In nove casi su dieci si preferisce aiutare il nucleo famigliare a risolvere i problemi, piuttosto che allontanare i figli dalla propria casa
Si preferisce la vigilanza, il sostegno, il supporto alle famiglie che, a causa di difficoltà molto spesso solo temporanee, faticano ad accompagnare adeguatamente i propri figli nel processo di crescita. In provincia di Brescia, questa è la situazione: si procede con l’affidamento del minore ad un'altra famiglia, solo nel caso in cui, pur dopo il sostegno, la vigilanza e i decreti del Tribunale dei minori, la situazione non cambi né migliori.
Durante lo scorso anno, la percentuale di minori con difficoltà rimasta comunque all’interno della famiglia di origine per disposizione del Tribunale, era del 78,15%, dato che fa pensare ad una propensione, da parte delle autorità, ovvero dei Comuni, a risolvere i problemi della famiglia del minore, piuttosto che crearne magari di altri, allontanando da casa figli che magari sono già troppo trascurati.
L’obiettivo è insegnare alle famiglie ad essere tali, anche nei momenti di crisi, e allontanare il minore dalla casa, deve essere la soluzione ultima, ed arrivare solo dopo altri tentativi per sanare la situazione e riportarla alla normalità.
Alla base di ogni intervento, comunque, sia che il minore rimanga nel proprio nucleo famigliare, sia che invece venga affidato ad un’altra famiglia o ad un istituto, i genitori non vengono lasciati da soli, vengono invece messi in condizione di recuperare le proprie capacità ed attitudini genitoriali, per dimostrare di poter essere una buona guida per il minore, il cui benessere rimane sempre l’obiettivo primario.
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