07 Maggio 2012, 07.00
L'angolo del filosofo

La concretezza della ricerca pura

di Alberto Cartella

La disamina del giovane filosofo prende in considerazione proprio la materia filosofica, troppo spesso e da troppa gente vista come qualcosa di concettoso. Ma sono i concetti che creano l'innovazione, motore del cambiamento nei periodi di crisi

 
Costantemente uno studente di filosofia, di matematica o di fisica teorica incontra persone che gli chiedono: “Che cosa farai dopo?”; cosa che non succede mai con gli studenti di medicina, ingegneria, giurisprudenza, economia.
 
Ciò che non ha immediatamente un’applicazione spaventa chi magari ha scelto percorsi che invece presentano un’immediata finalità. Anche se bisogna tener presente che l’immediatezza è sempre una seconda immediatezza, in quanto è sempre frutto di un percorso di apprendimento.
 
La paura è dovuta all’ignoranza diffusa nei confronti della filosofia e della scienza legata all’impoverimento della nostra cultura. Ma la crisi non solo economica che stiamo vivendo non va vista necessariamente come una tragedia.
 
Einstein sosteneva che “la crisi è la più grande benedizione per le persone e per le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorgono l’inventiva, le scoperte, le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà violenta il suo stesso talento […]. La vera crisi è quella dell’incompetenza. L’inconveniente delle nazioni e delle persone è nella pigrizia nel cercare soluzioni.
 
Senza crisi non ci sono sfide. Senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito ed è nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla e tacere nella crisi significa esaltare il conformismo. Ciò che occorre invece è lavorare duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla!”.
 
La parola d’ordine del periodo in cui stiamo vivendo è innovazione, ma come si fa l’innovazione? L’innovazione si fa con la ricerca applicata e la ricerca applicata è il frutto della ricerca pura, cioè la ricerca che si fa per la pura curiosità di conoscere.
 
Poi da questa ricerca pura possono scaturire anche dopo decenni le applicazioni. Un esempio è quello della scoperta dell’effetto fotoelettrico da parte di Einstein (che si definiva un filosofo), il quale prese il premio Nobel all’inizio del XX secolo per una ricerca che sembrava assolutamente pura e che poi ha portato a tutte le applicazioni elettroniche in cui siamo immersi oggi.
 
Molta gente considera la filosofia (parlo soprattutto della filosofia perché è ciò di cui mi occupo) una cosa molto astratta e un po’ per specialisti. Ma la filosofia non ha nulla a che vedere con gli specialisti. Non è filosofo né chi contempla né chi riflette. Un filosofo crea dei concetti, i quali non esistono belli e fatti, non stanno là a passeggiare nel cielo. Essi non sono stelle, non si contemplano, ma bisogna crearli.
 
Se si dà una definizione del concetto di ‘idea di Platone’ essa può risultare molto astratta. Infatti, si può dire che per Platone l’Idea è “qualcosa che non può essere qualcos’altro”, “qualcosa che può solo essere ciò che è”. Ma cercando di non essere astratti si deve notare che Platone crea il concetto di ‘idea’ per indicare ciò che permette la selezione fra dei rivali che pretendono una determinata cosa.
 
Si può fare l’esempio dei politici e ci si può chiedere che cosa devono avere i politici per svolgere al meglio il loro ruolo. Questa cosa alla quale un politico si deve avvicinare il più possibile per essere selezionato costituisce l’idea.
 
Il filosofo crea dei concetti e ogni concetto rimanda a un problema (per esempio la selezione dei pretendenti che ambiscono a una determinata cosa). Se facciamo filosofia astrattamente non percepiamo assolutamente il problema. La filosofia è creazione di concetti e creazione di concetti in funzione di problemi.
 
La gente in generale spesso non capisce a quale problema risponde il concetto. Ma molte persone non capiscono i problemi perché essi sono un po’ detti e un po’ nascosti. Per capire i problemi è necessario non sottrarsi al pensiero e quindi all’etica, la quale è la pratica di denaturalizzazione di ciò che riteniamo familiare. L’etica si insedia nello spazio che è dominato da stereotipi e dalla nostra pretesa di conoscere.
 
Occorre quindi porre attenzione alla necessità di un’interrogazione comune sul senso delle parole con cui abitualmente parliamo. Quindi, non possono esserci dei professionisti dell’etica, ovvero essa non può essere delegata a un gruppo ristretto di persone e non c’è nessun custode dell’etica.
 
La crisi che oggi viviamo è dovuta anche al fatto di aver creduto che ci siano dei professionisti dell’etica, mentre questa è interrogazione vissuta in comune. Il compito dell’etica ci porta verso gli altri; essa è fatta di azioni, ma un’azione è anche parlare, ascoltarsi, discutere.


Aggiungi commento:

Vedi anche
09/05/2013 11:00

La filosofia non è un sapere umanistico Una riflessione del giovane filosofo Alberto Cartella per scardinare l'unilateralit del pensiero in favore di due modi guardare alla filosofia come si legge Aristotele: comprendendo ci che pensava e ponendo problemi politici in rapporto al presente

24/04/2013 09:00

L'esercizio della stanchezza La riflessione che ci porta questa settimana il filosofo Alberto Cartella riguarda la rappresentazione come riflesso delle nostre paure: un impulso subitaneo a rispondere alle aspettative che la filosofia pu curare con la pazienza di far venire le cose a s

09/08/2013 07:10

La fiducia è nel dettaglio Nel post il giovane filosofo Alberto Cartella scandaglia il concetto di 'fiducia', punto cardine che sa mettere in crisi la coerenza grazie a un positivo meccanismo di sospensione tipico del gioco

22/01/2013 10:30

La nevrosi dell'incomprensione e dell'interpretazione Partendo dagli articoli scritti negli ultimi mesi e prendendo come esempio anche la visione dei film, il giovane filosofo Alberto Cartella prospetta una lunga e dettagliata analisi sulla capacit di un testo di sedimentare conoscenze, sganciandosi spesso dall'immediatezza

23/09/2013 07:09

Chi ha ragione? Il giovane filosofo Alberto Cartella ci porta al nucleo delle discussioni che ogni giorni ci vedono protagonisti nel voler affermare le proprie ragioni, nel voler essere araldi delle nostre verit, diversamente dalla filosofia che invece creazione di concetti e rifugge il dibattito




Altre da L'angolo del Filosofo
01/03/2016

«Fo.De.Ca»

Sempre più complicato per gruppi e musicisti che non siano cover band trovare spazi per poter esibirsi a Brescia e provincia. Ecco allora che spuntano i concerti in “forma domestica”.

01/06/2014

La seria comicità del rispetto

L’opinione suppone che la gelosia sia la triste conseguenza dell’amore. Ma la gelosia è una finalità, una meta e, se bisogna amare, è per poter essere gelosi

06/05/2014

La competizione degli amanti

Un'acuta riflessione di Alberto Cartella attorno alla muta latente violenza che in ogni rapporto s'insinua e che tutti gli uomini celano con la menzogna del linguaggio

(3)
17/04/2014

Il troppo diventa tossico

Alberto Cartella prende in considerazione quel "troppo" che quando diventa squilibrio estremo mette in crisi ogni aspetto della nostra vita

(1)
13/03/2014

La difficoltà della leggerezza dell'emozione

Il giovane filosofo Alberto Cartella conduce una profonda riflessione sul nostro quotidiano confronto emozionale, sia esso amicizia o amore. Eppure troppo spesso cristallizzato nel 'non detto'

02/03/2014

Vita e pensiero

Una profonda riflessione del giovane filosofo Alberto Cartella sulla vita come creazione e su quel "granello di follia" che contraddistingue il cammino di ciascuno di noi

(116)
30/01/2014

Divenire e realtà

L'analisi di ci che divenire, di quell'inquietudine che nasce dall'esperienza e produce coscienza ne post del giovane filosofo Alberto Cartella, pronto a rispondere ai dubbi e alle domande dei lettori appassionati di filosofia

(103)
29/12/2013

Educazione e masochismo

Una riflessione sul contratto masochista come espressione non soltanto della necessit del consenso della vittima, ma anche del dono della persuasione, la spinta pedagogica e giuridica mediante la quale la vittima educa il proprio carnefice

26/11/2013

Il gioco dell'amore e altre sciocchezze

Una riflessione che parte dal gioco del fare l'amore per parlare della leggerezza e della distrazione come inestricabilmente legate in un vincolo di opposizione alla pesantezza della vita quotidiana e usate come strumento protettivo

29/10/2013

La crisi del processo educativo

Una digressione del filosofo Alberto Cartella sul degradarsi del processo educativo, allorch all'aspetto linguistico non sa porre accanto anche il preminente aspetto visivo, quello legato alla necessit dell'incanto, ossia l'infanzia nello sguardo