Gli agricoltori rispondono con un esposto-denuncia

Mentre si preannuncia una estate da crisi idrica epocale, le associazioni agricole bresciane (Coldiretti, Unione Agricoltori e Cia) si preparano alla battaglia contro gli enti locali valsabbini, inoltrando un esposto-denuncia al prefetto e alle autorità competenti nei confronti del sindaco di Idro Augusta Salvaterra, e dei tecnici «sottoscrittori delle ordinanze scandalo che di fatto bloccano l’irrigazione di vasta parte della pianura bresciana e mantovana» si può leggere nel comunicato stampa congiunto. Qualora non ricevessero risposta sono pronti ai blocchi stradali della Valsabbia già nei prossimi giorni, in occasione del ponte del 1 maggio.

«Con il livello del lago innalzato a 369 metri anche grazie agli agricoltori - spiega Floriano Luciano, direttore Coldiretti - si vorrebbe ridurre la quantità d’acqua da rilasciare nel Chiese passando dai 3,25 metri presenti nella nostra concessione a poco più di un metro e mezzo. Mettendo così in ginocchio 60mila ettari di campagne tra bassa bresciana e mantovana».

Per questo i presidenti delle tre organizzazioni agricole bresciane - Franco Bettoni, Aldo Cipriano ed Ettore Prandini- anche a nome dei colleghi mantovani, chiedono con fermezza che le istituzioni «si facciano carico di avviare immediatamente un tavolo di confronto con le rappresentanze agricole, rispetto alla delicata situazione venutasi a creare dopo le ordinanze del sindaco di Idro: bisogna infatti ricordare come il piccolo bacino originario sia diventato nel tempo delle attuali dimensioni proprio per costituire una riserva per l’attività agricola; la mancata irrigazione di migliaia di ettari rischia di provocare ingenti danni sia economici che ecologici, per i quali ci si riserverà di chiedere i danni».

Il comunicato stampa prosegue durissimo: «Non siamo disponibili ad alcuna limitazione, tanto meno se le azioni amministrative hanno come unica giustificazione quella di salvaguardare autorizzazioni edilizie o campeggi in posizioni non consone; non si accettano da questi amministratori lezioni di ambientalismo quando non sono stati in grado neppure di evitare lo scarico a cielo aperto delle fogne delle proprie strutture».

p.gor.

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