Cede il tetto, due contusi

L’effetto è stato quello del terremoto che a Vobarno tutti conoscono anche troppo bene, amplificato dal fatto che solo il giorno prima la terra aveva ripreso a tremare, per fortuna questa volta senza danni.
Così, quando i pannelli di isolante e le stecche di alluminio che li sostenevano hanno preso a volare ogni dove, accompagnate da un boato e seguite “a ruota” dalla copertura andata in frantumi e da un gran polverone, si è scatenato il panico.

Non erano ancora le 11 del mattino e in quel momento, nel “Family” che apre i battenti a Vobarno all’angolo fra via della Posta e via Chiusure, stavano funzionando a pieno ritmo tre casse per smaltire la gran mole di clienti che al venerdì vengono attirati anche dal mercato che si svolge nella piazza lì di fuori. “C’ero io al mercato – ci dice l’agente Croce, della Polizia locale del Consorzio valsabbino, il primo ad accorrere -. Ho sentito il boato e subito la gente ha preso a correre fuori dal supermercato. Ho visto una signora per terra e l’ho soccorsa, mi ha detto di essere caduta perchè l’hanno spinta”.

Il fuggi fuggi generale avrebbe causato anche un altro infortunio, ma dopo la corsa in ospedale con due autolettighe il danno più grave sembra sia stata la lussazione di una spalla. Sul posto sono intervenuti subito i carabinieri della locale stazione con il maresciallo Marini, poi i tecnici dello Psal, la “Medicina del lavoro” che ha sede poco distante, i Vigili del fuoco da Salò, funzionari dell’Asl, dell’Arpa, dei Nas, il sindaco Panzera. Sono stati allertati persino gli uomini del Distretto Veterinario a verificare le condizioni delle carni presenti dietro al bancone.

Già, perchè una volta soccorsi i contusi e capito cos’era successo - ha ceduto di schianto per una quindicina di metri quadrati la copertura sulla quale alcuni operai di una ditta di Roè stavano posizionando dei ponteggi – il problema più grave è diventato quello della gestione dell’amianto contenuto nella copertura che risale agli anni ’70.

I 600 metri quadrati di negozio sono stai così sequestrati, in attesa che vengano prese in merito delle decisioni. “Ci sarà da rifare il tetto, cos’altro possiamo fare – ci ha detto un po’ sconsolato Fabrizio Uberti, presidente della catena di “Family” che fra Brescia, Mantova e Cremona possiede 35 punti vendita. Per noi è importante che vengano conclusi al più presto i necessari procedimenti burocratici”.

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