Il padre e il sindaco in Liguria per le ricerche

Il padre di Alberto Zabbialini, il ventottenne di Muscoline scomparso da giovedì scorso, non ha resistito a restare a casa mentre continuano le ricerche del figlio dopo che il suo «scooterone» è stato ritrovato venerdì sera nei boschi di Vado Ligure, in provincia di Savona.
Ieri pomeriggio il sindaco di Muscoline, Albino Zabbialini, ha confermato che la notte successiva avrebbe accompagnato Angelo, il padre del giovane, nel viaggio in Liguria per essere sul posto all’alba di oggi. Ha anche precisato di essere vicino alla famiglia e di manifestarlo in questo modo più nelle vesti di conoscente e lontano parente (il nonno di Alberto era cugino di suo padre) che di primo cittadino.

Ieri le ricerche del giovane sono state estese alle alture di Spotorno, di Noli e verso Mallare, in Valbormida, oltrechè tra Segno, Vado e Quiliano. Gli uomini del Soccorso alpino, dei vigili del fuoco, del Corpo forestale, dei Carabinieri e della Polizia municipale, le avevano riprese all’alba e le hanno continuate per tutta la giornata. Una settantina di volontari hanno già battuto un territorio di trecento ettari.
Le indicazioni fornite da qualche residente che ha affermato di avere notato il giovane (ieri sono giunte segnalazioni dalla Val Bormida e persino da Savona) non hanno fornito ai soccorritori dati sufficientemente certi sui quali indirizzare l’intervento delle squadre di soccorso.

Com’è giusto, si continua a sperare e dopo il commovente appello dei genitori di cui abbiamo riferito ieri («Alberto torna a casa, non sei malato, gli esami clinici lo hanno escluso») ecco quello del sindaco Zabbialini. «Alberto torna a casa! La tua famiglia, i tuoi amici, la tua parrocchia, tutto il tuo paese ti aspettano. Il calore del nostro affetto ti raggiunga ovunque tu sia e ti riporti a noi». Chi fosse in grado di offrire aiuto in questa vicenda può rivolgersi ai seguenti numeri di telefono: 0365/371440 e 0365/379938.
Da registrare anche le dichiarazioni degli avvocati Mirca Magli e Stefano Bazzani, legali di fiducia del poliambulatorio Santa Maria di Collio di Vobarno: «Nessuna diagnosi errata, nessun referto positivo» dicono.

Gli avvocati ricostruiscono la dinamica degli eventi che, a loro dire, sarebbero i seguenti. Il 27 aprile scorso Alberto Zabbialini si era presentato alla clinica per eseguire una serie di esami ematologici e sierologici. In quell’occasione gli era stato detto che gli esiti degli esami sarebbero stati pronti il 7 maggio, «una data indicativa, salvo necessità di ulteriori approfondimenti», dice l’avvocato Bazzani. Che si rendono poi necessari. Così il ragazzo viene avvertito che sono in corso ulteriori accertamenti e che dovrà passare a ritirare i referti più avanti.

Alberto si preoccupa, «chiama per tre giorni di fila la clinica, dal 7 al 9 maggio» puntualizza l’avvocato Bazzani «parla con il medico il quale lo tranquillizza e gli spiega di avere sottoposto un esame a un test di verifica perché aveva dato un risultato border line, in zona grigia, come spesso accade e perciò non doveva preoccuparsi». Anzi, il medico si sarebbe fatto dare anche il suo numero di cellulare con l’intesa che lo avrebbe chiamato non appena ricevuto il referto. La verifica, presso un secondo laboratorio di Brescia, dà esito negativo. «È l’unico referto esistente» insistono i due avvocati «negativo come aveva pronosticato il medico».

dal Giornale di Brescia

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