Arrestato un giovane latitante di Gavardo

Ventun’anni appena. E un curriculum di guai giudiziari da far impallidire. Sul suo conto pendono accuse assortite, che vanno dalla rapina - cinque gli episodi contestati in momenti diversi - all’evasione dagli arresti domiciliari, fino alla violenza sessuale ai danni di una minorenne.
La sua latitanza è terminata venerdì scorso, quando su di lui hanno messo le mani gli uomini della Squadra Mobile impegnati in una delicata operazione catturandi a Nuvolento. I poliziotti lo avevano localizzato lì, a casa di un congiunto, la cui posizione è ora al vaglio, anche se non pare possa profilarsi l’ipotesi del favoreggiamento, visto che dalle prime ricostruzioni, il giovane era approdato a casa sua in maniera del tutto occasionale.

Fatto è che Roberto Broglio, 21enne di Gavardo, è tornato in cella, dopo una latitanza durata oltre due mesi, a far data cioè da quel 7 marzo in cui alle misure cautelari originarie se ne erano aggiunte di nuove.
Già, perchè i guai per il giovanissimo erano iniziati ben prima, come ricostruito ieri nel corso di un’apposita conferenza stampa dal capo della Squadra Mobile, Carmine Grassi.
Nel 2005, per l’esatteza, quand’era appena 19enne, dopo che gli erano stati contestati quattro distinti episodi di rapina in danno ad altrettanti supermercati, verificatisi tutti a partire dal maggio di quell’anno. In considerazione della sua giovanissima età, il gip ne aveva disposto gli arresti domiciliari nell’abitazione della madre, in luogo della misura cautelare massima, che l’avrebbe portato dritto a Canton Mombello.

Nessun problema fino al marzo scorso, quando il ragazzo si sarebbe reso protagonista di un ulteriore episodio sfociato nel verbale di una denuncia. Un fattaccio per giunta: secondo l’accusa il ragazzo avrebbe indotto con una scusa un’amica - minorenne - a raggiungerlo a casa sua, per poi costringerla ad avere un rapporto sessuale con lui. Circostanza che sarebbe avvalorata dalla contestuale sparizione di Broglio, volatilizzatosi nel nulla, e quindi, agli atti, evaso dai domiciliari. Violazione delle disposizioni del gip che ha fatto automaticamente scattare un aggravamento della misura cautelare. In altre parole, il carcere, disposto con provvedimento datato appunto 7 marzo 2007.

Di finire a Canton Mombello, tuttavia, Broglio davvero non aveva voglia alcuna. E così ha proseguito la sua latitanza. E per mantenersi ha pensato bene di ridarsi al crimine. Mettendo a segno, secondo le testimonianze che lo inchioderebbero, la rapina ai danni del distributore di benzina Total che si affaccia sulla tangenziale, a Vighizzolo di Montichiari, commessa assieme ad un complice, tuttora uccel di bosco. I due, erano giunti attorno alle 18 del 10 aprile scorso a bordo di una Ford Fiesta rossa rubata, armati di una pistola con la canna segnata da una riga gialla e verde. Circostanze valse peraltro al Broglio la contestazione delle ulteriori accuse di ricettazione dell’auto e porto abusivo di armi. Avevano quindi spianato l’arma contro la cassiera, costringendola a sdraiarsi a terra e restare immobile per tutta la durata del colpo, che fruttò loro 5.310 euro.

Soldi più che sufficienti per assicurarsi una copertura economica della latitanza. Durata però ancora ben poco. Un mese e mezzo. Fino a quando la strada del 21enne si è intrecciata a quella degli agenti della Mobile. A Nuvolento.

g. gal. dal Giornale di Brescia

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