L'Asco Vestone chiude l'andata con una sconfitta

Eagles Bagnolo - Asco Vestone 2 – 0

Guance Rosse (4 – 1 – 3 – 2 simpatico): Perotti; Garzoni detto polatì, Ebenestelli il capitano, Zambelli detto howazzo, Piccinelli; Ghidini detto simone da bione; Ricci detto gonzo, Gottardi, Corsini; Zanetti detto bill, Bianchi detto panì
Entreranno: Rizzi detto schicchi, Cosenza detto cuba, Bordini detto mino, Ebenestelli N., Zambelli detto il nibbio
All.Morghen

A Montirone, per l’occasione sede del match, piove che quasi nevica. Tre fanciulle indigene, ognuna sotto al proprio ombrello a fiori, affollano le tribune; ad ascoltarne gli apprezzamenti estetici su questo o su quel giocatore c’è da ringiovanire. Ci tornano alla mente gli anni alla Pro Patria, quando a vederci giocare venivano le gemelle Fiasconi; si correva tutti più volentieri, consapevoli che il dopopartita su qualche divano fosse garantito. Altro che terzo tempo! Si arrivava anche al settimo.
Potenza della neve, che alle donne risveglia i sensi. Ai primi fiocchi sbucano a stormi da dietro ogni angolo; cercano chi le voglia baciare. Il segreto è incrociarle prima che smetta di nevicare. Ai nostri tempi era il modo migliore per trovar morosa o qualcosa di fac-simile; adesso ci si incrocia banalmente via internet. Per quanto ci riguarda, noi ad ogni nevicata continuiamo ad uscire di casa… non si sa mai… a volte certe mode ritornano.

Cronaca di come è andata
Alla prima occasione, minuto 3 o giù di lì, i locali passano. Su rinvio di Perotti il centrocampo ribatte innescando l’attaccante che prende in contropiede il pacchetto arretrato vestonese, intento a salire per attuare la trappola del fuorigioco; a nulla servirà la sgangherata rincorsa di Zambelli C.; il centravanti nemico non si farà pregare di battere a rete. Cominciamo bene, Guance Rosse.
Sull’attuazione garibaldina del fuorigioco Mister Morghen pare pensarla come mister Zeman; la linea difensiva è troppo alta e da sempre l’impressione di poter essere infilata da un momento all’altro. Ci pare convenga essere più moderati, anche perché a questi livelli non esistono guardalinee che possano garantire giustizia… c’è solo da mettersi nelle mani e nell’improvvisazione dell’arbitro.
Lo svantaggio non fiacca le intenzioni dei Tromboni, che si dimostrano anzi intraprendenti, nonostante una certa sofferenza a centrocampo e qualche sbandamento dietro. Così annotiamo una bella legnata da fuori del giovane Ghidini che sfiora l’incrocio dei pali e altre due occasioni, rimaste tali causa mancanza di cattiveria sottoporta, vedi Bianchi per esempio. La differenza è tutta qua: loro alla prima occasione l’hanno messa dentro, e a Guance Rosse non ne bastano tre per pareggiare.
Tè caldo e cambio maglietta della salute, bagnatissima, sennò domani è bronchite sicura.

Secondo tempo
I Tromboni si confermano belli e sbadati. Belli quando per esempio vanno a prendere un palo con gran tiro di Zanetti, che altrimenti avrebbe fatto il gol più bello della propria pittoresca carriera. Sbadati quando stendono in area gli avversari; per delucidazioni chiedere a Zambelli C., che a un certo punto si esibisce nella leggendaria ‘zambelada’, lo sgambetto perfetto. Rigore grande come una casa!
Piccinelli, vecchio teatrante di montagna, è l’unico che c’ha la faccia tosta di andare dall’arbitro a tentare una protesta, ma ci vuole una bella fantasia per convincerlo che forse non era rigore. Cosa gli avrà detto? Che è sbucata una talpa dal terreno e che l’attaccante si è inciampato? L’ipotesi sarebbe anche di grande levatura comica, rafforzata dal fatto che il campo è in sintetico. La risata grassa dell’arbitro conferma. Piccinelli vieni via va là… il numero è finito.
E allora va a finire che Perotti, dopo la mai dimenticata immobilità esibita su a Clusone, sto giro decide di tuffarsi dalla parte giusta e para. Brao vecio!, si sente urlare dalla panchina. E adesso si dovrebbe pareggiare, in teoria. Com’è? Gol sbagliato, gol subito. Invece niente; solo dell’onesto arrembare senza brividi. Casomai annotiamo un paio di buchi difensivi niente male che fanno sgolare mister Morghen.

Poco dopo, il raddoppio. Bel triangolo al limite dell’area vestonese che manda un bagnolese a tu per tu con chi gli aveva parato il rigore; ma stavolta lo infila, tra l’altro sul palo di competenza. Fai bene a disperarti, vecchio mio; più o meno come Zoff al Mondiale dell’82, uccellato da Socrates. Il 2 a 0 è una bella pietra tombale sul ghigno dei Tromboni che, pensa te!, c’avranno ancora il tempo di andare a mangiarsi due gol. Chiedere a Ricci e al neo entrato Ebenestelli N., che cattivi sottoporta non lo sono mai stati a sufficienza. Pazienza! Poi tutti a casa.
Guance Rosse, meritavi il pareggio, ma così è la vita. A questo punto è meglio cominciare a pensare di salvarsi, magari vincendo la coppa Leonessa, perché no!
Ma passiamo alle cose serie.
Qui, alle 6 della mattina, nevica che Dio la manda. Fra un po’ usciamo e vediamo di incrociare qualche indigena che va in bottega.
Ecco perché di scrivere pagelle non abbiamo tempo.
Salutiamo.


Armando Dell’Oca

www.ascovestoneopen11.it

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