05 Agosto 2010, 12.00
Idro Bagolino Anfo Valsabbia
Lettere

L'uomo o il lago?

Il contributo da parte di Davide Bondoni ci pervenuto un mese fa. Per cause non imputabili a volont censorie lo pubblichiamo ora. Che quanto mai attuale.

 
Mail del 7 luglio 2010
Gentile redazione, 
la mia è una risposta al contributo del Vaglia, che mi vede perfettamente d'accordo.
Mi sono limitato ed espandere un po' l'argomento.
Grazie e distinti saluti,
Davide Bondoni


1. Introduzione
Gentile signor Vaglia, ho letto con interesse il suo recente articolo sulla questione del lago.
Mi lasci dire che sono perfettamente d'accordo con lei su tutto quanto. Tuttavia, io credo che sia necessaria un'integrazione.
Il mondo tardo-antico è strutturalmente diverso dalla società in cui noi oggi viviamo.
Giusto ieri la dott.ssa Barbieri ha lanciato l'allarme sulla mancanza di un'univoca interpretazione del reale. In effetti, prima di parlare del lago e di chiarire se si ha a che fare con un ente pubblico o privato, secondo me bisogna pensare all'uomo.
 
A che pro un lago cristallino ed idilliaco se sulle sue coste continua una lotta di tutti contro tutti?
Io preferireri avere uno stagno putrido e la gente in armonia, con un livello della vita qualitativamente più alto.
L'idea che sembra sottostare a molti ragionamenti è che il lago, in qualche modo, ci sia e in maniera indipendentemente da noi. Anni fa, uno stimato artista anfese scrisse un libro intitolato Tre uomini e il lago, come se da una parte ci fosse l'uomo, dall'altra il lago e in mezzo una relazione ad unirli.
 
Il punto è che sebbene io sia disposto ad ammettere che il lago esista anche quando io o lei non l'osserviamo, dubito fortemente che esista in assenza di un soggetto trascendentale.
Non esiste l'uomo ed il lago, ma una totalità gestaltica che fonda gli elementi che in lei occorrono in maniera strutturale. Ogni cosa è entangled con ogni altra cosa.
Per questo motivo, non posso distinguere il problema del lago dal problema dell'uomo come se fossero due problemi diversi.
Ovviamente, per esigenze pratiche ci si comporta come se lo fossero, ma non lo sono.
 
Ecco, allora, che incentrarsi troppo sul lago fa perdere di vista quello che è lo scopo principale. Prima di arrivare al lago, bisogna affrontare delle questioni tanto fondamentali quanto irrisolte.
Bisogna, passare per il travaglio del negativo di hegeliana memoria. Anche il curvo nel Peer Gynt ibseniano consiglia a Peer di fare il giro. Fare il giro, significa, andare ai fondamenti; per un attimo abbandonare la questione im-mediata per ritornarvi in seguito con armi più affilate.
È giusto richiamarsi alle lotte dei contadini nella tardo-antichità, ma la nostra società è strutturalmente diversa da quella in cui occorrevano queste lotte. La nostra società è nata dal rifiuto della qualità, per favorire una vita fatta di prestazioni. Ognuno è chiamato al suo ruolo di funzione e come tale non deve impedire l'avanzamento sociale (?).
Tuttavia, quelle persone che talvolta ostacolano l'ingranaggio di questa immane macchina moderna non sono mele marce in una società peraltro perfetta.
Sono il segnale che i nostri presupposti del vivere insieme non funzionano.

2. Una digressione
Recentemente (o quasi) il matematico geniale Grigorij Perel'man ha rifiutato la Fields Medal e il corrispettivo assegno da un milione di dollari per tornare a vivere in un piccolo appartemento di San Pietroburgo insieme alla madre.
Per molti, questo potrebbe indicare un personaggio bizzarro, ma non credo che sia così.
Perel'man ha vissuto per un periodo negli Stati Uniti dove ha potuto lavorare con dovizia di mezzi. Ma quello che deve aver intuito è che alla nostra società il fatto che sia stato risolto un importante problema topologico (la congettura di Poincaré) non importa gran chè se non come un record raggiunto, la prova di un'eccezionale prestazione, quasi che la scienza fosse sport, agonismo e non poesia, riflessione.
 
Come ho avuto modo di sottolineare altrove, il matematico tedesco Rainer Wüst ha osservato che la matematica insegna a capire cosa è veramente importante e cosa non lo è.
In una dimostrazione, non tutto è sullo stesso piano. Ci sono degli elementi cruciali su cui si basa la dimostrazione ed elementi accessori. In questo modo, la matematica (come la logica) dovrebbe aiutare a pensare meglio. Non di più, meglio.
Quello che ha rifiutato Perel'man non è stato chissà cosa, ma il simbolo di una società agonistica e monodimensionale, in cui, al massimo sarebbe vissuto come un animale da zoo. Nessuno avrebbe capito la sua diversità essenziale.
 
Ecco, al momento, io credo che l'essenziale sia l'uomo. E che da lì si debba partire per disegnare un nuovo paesaggio antropico.
Il lago di cui molti parlano non è mai esistito e mai esisterà; è solo il risultato di un'astrazione effettuata in una totalità pluridimensionale.
Perché insisto su questo?
Perché spesse volte si lotta in maniera anche eroica per cose in-essenziali, trascurando il cuore della faccenda. Così, persone che ad una fermata dell'autobus, vista una donna in attesa, chiedono all'autista di non fermarsi, perché tanto soffre di disturbi psichici, possono poi, la sera, lottare per la tutela degli animali, o magari far attraversare la strada ai rospi.
Non mi sento di dichiarare con Decartes che gli animali non hanno un anima, ma certe cose hanno la precedenza.
 
Facciamo un esempio stupido.
Ad un esame si presenta un candidato al quale viene richiesto di tracciare la dimostrazione del teorema di Gödel. L'alunno si ferma ed insiste sul processo di aritmetizzazione ma trascura di nominare il processo per diagonale di Cantor. Come giudicheremmo l'esaminando? Male. Diremmo che non ha capito niente.
In luogo dell'aritmetizzazione, una qualsiasi altra funzione con certe caratteristiche sarebbe andata bene.
 
Applichiamo questo discorso alla questione lacustre: cosa è essenziale e cosa no, in questa disputa? È essenziale, per esempio, che i livelli siano compresi in un intervallo chiuso (a, b)? Cosa succede se apriamo l'intervallo da una delle due parti? Va ancora bene che i livelli siano a (a, b]?
Ovviamente, questa è una bonaria provocazione.
Il contesto rende poi chiare le vere esigenze. Ma appunto, questo contesto va precisato tenendo conto della struttura olistica della realtà.
Del resto, sia da parte della scienza (QM) che da parte della filosofia pura (continentale) si è da un pezzo dubitato che il soggetto sia così neutrale anche solo nell'atto di conoscere. Figuriamoci, nell'atto di operare.

3 Conclusione
Concludendo, purtroppo oggi i mulini sono scomparsi e con loro tutta una visione esistenziale.
Ai tempi della tardo-antichità esisteva ancora un soggetto ed erano ben chiari i rapporti di potere. Oggi, tutto si è livellato e tanto il grande magnate, quanto il piccolo mandriano condividono lo stesso progetto di castrazione imposto da una società acefala.
La visione illuminista ha realizzato il sogno umano di tutti i tempi: l'uguaglianza di ogni individuo.
Ma, accantonato il significato, in quanto residuo mitologico, tale uguaglianza ha comportato solo un'identità formale ed astratta. In questa situazione, francamente, non capisco cosa possa significare l'espressione 'lago'. È una variabile e, come tale, suscettibile di essere rimpiazzata da una qualsiasi altra incognita.
 
Davide Bondoni

 



Commenti:
ID3328 - 07/08/2010 16:32:00 - (macebs) - Una piccola critica

Se la lettera fosse stata più semplice e meno lunga, forse, avrebbe avuto più lettori. Sul contenuto, ha perfettamente ragione. Anche se è molto più semplice alzare il livello qualitativo del lago (o di qualsiasi altro ambiente) che non quello umano.

ID3333 - 08/08/2010 18:37:54 - (davidebond) - grazie

La ringrazio infinitamente del suo commento. La ringrazio, anzitutto, per avermi risposto e poi per i suggerimenti che mi dà. Purtroppo, certi concetti non sono facili da spiegare in due parole e con semplicità. Sicuramente, non sempre mi riesce di farmi capire al meglio. Quello che posso dire è che se legge, per esempio, Husserl a cui mi sono ispirato non lo troverà certo alla mano; così, come il paradosso del mentitore e del sorite a cui alludo alla fine, che hanno affaticato la mente umana per millenni (e a cui Gödel si ispirò). Ha ragione lei: è più facile occuparsi di cose più quotidiane che non la mente umana. D'altrone, io credo che siamo quasi arrivati ad un punto limite. Nel caso specifico del mio paese, certe volte penso che si voglia suicidare (se non l'ha già fatto). Comunque, grazie ancora.

ID3335 - 09/08/2010 11:55:00 - (macebs) - Dopo la festa

Prendo spunto dalla fotografia di oggi "dopo la festa", e potrei prendere un milione di esempi simili. L'ambiente pare qualitativamente elevato ma l'uomo che l'ha usato, lo è molto, ma molto meno. No?

ID3336 - 09/08/2010 12:57:00 - (davidebond) - 1 a 0 per l'ambiente

Si. Ha ragione. Solo una piccola cosa: il problema è che non possiamo dividere l'uomo dall'ambiente.

ID3339 - 09/08/2010 17:18:00 - (gianpeli) - E' (ogni) uomo in primo piano ? (gianpeli)

Pregevole approfondimento di concetti e significati. Peccato che perda per strada il soggetto più significativo che sembra voler mettere in primo piano : l’uomo. Proprio partendo dalla constatazione che l’uomo, il suo comportamento, il suo modo di relazionarsi con gli altri, non è quasi mai il risultato di un processo logico deduttivo privo di contraddizioni, ma più spesso l’espressione di un caos emotivo che trova il suo motore nell’esigenza dell’esistere e del sopravvivere. La possibilità di non reprimere quest’esigenza vitale è, secondo me, la conquista più significativa dell’affermazione dell’uguaglianza illuministica. Questo vale per l’ ’”umile” che per il “colto” . La società ha perso per strada capacità di analisi più razionali ? senza essere disturbata dal rumore di fondo del non pertinente ? Può darsi ma io non

ID3340 - 09/08/2010 18:13:00 - (davidebond) - davide

Mi scusi, ma non capisco. Forse mi sono espresso male, ma io non intendevo che il soggetto potesse essere l'esito di un processo deduttivo. Come lo potrebbe essere. Al contrario, io mi sono rifatto al concetto husserliano di Fundierung, per cui non esiste un'entità astratta 'uomo' da una parte e l'ambiente dall'altra, ma una relazione, un tutto gestaltico, che fonda i due poli, soggetto ed oggetto. Quindi, un'analisi qualitativa, non quantitativa. E' l'illuminismo (Horkheimer e Adorno) che ci ha condotto a questa estrema ed astratta razionalità irrazionale. Pensi alla scuola di Francoforte, allo slancio vitale bergsoniano, alla fenomenologia e anche alla filosofia nietzsceana; sono tutti tentativi di denunciare la mancanza di qualità. In realtà, io ho scritto esattamente quanto lei mi rimprovera di non aver fatto. Non ne abbia male per questa mia osservazione.

ID3551 - 30/08/2010 20:01:00 - (macebs) - per il sign. Davide Bondoni

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/08/29/il-leghista-al-centro-commerciale/54457/. Leggendo questo articolo con i relativi commenti, l'ho associato al problema con cui ha aperto la discussione "L'uomo o il lago?". Non posso copiarlo perchè troppo lungo. Saluto. C.Massensini

ID3553 - 30/08/2010 22:57:00 - (valdo) - la bottega e' troppo cara

Caro Macebs, L'articolo del leghista che cerca la sua identita' nel megastore proprio non l'ho capito. Che il territorio del nord-est sia devastato come tutto il litorale emiliano-romognolo e i posti piu' belli d'italia distrutti dal cemento e seconde case e' un dato di fatto. Che neanche la lega dimostri quella sensibilita' ambientalista necessaria per la salvaguardia del territorio e' lapalissiano. Ma le tipicita' e i dialetti in questo non c'entrano proprio niente. Piacerebbe anche a me, come credo a molti leghisti, fare la spesa alla bottega, ma costa troppo.

ID3554 - 31/08/2010 06:55:00 - (macebs) - Vero

quello che dice, sign.Valdo, sui prezzi. Ma da Vobarno a Gavardo ci sono 12 fra supermercati e discount. Tutti necessari? Giustificano la cementizzazione sfrenata? Anch'io li uso, ma nessuno della mia famiglia ci passa il sabato pomeriggio. Che tristezza! E non solo ragazzini, ma intere famiglie. Perfino a Pasquetta al posto della tradizionale (parola cara ai leghisti) scampagnata. Parlando dialetto e mangiando la "cassoela" non si preserva nessuna identità, si è solo patetici. Ma per tornare al rapporto uomo-ambiente, quando apro le finestree vedo una distesa di costruzioni senza alcun senso e criterio

ID3555 - 31/08/2010 07:01:00 - (macebs) - continua

senza alberi, che effetto può avere a lungo andare su di noi? Ci si adegua? L'ambiente ridotto in questo stato mi modifica? Non ho risposte, ma ci penso. Soprattutto penso ai bambini costretti a subire un degrado spesso imposto solo per l'avidità di qualcuno. saluto.

ID3559 - 31/08/2010 14:58:00 - (davidebond) - Prima parte

Sinceramente, non intendevo proprio questa dicotomia che voi presentate, ma certamente, il richiamo al proprio dialetto indica la paura di perdere la propria identità, di venir cementificato in una struttura sociale anonima. Il punto è che questi richiami divengono inutili se non incastonati in una visione della realtà più ampia. Il fatto che il leghista passi dall'esaltazione dei suoi miti passati alle lodi del megastore segnala proprio questo. Cioè, che quella del leghista è una pretesa che non va lontano e che talvolta tradisce le proprie origini nella civiltà tardo-borghese. Semplicemente, cavalca l'onda di risentimento di alcuni strati della popolazione; non è espressione autentica dei sentimenti umani. Inoltre, il leghista, per sua vocazione, contrario ad accettare il diverso non può strutturalmente accettare la valorizzazione della natura (in quanto elemento qualitativo e 'altro'). Cementificare il lago e non

ID3560 - 31/08/2010 15:06:00 - (davidebond) - Seconda parte

accettare l'extra-comunitario nella sua alterità radicale sono solo due facce della stessa medaglia. Inoltre, ricordo che qualche tempo fa, qualcuno aveva imposto la sua linea politica nel rifiuto del capitalismo che allora angosciava la popolazione, rifacendosi ad un ritorno a delle presunte tradizioni. In realtà, chi gestiva il potere conosceva bene l'organismo economico, fino ad intuire che il modello liberale era ormai finito. Dietro un'apparente condanna, c'era un uso sapiente (nonostante la sua barbarie) del sistema economico. Hitler intuì quello che in America aveva capito Roosvelt: la necessità dell'intervento statale nel processo economico e la politica del deficit-spending che Keynes avrebbe teorizzato. Nella repubblica di Weimer lo stesso Stresemann non l'aveva capito. Quindi, non mi stupisce la convivenza di 'richiamo alla natura' e lodi del 'piatto progresso'. Per risolvere la questione, bisogna andare alla radice. Non è

ID3561 - 31/08/2010 15:11:00 - (davidebond) - Terza parte

sufficiente condannare un parcheggio che deturpa. Troppo facile! Non si può scegliere sempre la strada più corta. Così, nei vari convegni si condannano gli abusi contro la natura, ma la società nel suo complesso va avanti per la sua strada. Non perchè queste condanne non siano sincere, ma perché non hanno radici sufficienti e una struttura teorica che le permetta di andare oltre alla semplice contestazione. La polemica manca dell'ossigeno necessario per affrontare un'impresa difficile.

ID3565 - 31/08/2010 18:05:00 - (valdo) - Piove, governo ladro.

Non si puo' dire che e' colpa del governo se piove. Come non si puo' dire che a passare il sabato al super mercato siano i leghisti. Il signore che scrive sul " fatto quotidiano" parte in pratica da una tesi sbagliata per dimostrare qualche cosa che forse e' giusto. Ma il suo ragionamento non ha valore.

ID3567 - 31/08/2010 19:19:00 - (davidebond) - Mi dispiace

Ha ragione. Di questo mi scuso. Io non volevo colpire i leghisti, nè fare politica. Ho semplicimente esemplificato. Nei megastores di tutto il mondo passa il tempo la gente di qualsiasi opinione politica. Qui si parlava di leghisti e io ho parlato di loro. Se si fosse parlato di comunisti, avrei detto lo stesso. Non c'entra la politica. Anzitutto, come già detto, non credo nella facile polemica e in certe prese di posizione troppo ovvie che spesso nascondono l'opposto. Prima di poter parlare di politica, bisogna risolvere il problema umano che sta a fondo. E' questa la mia idea fenomenologica-gestaltica. La considerazione della realtà come un tutto su cui si fondano i vari elementi delle relazioni.

ID3569 - 01/09/2010 11:05:00 - (valdo) - Le sue tesi piottosto complicate in genere le condivido.

Forse sono stato frainteso. Non mi riferivo agli interventi di davidebond, nella difesa non richiesta dei leghisti, ma all'articolo che macebs cita e apparso sul "fatto quotidiano" del 29/08/10. IL LEGHISTA AL CENTRO COMMERCIALE

ID3571 - 02/09/2010 07:02:00 - (macebs) - Restauri

Lo spunto me lo fornisce l'omelia del vescovo Monari che, domenica scorsa, ha inaugurato ia bella chiesa parrocchiale di Vobarno dopo l'insulto del terremoto e del tempo. In sintesi, ovviamente. "Per questa chiesa il restauro è finito, ma il nostro è in corso e non si conclude mai". Il problema è a monte e vale e per il restauro di una chiesa e, ad esempio, per il "restauro" di una periferia. Che non ha senso se non se non prevede un "restauro" dell'etica personale. Un'impresa enorme e mai conclusa. Spero di essermi spiegata.

ID3572 - 02/09/2010 08:23:06 - (davidebond) - esatto

Esatto. Non c'è altro da aggiungere.

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