le migliori canzoni della storia del rock, con il grunge dei Pearl Jam (con “Black”, “Immortality”, “Not for you”), il progressive della Premiata Forneria Marconi (“Impressioni di settembre”), il rock-blues dei Cream (“White room”) e dei Cheap wine ( “Coming breakdown”), il rock classico dei Beatles (“Day tripper”), dei Rolling Stones (“Jumpin’ Jack Flash”, “Dead flowers”) e di Neil Young (“Rockin’ in the free world”, “Ohio”), il country-rock dei Creedence (“Fortunate son”, “Travelin’ band”), il pop-rock dei REM (“Finest worksong”, “The one I love”); oltre ai successi di Popa Chubby, The Eagles, Led Zeppelin, Clash e Eric Clapton.
 
Con un occhio di riguardo anche al cantautorato italiano di Fabrizio De André e Massimo Bubola (“Andrea”, “Quello che non ho”) e al rock alternativo degli Afterhours.
E proprio a proposito di musica alternativa, oggi nella scaletta dei Johnny the bends ci sono anche alcuni omaggi ai valsabbini “Bambini dell’asilo”, una band di spiccato valore artistico, che si era formata qualche anno fa, negli anni in cui avevano cominciato ad avere successo i già citati Aftherhours e i Marlene Kuntz, formazioni italiane che si auto-producevano grazie a un consorzio di etichette indipendenti (da cui la famosa definizione di indie-rock).
 
La parola a Max: “Sono l’unico elemento del nucleo iniziale dei JTB, ma ho l’orgoglio di poter affermare che oggi siamo una band affiatata e ben rodata. – continua il leader del gruppo - Il nostro punto di forza sta nel repertorio, che comprende musica e canzoni alle quali noi siamo affezionati, ma soprattutto portiamo in giro un genere musicale che si distingue, in questi anni di strapotere delle cover-band che si esibiscono presentando musica commerciale e tributi a blasoni come Vasco e Ligabue”.
Idee chiare, passione e convinzione nei propri mezzi, ecco gli ingredienti principali di una band nata per divertire e divertirsi.
Tra maggio e giugno i Johnny the bends si esibiranno a Barghe (venerdì 14 maggio) presso la birreria “Bar ghè”, a Odolo (venerdì 28 maggio) nel contesto “Music for young” e in occasione  della “Festa dello sportivo” a Provaglio ValSabbia (sabato 26 giugno). Per maggiori informazioni, su facebook esiste un gruppo dove si possono trovare foto, contatti e news aggiornate sulle date dei concerti.
 
Nicola “nimi” Cargnoni
 

 



Commenti:
ID2123 - 10/05/2010 13:54:00 - (nic) -

Bravi, bravi

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