Meno male che Corsini c'è

Asco Vestone - Uso Pompiano 2 - 1

Guance Rosse così in campo: Perotti; Cosenza detto cuba – Bonera - Pellegrini detto picchio - Piccinelli R;. Ghidini detto biù; Corsini il capitano - Cappa detto brucio; Fiori; Ricci detto gonzo - La Sala
Entreranno: Ebenestelli M. - Piccinelli L. detto pito – Bonomini;
All. Morghen

Magari sei una femmina del tipo che, se vai a passeggiare sul lungolago, ogni maschio interessato al genere si gira a guardare le tue grazie, noncurante della moglie che tiene sottobraccio. Magari sei qualcosa di simile a Brigitte Bardot che corre a piedi nudi per i vicoli di Venezia dopo la mezzanotte.
Magari! Eppure anche tu puoi avere la tua ora e mezza balorda, come la Guance Rosse di stasera che, pur essendo seconda in classifica ad un punto dalla capolista, per cui giustamente candidata a vincere il campionato, imbruttisce a vista d’occhio e fatica non poco a regolare l’ospite, ultima ruota del carro. È la bellezza di questo incertissimo sport, uno dei meglio romanzabili; altro che la noiosa prevedibilità del podismo a tempo, dove si sa già che a vincere sarà il solito giamaicano!
D’accordo, i Tromboni si portano via i tre punti, ma come?

Cronaca di come è andata
L’Uso Pompiano imposta fin dall’inizio una gara a passo di bue che tira il carro nel fango, trascinando nel pantano anche Guance Rosse, incapace di organizzarsi un ritmo più adatto ai propri garretti. Ecco spiegata la noia che incornicia quasi tutto il primo tempo; quasi tutto, perché ad un certo punto capitan Corsini, stufo dell’andatura bovina, esce dalla palude e fa un ragionamento a neuroni spiegati. Accorgendosi che la difesa ospite difetta nel salire, nel senso che cerca di mettere in fuorigioco gli avanti Tromboni senza criterio, beffa il nemico con un lancio chirurgico ad innescare il giovane La Sala, esplosivo come al solito, che si trova a tu per tu con l’estremo pompianese in disperata uscita; il pallonetto è tanto facile quanto sacrosanto. Giovane La Sala, bravissimo!, ma corri a dividere il gol con il tuo capitano. La reazione ospite è poco più di qualche lancio disperato verso Perotti, stasera decisivo, come si vedrà più in là, ma il pacchetto arretrato vestonese è organizzato mica male e pare non avere voglia di prendere schiaffi, a costo di eccedere in palle scaraventate nel caseggiato che circonda il Comunale, come andava di moda quando lì dietro ragionava l’ottimo Zambelli C. detto howazzo, maestro nel recapitare palle sui terrazzi che danno sul campo. A proposito, il rientro del pensatore di Mocenigo Vecchio pare sia prossimo.
Tè caldo ben zuccherato offerto dallo Squallido Bar.
Il secondo tempo è come il primo; Guance Rosse continua a camminare senza provare a chiudere il discorso. L’unica azione degna di nota è un’eroica incursione di Piccinelli R., pensa te come siamo messi!, che va ad intercettare un traversone di Corsini, ancora lui, ciccando però malamente davanti al portiere. Tempo fa sarebbe stato gol, amico dal lungo crine; vuoi vedere che le 40 primavere, prossime a venire, si fanno già sentire?
Fallito il raddoppio, ecco cosa succede.
C’è una palla che cade in zona Cosenza, decisamente fuori condizione come Jake La Motta dopo qualche abituale lasagna di troppo, che buca l’intervento e permette all’attaccante di fare rotta, palla al piede, verso l’area; Bonera, che mal digerisce di difendere sebbene lo faccia molto bene, ritarda la chiusura permettendo al cristiano pompianese di mettere in porta un diagonale rasoterra, né angolato né forte. A completare la frittatina ci penserà Perotti, che rimane a dormire sul primo palo come un gufo appollaiato sul ramo. Guance Rosse, non scherziamo… concedere il pareggio a questi è una mezza vergogna. E allora torna in cattedra capitan Corsini, dottore non per caso. Tutto comincia dai piedi di Fiori, che mette su l’unico ragionamento di stasera sopra la decenza lanciando il capitano verso la porta pompianese; il dottore è perfetto nell’evitare l’off side, eccellente nel proteggere la palla dal ritorno del difensore e santo subito nel procurarsi, abbattuto da incauta scivolata da dietro, il calcio di rigore. Dettaglio: sarà anche sacrosanto nel trasformarlo. Cari Tromboni, 2 a 1; ma c’è ancora tempo per soffrire, anche perché il signor arbitro prima esibisce un rosso a Ghidini, reo di averlo mandato a dirigere il traffico a quel paese, poi decide di concedere quattro o cinque punizioni a favore degli ospiti al limite dell’area vestonese; il che mette pepe al culo ai nostri, bravi però a tenere le marcature, anche perché è un attimo cagarsi addosso sotto assedio finale.
L’opera d’arte la espone Perotti, che stavolta evita il comportamento del gufo e, in stile giovane condor, vola all’incrocio dei pali a smanacciare in angolo il 2 a 2 che veniva di bastarda parabola da fuori area. E adesso chi si ricorda più che in occasione del pareggio hai dormito.
Tre punti fondamentali, sia perché quelli di Ghedi, terzi, hanno pareggiato e vanno a meno tre, sia perché quelli di Montichiari, primi, hanno vinto e rimangono a più uno. Salutiamo.

Armando dell’Oca

In foto il capitano Sandro Corsini

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