27 Aprile 2007, 00.00
Idro
Eridio

Gli agricoltori minacciano il blocco stradale

Prosegue la guerra a distanza tra agricoltori della Bassa e rivieraschi intenzionati a non aprire le paratoie al lago d’Idro per soddisfare i fabbisogni idrici di 60mila ettari di mais bresciano e mantovano.

Prosegue la guerra a distanza tra agricoltori della Bassa e rivieraschi intenzionati a non aprire le paratoie al lago d’Idro per soddisfare i fabbisogni idrici di 60mila ettari di mais bresciano e mantovano.

L’annunciato blocco stradale che le associazioni agricole sono intenzionate a mettere in atto avverrà sicuramente dopo il 30 aprile: giorno «fatidico» nel quale l’Enel dovrebbe terminare i lavori di manutenzione al canale che da Idro arriva alla centrale di Carpeneda (e quindi nel Chiese) e riaprire il deflusso dell’acqua, andando contro l’ordinanza emessa dal sindaco di Idro Augusta Salvaterra. Fonti vicine alla Regione parlano di una ordinanza dell’assessorato alle Risorse Idriche (retto da Massimo Buscemi) che impone all’Enel l’apertura del canale il 30 aprile.

Se l’acqua tornerà a scorrere nel canale Coldiretti, Upa, Cia e Copagri con tutta probabilità ritirerano il blocco annunciato. «Quello che reputiamo assurdo - spiega Giovanni Trerotola, direttore Upa - è vederci negare l’acqua dopo che abbiamo contribuito, con le dovute pressioni su Provincia e Regione, ad innalzare il livello del lago a quota 369. Non è detto che per forza noi dobbiamo usare 3,25 metri di lago: ricordo che l’anno scorso abbiamo utilizzato solo 1,25 metri. Il problema è che se non piove non possiamo far seccare tutta la campagna.

L’acqua serve anche per rimpinguare le falde freatiche della Bassa dove finisce l’85% dopo l’irrigazione». «Per ora abbiamo segnali positivi dalle istituzioni - commenta il direttore della Coldiretti Floriano Luciano - ma non c’è ancora nulla di scritto. Anche noi siamo intenzionati a trovare una soluzione che non penalizzi nessuno: il lago ora si trova a 369 metri, credo ci sia acqua per tutti, anche per noi agricoltori».

Intanto le pro-loco del lago d’Idro (Anfo, Bagolino, Bondone, Baitoni, Idro, Ponte Caffaro) tramite il loro portavoce Gianluca Bordiga, replicano all’intervento della vicepresidente della Regione, Viviana Beccalossi, che due giorni fa aveva difeso gli agricoltori e le loro necessità irrigue:

«l’Assessore commette il grossolano errore di difendere il suo comparto praticando la difesa di retroguardia di un settore che è destinato ad una profonda mutazione. Le Istituzioni della Lombardia sono in notevole ritardo in questo settore. Bisogna praticare la direttiva 200/60/Ce, che prevede il risparmio idrico, inserendo le nuove metodiche di irrigazione, sostituendo l’ottocentesco metodo dell’irrigazione a scorrimento con quella a pioggia».

Bordiga cita anche il ministro alle Politiche Agricole De Castro, Pecoraro Scanio, il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, che hanno invitato a pensare colture diverse da quella troppo idrovora del mais. L’ultimo suo affondo riguarda la naturalità dell’Idro, lago glaciale e non creato per i bisogni dell’agricoltura: «stiamo assistendo alle minacce di comportamenti violenti del settore agricolo che da 90 anni ha potuto beneficiare del lago in modo abnorme; e la Regione continua a comportarsi con inadempienza. Ma dal lago D’Idro troveranno una difesa irremovibile, legale e forte».

p.gor.
da Bresciaoggi


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