Secondo risultato positivo per l’Asco Vestone

R&L Calcinato - Asco Vestone 0 – 1

Guance Rosse (4 – 4 – 1 – 1 mal confezionato): Perotti; Zorzi detto zorro, Enenestelli M., Zambelli C. detto howazzo, Cosenza detto cuba; Ricci detto gonzo, Crescini detto ciki, Ghidini detto Simone da Bione, Gottardi; Flocchini detto tino; Cappa il capitano detto brucio Entreranno: Piccinelli, Bordini detto mino, Bianchi detto panì
All. Morghen

A mangiare brasato di cinghiale a mezzanotte si rischia di non chiudere occhio fino all’alba. Lo sappiamo, ma siamo gente ostinata. Così eccoci qua ad aspettare l’aurora rutticchiando ad intervalli più o meno regolari; tanto vale mettersi davanti alla macchina da scrivere e buttare giù qualcosa su come Guance Rosse abbia vinto la seconda di campionato.

Ci tocca allungare il brodo con preamboli gastronomici, altrimenti in due righe stracce di cronaca archivieremmo il primo tempo di questa partita; dei primi 35 minuti infatti non c’è nulla da raccontare, a parte il gran gol su piazzato del professor Gottardi, ancora lui, e una fiammatina di capitan Cappa che dopo lunga corsa va a sfiorare il palo con bello ma lento diagonale. Per il resto, le due compagini si esibiscono in lunghi momenti di inutile fraseggio intervallati da qualche numero individuale di alta broccaggine. Chi guarda da fuori ha il diritto di riavere indietro i soldi del biglietto; la noia è sopra i limiti stabiliti dalla legge. Andate a bere il tè caldo, somari.

Il secondo tempo, vivaddio!, è più interessante; ma ci voleva poco. I locali caricano mica male, ma i Tromboni sanno difendersi, così che di tutto quell’attaccare ne vengono fuori due o tre tiretti che il buon Perotti raccoglie senza patemi d’animo. Guance Rosse, vecchia volpe argentata, sveglia! La situazione è perfetta per ragionare di contropiede; e infatti pioveranno tre occasioni limpide per raddoppiare e chiudere la gara, ma gli avanti stasera mancano di cattiveria. Per delucidazioni chiedere a Flocchini; verso la fine, a tu per tu col portiere si mangia la più bella delle occasioni.

Seguono inevitabili minuti di sofferenze varie; le genti di Calcinato arrembano anche in otto, ma le genti di Vestone, abituate ad avere cinghiali furibondi sulla soglia di casa, tengono dignitosa botta fino al fischio finale.
Se contiamo le occasioni da rete, i tre punti vanno nel sacco giusto. Se stiamo lì ad analizzare il perché ed il percome i Tromboni non siano stati in grado di chiudere la gara prima, viene mezzogiorno, altro che l’alba. Per ora ci accontentiamo della buona tenuta difensiva, che è la prima cosa che conta in una squadra che vuole vincere qualcosa.
Ecco l’alba, finalmente.
Ne abbiamo viste di migliori. Sarà stato perché eravamo in dolce compagnia?

Armando Dell’Oca

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