La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibili due dei quattro referendum contro la privatizzazione dell'acqua e uno sul nucleare.
“Esprimiamo grande soddisfazione per questo esito perché sostanzialmente viene confermato il nostro impianto”. È quanto afferma Mariano Mazzacani del comitato “L’acqua di Prevalle” in prima linea nella battaglia per l’acqua pubblica, alla notizia che la Consulta ieri ha dichiarato ammissibili due dei quattro referendum contro la “privatizzazione” dell'acqua e uno sul nucleare.
Ad essere stati rigettati sono stati il quesito promosso dall’Idv di Di Pietro per abrogare parte del decreto Ronchi-Fitto e quello promosso dal Comitato “Siacquapubblica” per cancellare le norme del precedente governo Prodi in materia di ambiente sulle forme di gestione e sulle procedure di affidamento delle risorse idriche.
Via libera invece della Consulta agli altri due quesiti del Comitato “Siacquapubblica” che raccoglie giuristi quali Stefano Rodotà e Gaetano Azzariti: uno per l'abrogazione delle norme del decreto Ronchi-Fitto sulle modalità di affidamento con gara a privati dei servizi pubblici di rilevanza economica, l'altro per la cancellazione delle norme del governo Prodi riguardanti la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito.
Ammesso anche il quesito promosso dall'Italia dei valori per cancellare circa 70 norme contenute nei provvedimenti che con il governo Berlusconi hanno riaperto la strada a nuove centrali nucleari.
Il mondo cattolico per lâacqua pubblica Va avanti a pieno ritmo la raccolta firme per i referendum contro la privatizzazione dell’acqua, che vede un convinto sostegno anche del mondo cattolico.
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