02 Luglio 2011, 08.08
Vestone Valsabbia
Philippe Daverio 1

Un vero intellettuale

di Aldo Vaglia

Tre pesi massimi sul palco dell’auditorium di Vestone, questo l’incipit della relazione del prof. Philippe Daverio sul “ Rovescio della Bruttezza”.

 
La capacità di instaurare un immediato feeling con la sala ha dato l’avvio alla relazione del “prestante” uomo di spirito e di cultura, che è stato capace per tutto il tempo di tenere alta l’attenzione e rispondere con precisione e ironia anche alle poche domande del pubblico numerosissimo in sala. 
L’elegante eloquio e la competenza sono stati il supporto di una piacevolissima disamina sulla “bellezza” in cui non sono mancate dotte citazioni e analisi critiche.
 
Ma dove si è distinto l’intellettuale dall’affabulatore è nel non sottrarsi al compito di indicare una via da percorrere che prendendo spunto dalla realtà ha praticamente consigliato di scegliersi il proprio sviluppo con originalità e senza troppe concessioni ai partiti e alle dispute nazionali, rivalutando quei luoghi, quali i bar, dove i discorsi non seguono il canovaccio televisivo e proprio per questo più veri, più reali e più utili.
 
I sacri PGT fotocopie di tutte le bruttezze nazionali hanno ricevuto una sonora bocciatura, la stessa dei micro paesi che per la loro natura hanno una totale impossibilità di programmazione.
La concretezza per  quanto è possibile fare in tempi brevi può essere raccolta dai cittadini, lo può essere ancora di più dalle amministrazioni largamente rappresentate dai sindaci di Vestone e Mura, organizzatori e fondatori, con altri comuni, del distretto culturale e dalla comunità montana presente all’evento col suo presidente.
 
L’importanza della cultura per uscire  dalla crisi e non  arroccarsi nell’autarchica difesa dell’orticello fanno ben sperare per il futuro. Le crisi sono generalmente dovute a mancanza di previsione e di intelligenza, uscirne è sempre più complicato che entrarci, la strada è una sola ricercare e sperimentare.
Il coraggio, l’iniziativa, il lavoro sono nel DNA dei valsabbini, sono il “Rovescio della Bruttezza” sono stati nei secoli la molla capace di trasformare “criticità in ricchezza”; il solo fatto di prenderne atto contribuisce ad avvicinarne la soluzione.
 


Commenti:
ID10970 - 02/07/2011 22:13:16 - (Dru) - il mestiere dell'intelletuale non é quello di prevedere

L'intelletuale é un mediocre che sa un po' di tutto ma non é qualificato in niente , un poco come gli ambasciatori che debbono mediare ma senza sapere. Non gli appartiene la sfera dell' "intuito intellettuale" più "vera" e "reale" e che guida i geni nelle loro teorie. Il futuro é previsto dai pochi filosofi e disegnato dai pochi scienziati. L'intellettuale é solo un buon lettore della realtà che lo circonda nel migliore dei casi e un cattivo maestro nei peggiori, proprio perché gli manca l'"intuito intellettuale".

ID10974 - 03/07/2011 09:23:09 - (Aldo Vaglia) - Per Dru

L'intelletuale Gramsciano o illuminista non e' quello a cui tu ti riferisci. Ciao Aldo

ID10975 - 03/07/2011 11:12:44 - (Granma) -

Un incontro che mi ha lasciato ben poco, della valle non si è mai parlato nello specifico, ha solo fatto un paio di battute sul ponte di Nozza e sulle sue case che avrà visto arrivando in auto da noi. Un incontro preparato, per la Valsabbia, si e no in 5 minuti di chiacchierata con il sindaco. Poteva fare di più questo Daverio.

ID10976 - 03/07/2011 12:01:28 - (Dru) - Gramsci come illuminista

« Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti del tuo proprio intelletto »(Immanuel Kant, Risposta alla domanda: che cos'è l'Illuminismo?, 1784)Secondo questa affermazione come possiamo considerare Gramsci un'illuminista ?

ID10978 - 03/07/2011 12:13:12 - (Dru) - Come é possibile conciliare l'illuminismo a questo ?

Gramsci: autocoscienza critica significa creazione di un gruppo di intellettuali,organici alla classe, perché per distinguersi e rendersi indipendenti occorre organizzarsi, e non esiste organizzazione senza intellettuali, «uno strato di persone specializzate nell'elaborazione concettuale e filosofica».

ID10979 - 03/07/2011 12:21:50 - (Dru) - contraddizioni

É inconsistente (contraddittorio) quanto dice Kant , assunto come filosofo dell'illuminismo e Gramsci . Se devo avere il coraggio di servirmi del mio preoprio intelletto allora nego qualsiasi altro modo di intelligere , soprattutto quello suggerito da Gramsci.

ID10980 - 03/07/2011 12:38:50 - (Dru) - Per Granma ..... tuttavia....

Sempre Gramsci: l'uomo attivo di massa - cioè la classe operaia, - non è, in generale, consapevole né della funzione che può svolgere né della sua condizione reale di subordinazione, Il proletariato, scrive Gramsci, «non ha una chiara coscienza teorica di questo suo operare che pure è un conoscere il mondo in quanto lo trasforma. La sua coscienza teorica anzi può essere in contrasto col suo operare»; esso opera praticamente e nello stesso tempo ha una coscienza teorica ereditata dal passato, accolta per lo più in modo acritico. La reale comprensione critica di sé avviene «attraverso una lotta di egemonie politiche, di direzioni contrastanti, prima nel campo dell'etica, poi della politica per giungere a una elaborazione superiore della propria concezione del reale».

ID10982 - 03/07/2011 13:25:00 - (Dru) - Philippe Daverio.

Philippe Daverio ha prodotto trasmissioni davvero piacevoli e gustabili. Ho sempre seguito con interesse ogni sua apparizione televisiva, é sicuramente un buon critico d'arte e il suo lavoro lo ha condotto in luoghi mirabili. Insisto nel sostenere che un intellettuale é un buon uomo nei miglioro dei casi, nulla a che vedere con filosofio e scienziati.

ID10985 - 03/07/2011 17:55:26 - (Aldo Vaglia) - Per Dru

L'intellettuale organico gramsciano e quello illuminista non sono la stessa cosa, ma si danno lo stesso compito: tracciare la via da seguire. ( Creano in pratica un'ideologia)

ID10998 - 04/07/2011 10:10:58 - (Dru) - A volte scrivo , ma dovrei anche spiegarmi.

Quando scrivo per Granma lo faccio in risposta alla velata critica che fa ad Aldo significando la presenza di Daverio insufficiente per il tema proposto e lo faccio esponendo un frammento della teoria Gramsciana sulla "egemonia culturale" perché ci vedo del nesso in rapporto al filosofo.Ebbene , considerate Daverio come quella classe dominante che gestisce il potere, conseguenza di un' egemonia conquistata durantee lotte centenarie di una cultura vetero marxista e vedete la Vallesabbia come la classe servente e il quadro si sta delineando, suggerisco , in seno al pensiero a volte confuso di MaxWeber, di riflettere a fondo sul significato di quanto sto dicendo : se le filosofie post marxiste si sono arenate é perché sono naufragate del senso che avevano acquistato di verità per coloro che la seguivano e , di conseguenza, di chi le contrastava e questo nel solco dell'idealismo che vede come genitrice di realtà la conoscenza e non il suo contrario

ID10999 - 04/07/2011 10:29:42 - (Dru) - cosa ci si può aspettare

Ora Granma intenderai che nulla di più potevi aspettarti da Daverio che non ha fatto altro che esercitare la proria prerogativa di dominante sul dominato, giungendo in quel di Vestone, però , se mi segui con attenzione , io intravedo un futuro roseo per noi dominati, lo vedo in relazione al fatto che la cultura marxista ha perso della sua verità e quindi vacilla sotto il peso del suo dominio, perché, oramai, quasi più nessuno è disposto a farne da soldato e altre culture sono apparse più inerenti il senso della verità e indicano meglio il futuro , la direzione da seguire per meglio risolvere le esigenze e le istanze di ognuno.L'egemonia senza la direzione é quindi destinata al fallimento, questione di tempo , e le cose si aggiusteranno anche per i dominati:sarà grazie alla sconfitta dei dominanti, quella classe di intellettuali , suggerita da Gramsci, che non sono altro che il prodotto di una filosofia oggi non

ID11000 - 04/07/2011 10:34:02 - (Dru) - di una filosofia oggi non più coerente

....di una filosofia oggi non più coerente.

ID11001 - 04/07/2011 10:50:31 - (Dru) - Per Aldo

É vero, i filosofi, quelli riconosciuti, tracciano il futuro , come la cometa per i re magi o come il capitano Achab per la sua ciurma, ma , come ebbi a dire, non molto tempo fa, ad un buon amico , si tratta di capire appunto se si tratta della stella cometa o di Achab.

ID11002 - 04/07/2011 11:15:48 - (Dru) - ma un filosofo é qualche cosa di diverso di un intellettuale.

Il filosofo, e qui mi riallaccio al discorso che cominciai in questa discussione, deve studiare in specifico una teoria e svilupparne una nuova in rapporto alle altre e per fare questo gli occorre quell' "intuiuto intellettuale" che gli é proprio e che ai più manca.Ma cosa é questo "intuito intellettuale" ? É quella facoltà rara che consente di intelligere ( ecco l'intellettuale dell'intuito) la realtà per derivare, qualcuno dice riconoscere, altri leggere o dedurre da essa quegli assiomi o postulati che stanno alla base della teoria.

ID11004 - 04/07/2011 11:45:21 - (Dru) - La democrazia della realtà .

Ecco che la realtà, il senso greco delle cose, é giustificata in quella teoria che la sostiene nelle sue istanze e elimina, sotto il peso della sua verità , quelle che si dimostrano nei fatti false ( contraddittorie) , sempre in seno al principio di non contraddizione che indica come necessarie le sue stesse istanze.Scusate per la speculazione, sono al mare e sotto un ombrellone e scrivo per telefonino, rifletto.

ID11019 - 04/07/2011 15:22:05 - (Dru) - il cuore della teoria

Questo operare della classe servente che, in quanto opera, plasma e di conseguenza conosce il mondo é ricorsivo del pensiero carne/spirito che da San Paolo a Schopenhauer vede nella ragione (lo spirito) il gesto masturbatorio del contatto con l'organo sessuale ( la carne),e come tale giustificazione dell'eterno ritorno in seno al progesso storico di nascita e morte che ha nella dialettica il suo motore.Questo il cuore della teoria dove prima Matrx e poi Gramsci credo abbiano intuito che la classe che più ha questo senso delle cose , quella che meglio possiede la conoscenza delle cose ( e qui sta l'incoerenza della teoria secondo me) é quella proletaria in seno alla rivoluzione borghese, perché deputata alla trasformazione delle medesime. Hanno confuso la realtà con il mito, il mito proletario.

ID11020 - 04/07/2011 15:38:33 - (Dru) - La carne

La carne, che io vedo nell'organo sessuale, é la realtà, é l'oggetto percepito dalla ragione che elabora il gesto di cui é in contatto diretto solo attraverso la sensazione ( l'orgasmo) generante e creante ( questo il momento dell'intuito intellettuale), sensazione che non combacia con la realtà , di cui ci sfugge sempre il senso più completo, ma che di questa ne é la conseguenza più vera.Ecco, forse, perché i nostri eroi giungono a supporre che la classe operaia, quella più vicina a tali sensazioni, é quella più vera e deputata al dominio..... A voi di trarne le conclusioni .

ID11022 - 04/07/2011 15:53:29 - (Dru) - Generante e evoluzionista o solo masturbatorio e creazionista?

Cosa non va di questa teoria suggestiva e per certi versi vera: il senso dialettico del gesto sessuale che vede contrapposto servo/padrone non ha soluzione di continuità nella produzione della teoria marxista poiché vede un fine senza soluzione di continuità. Il motore dialettico ad un certo punto si spegne e in questo non senso che si produce la contraddizione: l'operaio che prende il dominio diventa padrone, ma di cosa ? di operai.

ID11034 - 05/07/2011 09:28:52 - (Dru) - possibilista o determinista ?

Quindi la teoria io la definirei , nel gergo indicato sopra, piuttosto masturbatoria e creazionista: vi é un senso ultimo , un che di terra promessa che la rende masturbatoria ( fine a se stessa) e per certi versi creazionista nel solco del determinismo di Laplace poiché vincolata ad una serie di cause/effetti. Insomma più che una teoria aperta direi piuttosto una dottrina autorevole e quindi nel mondo del divenire nichilista e del possibile destinata al fallimento, come ogni dottrina che vuole assurgere a verità.

ID11070 - 07/07/2011 14:44:09 - (Dru) - .....mi manca l'amico Davide.

Mi manca l'amico/nemico Davide in questa che poteva essere l'ennesimo luogo di kermesse dove sfoderare sciabolate e colpire di fioretto. Peccato che non riesca a stimolarlo come un tempo, credo che il suo punto di vista, autorevole, avrebbe colorito vivamente questo dipinto. Mi piacerebbe un interazione sull'argomento con lui , ma credo sia in una sorta di letargo dello spirito, ormai mi capita di incontrarlo solo fugacemente per strada...... i miei sono solo spunti tirati quasi a provocazione per vedere lì, fuori nel mondo, come viene vista la realtà dagli altri punti di vista, e mi trovo a fare monologhi. Peccato.

ID11073 - 07/07/2011 14:55:00 - (Aristofane) - mi intrometto...

...solo per dire che Daverio non è professore....

ID11077 - 07/07/2011 15:35:00 - (Dru) - chi è ?

Chi è questo Claudio Bontempi che allieta le mie conversazioni quasi solo con me stesso con le sue splendidte fotografie? Si può sapere qualche cosa di più di lui?

ID11731 - 28/07/2011 16:23:41 - (Aldo Vaglia) - Per Aristofane

Quando si vuol fare i saputelli sarebbe meglio documentarsi. Philippe Daverio e' docente ordinario di disegno industriale presso l'universita' degli studi di Palermo.

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