Bontempi: «Facciamola con l'Iva»

Definitela provocazione, “uovo di colombo”, “scoperta dell’acqua calda”... dite quel che volete. Ma Giorgio Bontempi, vicepresidente della Comunità montana valsabbina, dopo quello che ha scritto nei giorni scorsi ai ministri dell’Economia e delle Infrastrutture Tommaso Padoa Schioppa e Antonio Di Pietro, somiglia a quel bambino che per strada ha avuto il coraggio di gridare che il Re era nudo.

Almeno questa è l’impressione, se sono realistici i suoi conteggi che gli fanno affermare che sarebbe sufficiente trattenere sul territorio l’Iva versata dai valsabbini in un mese, per finire quella strada che la Valle attende da trent’anni.
Una soluzione “semplice” se non semplicistica che ad ogni modo mette in risalto quanto sia spropositato il tributo fiscale dei valsabbini rispetto al “ritorno” in infrastrutture. Ma andiamo con ordine. Argomento della missiva fra la Casa della Valle e i Ministeri è il completamento della Variante alle 237 del Caffaro nel suo lotto 1° fra Vobarno e Sabbio, “eterna” magagna valsabbina, e non è certo questa la novità: “In questi anni tutti gli esponenti politici locali, parlamentari compresi, si sono interessati alla soluzione di questo problema che alla fin fine è unicamente nel costo: 30 milioni circa di euro” afferma lo stesso Bontempi, di fede leghista.

Che però non vuol farne una questione politica: “Non è certo un problema di schieramenti. Chi si è succeduto in questi decenni, ne sono convinto, ha veramente provato a risolvere il problema. C’è riuscito solo in parte, realizzando il lotto 2° fra Sabbio e Ponte Re di Barghe che è utilissimo, ma che non risolve certo i problemi di traffico che si registrano soprattutto nel centro abitato di Vobarno”.

Ed ecco che Bontempi indica la soluzione, dettata da spirito di osservazione certo, ma anche dalla sua esperienza nel campo fiscale: “La Valle Sabbia è molto laboriosa, conta più di 6 mila titolari di partite Iva e ci sono parecchie aziende di importanti dimensioni che a loro volta danno lavoro a migliaia di dipendenti. Sarebbe sufficiente poter trattenere sul territorio l’Iva di una mensilità dei valsabbini, magari prima che quest’anno finisca, per realizzare la strada di fondovalle. In via del tutto straordinaria, con un codice apposito, basterebbe “girare” tale somma anziché all’Erario all’ente sovraccomunale Comunità montana di Valle Sabbia, che si impegnerebbe a far realizzare l’opera in tempi rapidi rendendo ai valsabbini quel che attendono da decenni e che, ad oggi, non si sa ancora quando sarà possibile realizzare”.

Invia ad un amico Visualizza per la stampa

Vedi anche