Dalla Provincia un piano di controllo

Ancora più dell’airone cinerino o dello svasso, uccelli ittiofagi da tempo presenti lungo i fiumi e nei laghi della nostra provincia, a mettere in allarme i cultori di amo e lenza ci sono i cormorani. Soprattutto da qualche mese a questa parte, infatti, la presenza di questi grandi e voraci uccelli sembra essere aumentata a dismisura.

I pescatori, che non sono solo quelli che pescano, ma anche quanti si danno un gran da fare fra incubatoi, semine e volontariato, hanno più volte lanciato l’allarme auspicando drastiche misure di contenimento della specie.
Una specie protetta: “Ne va del patrimonio ittico dell’intera provincia – ribadiscono le associazioni di pescatori -. Protette lo erano anche le nutrie, poi i piani di abbattimento si sono resi necessari”. Si sa, fra il rischio percepito e quello reale... ci sta di mezzo il mare.

Però, mentre sulle sponde dei laghi e dei fiumi, e nei bar, si favoleggiava di migliaia di cormorani famelici lungo ogni impluvio da prendere a schioppettate, due assessorati provinciali - quello alla Caccia e alla Pesca di Alessandro Sala e quello alla Sicurezza e Polizia provinciale di Guido Bonomelli - hanno affrontato insieme il problema scegliendo metodi decisamente meno approssimativi. Iter che ha permesso di predisporre un “Piano triennale di controllo numerico del cormorano phalacrocorax carbo” che possiede tutti i requisiti indicati a tal proposito dall’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica.

Il piano che è stato approvato nei giorni scorsi e prevede di essere applicato su tre diversi livelli a partire dal prossimo autunno. Se ne occuperà la Polizia provinciale.
Ci sarà la protezione indiretta degli habitat acquatici e dei popolamenti ittici con la posa, ad esempio, di nastri trasversali sui corsi d’acqua per disturbare l’attività dei predatori.
Ci saranno la dissuasione incruenta con lo sparo di petardi e l’utilizzo del fucile laser per rendere insonni le notti dei cormorani.
Ci sarà l’attività di dissuasione cruenta con l’abbattimento selettivo del 10% circa ogni anno dei cormorani censiti, che riguarderà esclusivamente i brevi tratti fluviali dove la presenza dei cormorani è quantitativamente più elevata: lungo l’Oglio fra Edolo e il lago d’Ideo, il Chiese fra Lavenone e Carpenedolo, il Mella da Gardone in giù.

Quanto ai laghi il problema esiste solo per alcune specie quando stazionano in massa lungo i litorali diventando facile preda dei cormorani. Ma quanti sono questi cormorani? L’attento censimento operato dalla Provincia ne ha individuati 294 nell’area del lago d’Iseo, 95 lungo il Mella, 181 fra il lago d’Idro e il Chiese, 580 sul Garda bresciano e 130 sull’Oglio.
In tutto fanno 1.280 cormorani che prelevano sul territorio provinciale fra i 700 e gli 800 quintali di pesce l’anno, considerando che passato l’inverno la maggior parte di loro se ne vanno altrove. Molti meno di quanti ne avvistano i pescatori. L’attività di verifica dei risultati di questo Piano sarà coordinata dagli uffici provinciali che si potranno avvalere anche di personale volontario adeguatamente preparato.

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