Recenti avvenimenti della politica italiana e reazioni da parte dei cittadini mi hanno spinto ad una breve riflessione...
Non era opportuno reagire come ha fatto Monti ieri in conferenza stampa , che ha tutta la mia stima e fiducia, non era opportuno poichè l'unico effetto di oggi sono le parole sacrosante di Berlusconi e per la sopravvivenza del governo Monti queste parole sono quantomeno contraddittorie, forse Monti , come Napolitano , aspetta solo di essere congedato , questa è la vera analisi da fare a livello politico , hanno realizzato che non c'è più nulla da fare sul piano Politico con queste istituzioni e il Grillo e i grillini , a differenza di quanti credono che siano mal visti , dall' alta politica sono intesi invece come l'ultima spiaggia.
Quello che non va nel grillismo , non sono i mezzi che applica per giungere al potere o le persone di cui si circonda , ma essenzialmente sono le ricette economiche che propugna , sul piano Politico chi può oggi giorno defjnire tramontate le istanze che sono scritte nel suo programma : la legalità , la durata breve dei mandati e il divieto di accumulare cariche nel pubblico, l’abolizione di ogni privilegio nella politica , la tecnologia come mezzo per unire la rappresentanza con gli elettori . Quello che mi fa paura è il senso fortemente statalista delle intenzioni del Grillo sul piano economico , è la ragione della mia grande diffidenza nei suoi confronti , se si attuassero politiche economiche come nelle sue intenzioni , non dureremmo il tempo di una legislatura , perché il mercato ci affosserebbe.
Caro Dru, non mi riferivo solamente a Grillo, che, peraltro prima di "scendere in campo" si è soffermato a costruire un'organizzazione anche economica alle spalle. Giustamente, in un certo senso, l'anti-politica è anche politica. Io volevo fare un discorso più generale. La politica è funzionale a tenere insieme un gruppo di cittadini che chiamiamo individui. In questo secolo, il benessere da un lato e i problemi dall'altro, stanno facendo credere che ognuno basti a sé stesso. Per esempio, a livello europeo ci stiamo scannando fra stati, al posto di cooperare. Adesso, si sta anche rispolverando un certo odio franco-tedesco di vecchia data. Alcune affermazioni di Hollande sembrano uscite dalla bocca di un gaullista convinto. L'Europa non è una federazione, ma un governo che aiuta i singoli stati. Come i cittadino trova sicurezza nel suo stato, così questo la trova in Europa. L'Europa permette di gestire
dei problemi che ogni singolo stato da solo non sarebbe in grado di fare. Questo è il significato "alto" dell'Europa. Quella contestazione che a livello macroscopico si gioca a Bruxells, si ritrova all'interno dei singoli stati. In Italia si è divisi su tutto e non si capisce fino in fondo la dialettica diritti-doveri. Non ho mai sentito (salvo eccezioni) di cittadini che hanno protestato per i propri doveri. Tutti conoscono a memoria i propri diritti, ma i doveri, no. Tutto deve essere possibile. Ci sono persone che credono che a casa loro possono fare qualsiasi cosa. No. Le regole possono essere sbagliate e sono correggibili, ma ci vogliono, altrimenti si piomba nell'anarchia. Insisto e ricordo agli Italiani che il fascismo salì al potere dopo un periodo di contestazioni eccessive, il "bienno rosso" e la cosiddetta "scioperomania". Franz Neumann già nel 1942 accusava la socialdemocrazia e i sindacati di una
mancata concertazione e sul mal utilizzo di un'arma potente come lo sciopero. A suo parere, tale disgregazione avrebbe facilitato l'ascesa al potere dei nazionalismi. Ecco la parola giusta: disgregazione. La gente non vuol più partecipare ad un progetto comune, ma tende ad uno spinto atomismo. Questo è anti-politica, perché urta contro la possibile concertazione del contratto sociale. Siamo stati spettatori nei nostri paesi di come stia procedendo la questione del lago dove nessuno scende dalla propria torre d'avorio ed evita il compromesso. Ancora una volta, questo è anti-politico. Il risultato è l'emergenza di un potere forte che sfrutta questa divisione interna. Da questo punto di vista Grillo è anti-politico, perché sfrutta il malcontento popolare, gli trova un credibile capro espiatorio per ottenere visibilità e potere sociale. L'unico risultato possibile (ottimisticamente parlando) sarebbe
un maggior controllo delle masse da parte sua; ovvero, una concentrazione di potere nelle sue mani che è l'esatto contrario di una democrazia. Questo, se non anti-politico, certamente mette a dura prova il sistema democratico.
Il mercato non ascolta più le promesse degli stati in forte debito , lo dimostrano gli indici , anche se Grillo avesse le carte in regola per rendere virtuoso lo stato , il mercato non aspetterebbe gli effetti , che sono sempre a lungo termine , di tale virtù.Se non si attivassero in parallelo politiche economiche atte ad uno smantellamento dello stato sociale per un mercato più giovane e snello e meno vincolato le sole virtù politiche non basterebbero .Il mercato vuole stati snelli e gli stati come la Russia la Cina e l'India , non dimenticando l'Argentina resa snella dal default e il Brasile che ha avuto in Cardoso prima e Lula poi un grandi interpreti di questo modello , gli danno quel terreno che i vecchi e pesanti stati europei non assicurano più , tranne che per la Germania che ha subito il duro cursus onorum della virtù.
L'importante ora è che non spaventiamo il mercato con indicazioni che non sono simpatiche al mercato già di per se stressato sul suolo patrio.
vanno letti prima di Davide e i suoi . Ai suoi ultimi , rispondo che avevo ben inteso le tue parole , ma ho voluto intenzionalmente portare la discussione in Italia. Grillo non è vero che sta solo cavalcando il malcontento , sarebbe un'analisi superficiale e non degna della tua persona, Grillo sono ormai qualsi 10 anni che si è messo in politica , se non ufficialmente almeno ufficiosamente con il suo sito.Le sue istanze non sono istanze dell'antipolitica , poichè l'unica antipolitica possibile è l'anarchia , quello che tu chiami atomismo non è altro che questo , il suo programma non è anarchico. Ora però ho fame , ci sentiamo poi , ciao a tutti. Argomento davvero interessante.
Cio' che fa comodo ai partiti e' farci credere che loro sono la politica e al di fuori non c'e' ne' politica ne' democrazia. Niente di piu' falso. Si e' arrivati alla dittatura, in Italia, non per colpa della politica, ma dei partiti; del trasformismo di Giolitti e dell'irresponsablita' dei socialisti. ( Non si possono lasciare le rivoluzioni a meta'). Il grillismo e' un fenomeno diverso da cio' che avviene nel resto d'Europa dove partiti forti e ben organizzati vengono contestati da movimenti di destra e razzisti. Il grillismo e' un movimento di sinistra piu' vicino ai radicali del dopo guerra e ai verdi europei.Il difetto e' Grillo che lo snaturera' come hanno fatto prima di lui Pannella e Bossi dei rispettivi movimenti.
Grillo mi ricorda Fidel Castro dei primi tempi , aveva promesso ai guerriglieri che la rivoluzione l'avrebbe fatta assieme a loro per indire in Cuba elezioni davvero democratiche , il seguito lo conoscete da voi . Grillo ha promesso , come il personaggio sopra , che lui non scenderà mai in politica e non si farà eleggere , queste le parole che ho letto negli anni scorsi sul suo sito . Fosse vero avrebbe realizzato la rivoluzione Comunista. ovvio che , come per il Comunismo , utopia , così le promesse di Grillo non possono essere mantenute , poichè o esiste lui o non esiste , non può esistere e nello stesso istante non esistere (anche a livello di sola politica).Il tuo cuore poi inganna la tua ragione : non vedi che non è come dici , in Europa si stanno alzando venti di sinistra e non di destra , tranne che per qualche eccezione.
stanchi di un sistema di regole che sono sentite come il cappio per un collo , il vento della partecipazione alla cosa pubblica è ora fortissimo , questo vento è il vento che riempie le vele delle socialdemocrazie più a loro agio quando si tratta di rendere lo stato inclusivo e , conseguentemente , abbassa quelle delle liberaldemocrazie , più a loro agio in stati in cui si regolamentano i diritti e lo stato diventa esclusivo.
IL CLASSICISMO DI TUTTI I TEMPIL ANTIPOLITICA IN ITALIA NON E I GRILLINI Eun PARLAMENTO DI NON ELETTI UN PREMIER NON ELETTOUN NAPOLITANO NON ELETTO DA CHI DOVREBBE RAPPRESENTAREUN GOVERNO DI LADRI USURAI (IN POCHE PAROLE BANCHIERI)UN MINISTRO PASSERA CHE L ANNO SCORSO HA EVASO 1.6 MILIARDI DI EURO POI PATTEGGIATI PER 270 MILIONIE QUESTI MORALISTI CI VENGONO A DENIGRARE PER UN SCONTRINOUN MONTI CHE NON VUOLE LA PATRIMONIALE(CHISSA MAI PERCHE ??? FORSE PER VIA DELLE SUE IMMENSE PROPRIETA') INTESTATE ANCHE ALLA SORELLA....DI MINISTRI CHE TAGLIANO LE PENSIONI (PERCHE C 'E LA CRISIE INTANTO SI SONO GIA SISTEMATA LA PROPRIA SENZA...TAGLIil lavoro fisso e noioso ... e intanto si e sistemati figli e marito in un noiosissimo posto fississimo.......(vero fornero)partiti che si sono venduti in cambio di... e per quello hanno dato la fiducia la gov montiper poi andare subito alla tv a dire l incontrarioquesti e l antipoliticae non quella del movimento 5 stelle
Vorrei che tu riflettessi sulle parole che hai scritto , dici :"si è soffermato a costruire un'organizzazione anche economica alle spalle". No , Grillo ha fatto molto di più e l'organizzazione economica non è altro che il risultato secondario di quanto abbia fatto. Grillo , ha costruito , fondato , un nuovo sistema di informazione , utilizzando la potenza della tecnica , Internet , per questo motivo è vincente . L'aspetto economico da fine è stato per lui un mezzo e il fine era il mezzo tecnologico , Internet. Lui osanna Internet in ogni luogo di propaganda ,perchè , a ragione, è il mezzo , che divenuto scopo , lo ha reso più forte tra i forti , tra coloro , gli editori come Berlusconi e De Benedetti che per primi in Italia hanno utilizzato l'economia come mezzo e la tecnica come fine e per questo padroni delle nostre teste. ma Internet è il mezzo che ha portato alla massima potenza diverse persone nel mondo e come mezzo
è sommamente più potente di quotidiani e di televisioni. Questa sarà , se gestita con intelligenza , l'arma vincente di Grillo , per questo che Grillo non usa le armi convenzionali della TV e della stampa se non come armi secondarie.
Caro Dru, io ho un'impostazione tipicamente marxista-strutturale e non vedo tante storie distinte e parallele, ma delle storie che si intrecciano tra loro in maniera dialettica. Mi sembra, pertanto, che tu isoli un po' troppo l'economia dalle altre componenti. L'economia è un tassello che trova il suo significato all'interno di una rete di relazioni che le assegna un riferimento non preciso ma fuzzy. Poi, bisogna intendersi sul significato di anti-politica. Io intendo con ciò una sfiducia nella gestione statale da parte di politici. Quindi, una sfiducia nei confronti di chi tesse le regole per vivere insieme. Questo non può che portare all'atomismo. Non credo di essere superficiale ad osservare che Grillo che cavalca l'onda. Forse che non lo fece Mussolini? E i movimenti nazionalisti alla fine della repubblica di Weimar? La gente ha perso il concetto di stato in senso alto.
Oggi, i cittadini considerano lo stato una macchinetta che dispensa benefici. Se ciò non avviene, si prende a calci la macchinetta. Con il risultato che si distrugge ancora di più. Non è così. Falso anche che l'Europa stia andando a sinistra. O meglio: apparentemente sì. Ma non ci credo fino in fondo. Hollande parla, come detto, à la de Gaulle. A tal punto che per chiarire la contraddizione il Corriere della Sera (udite, udite) l'ha definito un "nazional-socialista". Parola che in un certo senso caratterizza Hollande: nazionalista (ah, la Grandeur. Via il periodo sakoziano di patteggiamenti con il nemico...) e socialista (il suo modello è Miterrand). Tuttavia, con nazionalsocialista si intende altro. E' triste vedere il degrado linguistico a cui si è giunti. Neppure tutti i momenti contestatori sono di sinistra. I pirati che ora siedono in comune a Berlino hanno fra i loro membri, neo-nazi o quasi.
E la Pen dove la mettiamo? In ogni caso, non ho detto che Grillo è stupido. Sa usare i media e quindi è altamente pericoloso. Sono d'accordo fino ad un certo punto con il prof. Vaglia. O meglio, ha perfettamente ragione: non ci vuole la tessera di un partito per dire di essere un politico. Ha torto nel senso che l'ascesa di Mussolini fu decretata sia dal consenso dei partiti, sia dagli errori dei sindacati e quindi dalla gente comune. Io per politico intendo una persona che crede nello stato. Non un anarchico. Nel mio articolo ho poi sottolineato il ruolo deleterio di chi urla e usa violenza. Per azxste, capisco il suo rammarico, ma questo non deve dare spunto al discredito, alla violenza, o all'infrangere le leggi. Deve ispirare a riflettere sul concetto di stato e di politica. Solo così, può costituire un terreno fertile. Un elenco di cose sbagliate non è far politica. Rimando alla macchinetta distributrice di servizi.
Penso al lavoro preparatorio da parte dei giusnaturalisti del seicento e poi degli illuministi prima della nascita della moderna democrazia. Il pensiero ci vuole.
Caro Davide, questa mia asserzione è il dogma marxista ma è vero ? Vero è , come stanno le cose. proviamo a vedere quali le componenti storiche di questo dettame marxista. per Marx , che in questo è figlio di Hegel , dire che un individuo è un essere sociale non è lo stesso che dire , un individuo è studente o operaio o imprenditore , perchè uno studente un certo punto cessa di esserlo e cosi può essere per un imprenditore e per un operaio allo stesso modo , ma non per questo cessa di essere un individuo un operaio o uno studente od un imprenditore .Le due cose non stanno sullo stesso piano logico. L'asserzione marxista per cui l'individuo è essere sociale consta di incontrovertibilità , senza l'uno muore l'altro , non intende Marx l'impossibilità della scissione come impossibilità relativa. La filosofia marxista si è sempre occupata dell'"impossibilità" intesa in quest'ultimo
senso , nel senso della tradizione filosofica della ricerca della verità come stante immobile e incontrovertibile.L'imposssibilità è il risvolto della necessità , poichè affermare l'impossibilità che l'individuo sia separato dalla società significa affermare la necessità del suo essere unito.Ma l'impossibilità e la necessita non si vedono e non si toccano con mano sono quindi cose da dover dimostrare e fondare.Il marxismo non è riuscito a dimostrare la necessità di questo nesso come nessuna indagine storica sul passato dell'uomo è in grado di affermare la necessità della permanenza nel futuro del comportamento passato della razza umana , sempre per quel concetto sulle cose che dal niente divengono per somma potenza e ritornano nel niente che è filosofia di potenza , filosofia del nostro tempo , quella che meglio di tutte le altre discipline apre le porte al campo della tecnica che
meglio e più delle altre discipline domina e gestisce la cosa.Quando il marxismo ha abbandonato la sua pretesa filosofica di necessità e impossibilità per approdare a quella scientifica , anche senza volerlo ha dovuto intendere questo nesso come semplice covarianza di due elementi che come tali sono scindibili , poichè la scienza , prima della filosofia , come il figlio prima del padre, ha interpretato con vigore le istanze moderne di un senso originario delle cose che mutano , ma il padre non è stato , nel frattempo, con le mani in mano, ha aiutato sommamente il figlio in questo percorso.E' così accaduto che l'ingenuità del pensiero borghese pre-marxista che aveva teorizzato l'autonomia e l'indipendenza dell'individuo rispetto alla società , diventasse , la posizione sociologica più rigorosa.
tornando al padre di Marx , Hegel , questo rappresenta la filosofia come metafisica , come tradizione : il tentativo di fondare , tramite la dialettica , la necessità dei nessi tra gli oggetti, è a questo tentativo che si rifà sostanzialmente l'affermazione marxista dell'esistenza di un nesso necessario tra individuo e società.Per questo motivo il fallimento del marxismo è inevitabile nei presupposti che da filosofia si sia fatta scienza , perchè ogni scienza che si rispetti è controvertibile e sempre meno necessaria e possibile. Ho risposto al tuo dubbio sul fatto che ti sembro osservare gli enti in maniera separata e senza nesso , li osservo da un punto di vista scientifico , da un punto di vista del figlio. Però , Davide osserva , che con questo non ho detto che abbia ragione il figlio , ho solo detto che è più vigoroso.
...lo dici nel senso che è necessario e come nesso all'individuo o società nel segno dell'incontrovertibilità ? e allora sei dogmatico non meno della chiesa , ultima istituzione che difende la filosofia proprio nel segno di una propria sopravvivenza , non ascoltando intanto il processo rigenerante ed evolutivo che nella stessa filosofia ha , perchè unica vera necessità nell'uomo, spinto lei stessa alla considerazione originaria delle cose che mutano e in questo mutare ha prodotto le altre discipline non per ultima la scienza?O lo dici nel senso del controvertibile , e allora dalla "necessità" passi al "caso" , ciò che si genera e muove da se , e allora ti poni , nel grido solo ed assordante della volontà di potenza come il demiurgo che vuole sostenere questo ente, il "pensiero" , dal niente e emergendolo ,vuoi determinarlo, per questa vita e sulla terra ? simpaticamente .-)
Avete proprio una gran voglia di scrivere. Comunque, a mio avviso, l'antipolitica non esiste, esistono convinzioni fuori dagli schemi, ma sono esse stesse politica. Esprimono posizioni, scelte e azioni. Non chiudiamo la politica in un ghetto creando etichette, queste sono di quelli che vogliono mantenere il controllo. La politica è espressione di un'arte, quella di saper conciliare le varie esigenze per il bene del popolo. Il popolo è il protagonista attraverso la manifestazione sia delle singole idee, sia di sue rappresentanze che sostengono queste idee, questo con l'aspirazione di governare al meglio (qui nasce il gioco democratico di una maggioranza e di un'opposizione che si formano attraverso libere elezioni). Il giocattolo è delicato, se si rompe va ricostruito con pazienza includendo tutti gli attori, ognuno libero di far politica come meglio crede, ma sempre nel rispetto degli altri.
Caro Richard, la tua è l'obiezione che mi ha mosso anche il Vaglia. Mettiamola così. In un certo senso, quello che affermi è vero, in un altro, secondo me, è falso. Quando si studia la storia politica di un paese, si studia principalmente la storia dei politici di mestiere. Certamente, una definizione netta non si può dare, ma quando si parla di politica generalmente si intende quella espressa da una certa classe dirigente. Altrimenti, finisce (cosa anche vera) che siamo tutti politici e quindi l'aggettivo, essendo universale, non ha più senso, perché non distingue più niente. Comunque, vedo che il mio discorso non è stato compreso se non da axste, anche se non approvo la sua reazione. Eliminiamo la parola 'politico'. Io affermo che c'è una presa di distanza sempre maggiore da una classe X di persone, non meglio definite, che gestiscono per conto di un'altra classe Y una cosa Z. Personalmente,
a me dispiace che la classe Y tratti con odio la classe X. Certo, X non è perfetta. Potrebbe essere migliorata, cambiata con un'altra classe, o semplicmente espansa $Xcuplbrace x_1ldotsx_n brace$. Tuttavia, la cosa Z presuppone che ci sia una classe a gestirla. Credere che Z possa non essere gestita affatto, non è un bene. Z potrebbe rovinarsi con il tempo se nessuno se ne cura. Inoltre, è o non è proprietà di Y? Se Y rifiuta di lasciare che X se ne occupi, fa danno a sé stessa. Chissà, magari in tal confusione in cui Y versa, per cui Y è dilaniata da lotte fratricide e particolarismi, in quanto un Y vorrebbe che X facesse una cosa, e un Y un'altra, potrebbe saltar fuori una nuova classe omogenea U che alla fine tira via il gioco dalle mani sia degli X che degli Y, gestisce Z come vuole, anzi buttandola via e sostituendola con W. Mi rendo conto di aver scritto in maniera assurda. Ma visto che si fa finta di non capire...
Il mio articoletto non riguardava né il significato del marxismo, né l'etimologia della parola 'politica'. Voleva essere solo un messaggio comprensibile a tutti. Mi dispiace di essere stato duro, ma volevo riportare nel seminato la questione.
Però, visto che qualcuno è già uscito dal seminato, mi aggrego anch'io. Ho provato in varie occasioni a postare nell'angolo del filosofo, ma senza successo. Il filosofo non vuole essere disturbato?...;-) Ad ogni modo, credo che parte di quanto scritto sia una risposta al suo ultimo articolo (e così prendo due piccioni con una fava).
Se il filosofo é un sofista , buon per lui , significa che non vuole essere smentito.
Per quello sono si assolutamente in disaccordo con te poiché e fin tanto che sentirai parlare di anti-Politica non c'é nulla di cui dispiacersi , almeno dal punto di vista democratico .E' ingeneroso da parte tua il dire che sei stato compreso solo da axte , che per giunta non ho compreso:-) Il mio discorso non escludeva il tuo , solo lo comprendeva , come una casa comprende la finestra che gli si affaccia . In altri termini , sei nel solco della necessità , quando ti preoccupi dei valori tradizionali e del loro valore , sbaglieresti a credere che quei valori sono innegoziabili nel solco del divenire , per quest'ultimo tutto é rinegoziabile , saresti nel giusto se quel solco lo riuscisi a superare , ma questo lo puoi leggere solo nella "struttura originaria".
sono molto interessanti , stimolano la mente e il cuore.. forse non è un male non poter commentare.. le riflessioni più utili ,sono certamente, le più intime e personali..qui però mi siete piaciuti tutti! ( miracolo!)
Forse non mi sono spiegato bene. Ci riprovo. Il tutto e' politica, anche se vero, non e' il mio ragionamento. Io dico: non si credano i partiti di essere loro tutta la politica. Il ruolo che gli da' la costituzione e' ben definito e non esrcitato correttamente. Che cosa sono il governo di tecnici, il presidente della repubblica, le amministrazioni elette nelle liste civiche, i movimenti alla Grillo, se non sono politica? I partiti che comandano su tutto con il gradimento del 4% della popolazione o si rifondano e si danno una regolata o non possono pretendere di rappresentarci. L'unione che tu cerchi non puo' essere per sostenerli, ma se non sono piu' in grado di svolgere il compito che la costituzione gli ha assegnato, e' meglio mandarli a casa. Il pericolo non e' l'anarchia e' il totalitarismo.
Mi pare opportuno intervenire in questa discussione per sottolineare in quanti punti del discorso del signor Bondoni io mi trovi in disaccordo. Sottolineo anch'io, come già fatto da altri in questa sede, che Grillo fa assolutamente politica e meno male che c'è ancora spazio per fare vera politica in un paese dove i mezzi di informazione sono asserviti agli editori e dove le voci fuori dal coro, senza altri mezzi, non potrebbero farsi sentire. Detto questo si capisce bene che non si rinuncia affatto a fare politica se si criticano i partiti tradizionali, se li si incalza sui loro difetti e se alla fine si cerca di mettere in crisi delle organizzazioni che sono andate ben al di là di quanto la costituzione ha loro assegnato come fine istituzionale a suo tempo.
Se lo si fa come movimento che rispetta le regole democratiche, non vedo quale deriva nazional-socialista o fascista si possa mai prendere. Ci terrei anche a sottolineare a Bondoni, che ha espressamente definito anti politica la "sfiducia dei cittadini nella gestione statale da parte dei politici", che quando questa sfiducia si incanala in un movimento che trova espressione democratica, questo non può che essere un grande bene per la comunità, la quale ha un'occasione di rinnovamento legittimo e legale. L'unità è una bella cosa quando è liberamente scelta e fondata su valori condivisi. Questo vale sia nei rapporti tra cittadini e stato che nei rapporti tra stati nazionali e Unione Europea. Mi scusi Bondoni, ma non mi sento proprio di stare con questo stato né con questi partiti che occupano il potere e si fanno beffe del cittadino ogni giorno.
Questo stato, che in nome del fare cassa calpesta il diritto ogni giorno, lo stesso diritto che invece dovrebbe difendere, questo stato che ruba al cittadino, vessandolo e chiedendo sempre di più solo per continuare a mantenere le sue strutture malate e decadenti, questo stato in cui solo i furbi e i raccomandati, solo gli arrivisti e gli intrallazzatori sanno bene come razziare e appropriarsi della finanza pubblica per vacanze e donnine, questo stato forte con i deboli e debole con i forti, non merita alcuna fiducia. Se avessi spazio le citerei centinaia di casi che dimostrano il disprezzo dello stato e dei partiti per il cittadino e non voglio ulteriormente rattristarla parlandole dei suicidi che stanno accadendo in questi giorni anche per colpa del comportamento dello stato.
Cosa può fare il cittadino per difendersi da questa massa di conquistatori della cosa pubblica? Mi sembra il minimo che cerchi di organizzarsi per rifiutare questo modo di pensare e questo modo di fare politica. Questa politica che dà subito del qualunquista e dell'antipolitico a chiunque non voglia accettare il latrocinio continuo, il malaffare e la corruzione.Contesto inoltre la sua affermazione che durante le crisi le nazioni si spostano pericolosamente a destra. Cosa sarebbe allora l'elezione di Hollande? Una deriva nazista? È vero il fascismo è stato una rovina per l'Italia come lo è stato il nazismo per la Germania ma paventare oggi questi effetti se si rinuncia all'unità e se si attaccano i partiti tradizionali mi sembra un po' troppo.
L'Italia, caro Bondoni, si difende cercando e difendendo la verità. Dicendo ad alta voce e sempre più forte che la politica è sana quando è fatta da persone moralmente impegnate per il bene comune. L'Italia si difende volendo fortemente che i ladri e falsi politici se ne vadano a casa e smettano di prenderci in giro con le loro false promesse. Lo scempio che hanno fatto è sotto gli occhi di tutti e lo pagheremo noi, ma cosa peggiore lo pagheranno i nostri figli.
Cerco di rispondere. Non ho mai detto che questo sia il migliore dei governi possibili, né pensato. Fin dall'inizio del mio articolo ho precisato questa cosa. Altrove ho contestato al governo Monti di non occuparsi della tragedia sociale che affligge l'Italia ogni giorno. Ma, il punto è questo, io credo che di un governo ogni nazione abbia bisogno. Che il fatto che delle regole non siano più sufficienti o sbagliate non deve portare ad odiare la politica in toto, ma stimolare nuove riflessioni che portino ad una concezione dello stato diversa. Per far questo, però, bisogna credere nello stato. Non in questo o quello, ma nella nozione generale di stato e nella sua necessità. Nel momento, invece, che ci si disgusta senza distinguo della politica e del far politica come emerge spesso, si dimostra di non credere più che un'entità sopra i cittadini possa curarsi di loro. Da qui, l'anarchia, ovvero il rifiuto di regole condivise.
O se si preferisce il far west, dove ognuno fa quello che vuole senza chiedere autorizzazione anche solo al proprio comune. L'idea che sta emergendo dal basso è che siccome questo governo non piace, allora non deve piacere nessun governo. Questo è pericoloso. Non porta direttamente al totalitarismo, ma all'atomismo di cui si può avvantaggiare un sistema dittatoriale o totalitario che sappia sfruttare il risentimeno generale. Questo ho scritto nel mio primo articolo e signor Eretico, non trovo contraddizione alcuna in quanto lei scrive. Riguardo al fatto che durante le crisi ci si sposti a destra, io mi sono rifatto ad una precisa situazione storica e ho giustificato quegli avvenimenti rifacendomi agli aspetti religiosi dei fascismi occidentali. Ad ogni modo, non è sufficiente avere la tessera del PCI per poter essere comunista. Il filosofo Remo Cantoni nel settembre del 1949 rifiutò l'adesione al partito in quanto secondo lui
traditore di un autentico pensiero comunista. Era comunista lo stalinismo? Direi di no, anche se lo affermava. Si parla, infatti, di "involuzione totalitaria" del comunismo, che è una cosa differente. In ogni caso, lo stalinismo va rubricato sotto la categoria dei fascismi (in questo caso, orientale). Nel caso specifico di Hollande ho sottolineato la contraddizione di un uomo che prende come modello Miterrand e nello stesso tempo parla da gaullista (per non citare il fatto che anche lui provò a raccogliere i voti della Le Pen). Insomma, secondo lei, Eretico, io farei l'apologia di questo governo. Assolutamente, no. Il mio era un altro discorso. Questo risponde anche al prof. Vaglia e anche a Dru. Ogni governo è perfettibile. Un ruolo lo gioca anche il cittadino. Ma quale cittadino? Quello che decide di occuparsi seriamente di politica o quello che rifiuta tutto ciò che viene dalla politica a priori? Non è la prima volta che scrivo su VSN.
Mi stupisce che non si sia capito il mio stupido ragionamento: si può criticare quanto si vuole lo stato, ma di uno stato abbiamo bisogno. Non dobbiamo perdere fiducia che possa esistere una struttura statuale adatta ai bisogni di una nuova società. Infine, a Dru: perché Cantoni rifiuta la tessera del PCI? Perché vedeva in Togliatti un uomo che negava la dimensione possibilista della filosofia marxiana. La filosofia di Marx è la filosofia del divenire; "é una pietra scagliata nel mare delle possibilità". Il che non stupisce, dato il suo debito hegeliano. La verità è nel movimento. Last but not least: gentile Sonia, credo che il dialogo sia necessario per tutti, altrimenti è come lanciare il sasso e nascondere la mano. Si può commentare per criticare, ma anche per approvare. Altro non so dire dove tutti sono prof., ing., dott. o altro.
Caro Davide , avvolte fa di tutt'un'erba un fascio e comunque , credendole intelligenti , per un fatto di letture , le altre persone che hai nominato non ti contestano nel cuore del tuo appello , ma , giustamente , dicono la loro . Il fatto di interagire non significa che non ti si abbia capito , quando fai un appello alla moderazione negli animi , sono d'accordo che questo é giusto , quando dici che non si puó fare a meno della politica , ti dico che anche la politica tramonterà , ma il mio pensiero lo devi leggere nel solco della filosofia altrimenti é incomprensibile , quando odori un atmosfera sovversiva e ti appeli a coloro che la alimenterebbero , beh posso dirti che fino ad oggi la gente si é fidata , puó darsi , io lo dubito , che ora abbia davvero voglia di partecipare , non confondere questo con la sovversione, sei una persona molto sensibile , non riflettere sempre la tua sensibilità su tutto , puó fare solo male a te
Io non contesto chi ha un'opinione diversa della mia. Trovo solo curioso che mi si replichi, riscrivendo qualcosa che io avevo lassù già scritto. Non sono un uomo d'azione, da tempo credo che l'avventura illuminista della democrazia sia al tramonto. Ci vuole una nuova forma di stato che sappia catturare la liquidità del soggetto e tenere conto della multietnicità delle nazioni. Non credo nella massa e, quindi, sto distante dai partiti di massa che implicano una manipolazione o un'uniformazione forzata. Sì: io vedo un pericolo in questa denuncia senza quartiere, in questa rabbia talvolta indiscriminata. Lo dimostra la Grecia e in quanto alla Germania... Beh, sono sul filo del rasoio. Un partito anti-ideologico, puramente contestatario (i pirati) ha guadagnato molti consensi e tra di loro siedono estremisti di destra. La polizia si trova a fronteggiare ogni giorno scontri tra neonazi ed altri.
L'altro giorno, tre poliziotti sono stati gravementi feriti con dei coltelli. Perché non si impediscono queste manifestazioni? Io credo per paura. Per paura che una repressione scateni qualcosa di peggio. Io sono come Adorno che nel 1942 in America dubitava del futuro, malgrado avesse di fronte già un inferno. Una cosa che debbo riconoscere alla Germania (sia ovest che est, e poi quella riunificata) è stata la volontà di capire il proprio passato e di riflettere. In Italia, dopo l'esperienza fascista, si è semplicemente aperta una porta nuova, senza pensare alle conseguenze sul lungo periodo che tale totalitarismo (seppure imperfetto, per nostra fortuna) avrebbe potuto portare. In Germania è saltata fuori un casino dopo che un politico a proposito del progetto Stuggart 21 disse che si trattava di un totaler Krieg (parole di Goebbels). Qua, il Corriere della Sera si permette di ironizzare su Hollande
chiamandolo nazional-socialista. In Germania avrebbero querelato il giornale e scatenato una discussione infinita. Qui, niente. Vorrei aggiungere ancora una cosa. Ho parlato dei vari cancellieri della repubblica di Weimar. Una cosa era certa: non si poteva governare senza un accordo con i grandi capitali che erano diventati sempre più mastodontici e potenti. Il collegamento tra politica e capitale era simbolizzato dalla figura del presidente Hindenburg e dal suo amico Papen. Hitler era solo un agitatore da birreria. Non aveva chances. Per questo motivo cercò contatti tramite Goering, che era collegato a grandi industriali. Morale della favola: anche solo l'economia è altamente pericolosa. Gli ebrei non andavano a lavorare nei giardini dei tedeschi, ma nelle fabbriche della Krupp, della Mannesmann, della Siemens. Nessuno di questi fu mai condannato. Ecco, io vedo un nesso pericoloso tra economia - politica - risentimento popolare.
Mi rendo conto che la situazione italiana è diversa da quella tedesca, ma certe volte i paragoni sono utili.
Fin tanto che le contestazioni sono sedate dalla polizia di stato non temerei , l' angoscia per futuri catastrofi ci derivano semmai da troppa pace , che , come per ogni angoscia , nasce dalla felicità raggiunta , la pace appunto e il benessere. Io non temerei questi eventi catastrofici , non convengono a chi ora detiene il potere , l'asse USA/Russia , ancora i veri detentori del potere politico mondiale anche dopo la caduta del muro , poiché con le loro aree di influenza ,sono ancora coloro che detengono un arsenale atomico invincibile , la tecnica appunto , che se scagliato per intero eliminerebbe il mondo intero.La Germania in questo contesto non ha alcun potere , immagina te quanto puó averne una frangia di bellicosi imbelli neonazisti . Ecco ti esorto appunto a non ingigantire fenomeni di nessun conto politico , ma soprattutto tecnico.
Ma sono in macchina a scrivere.
Anzi é molto pericolosa , la tecnica al servizio di ogni manipolazione possibile é l'origine della nostra violenza , l'economia é fortemente alleata alla tecnica , se ne serve non sapendo di essere lei al suo servizio.
Mi piace moltissimo il livello di discussione messo in atto,se posso aggiungere qualcosa, al di là delle giuste considerazioni di Davide Bondoni, è il constatare la situazione della Grecia e pensare che senza Monti ora saremmo nella stessa situazione.E quando si parla di "REGIME", non dimentico come si sono comportati i Ministri nominati da Berlusconi, compresa la signora Gelmini che con i suoi tagli ha dato un pessimo esempio di come si gestisce la scuola pubblica. E nella nostra bassa Vallesabbia i suoi estimatori ... che, anche se nelle ultime consultazioni non hanno brillato ... continuano ad agire con la medesima prepotenza . Per quanto riguarda i grillini.. non li conosco, non so se siano di destra o di sinistra,ma ho l'impressione che non abbiano mai messo piede ad un Consiglio Comunale.
Non so che dirle... Io non ero un berlusconiano. Ho visto con favore l'entrata di Monti. Purtroppo, mi aspettavo da lui qualcosa di diverso. La crisi italiana, certo, non è da addebitare a lui. Ma vede, io sarò paranoico, ma vedo in questo disprezzo della politica un grosso pericolo. Non ero berlusconiano, ma non ho mai trasgredito nessuna sua legge, anche se, francamente, non la condividevo. Dal basso sta salendo, insieme ad una sana voglia di rivincita, di rabbia, anche una delusione della politica tout-court. Mi hanno fatto notare che siamo tutti politici. Ergo, è un politico come gli altri anche Monti. La questione non è solo Italiana. Nelle recentissime elezioni tedesche, da noi si è dato peso al crollo del CDU (il centro cristiano democratico della Merkel). Grosso errore. Quello che spaventa è l'avanzare dei Pirati (un partito di pura contestazione che include persone dell'estrema destra) e
il considerevole aumento dei liberali che adesso torneranno dopo 60 in un governo e rinsalderanno la figura di R"ossler. Riguardo al CDU, esso e la socialdemocrazia sono e rimangono i due partiti per eccellenza tedeschi. Si prospetta, infatti, un'intesa giallo-rossa (CDU-SPD). Non credo che gli antipolitici italiani siano poi così lontani dai pirati tedeschi. Come detto sopra, ad Hollande non hanno fatto schifo i voti della Le Pen. Non solo. Per chi pensa che Hollande stacchi la Francia dalla Germania, ricordo che ha espresso notevole ammirazione per Sch"auble, il ministro per l'economia tedesco. Quindi, la tensione c'è. Io non ho una riposta a tutti questi problemi, ma la contestazione senza quartiere reca più danno che bene. Grazie del suo gentile commento.
Per un Natale Buono! Quando la politica si fa contro qualcuno, quando la politica indica il nemico, quando la politica coltiva la vendetta, quando la politica nutre l’invidia sociale, quando non conosce il perdono...
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ID19426 - 09/05/2012 10:09:50 - (Dru) - Sono convinto dalle tue parole e persuaso
Rimango però ancora più basito dalle reazioni all'anti-Politica che dall'anti-Politica : Grillo non è anti-Politica , la sta facendo la Politica eccome, e il presidente della Repubblica ha fatto male a dare fiato alla polemica , ma non era sua intenzione , lo ha fatto però. Non era sua intenzione poichè il suo piano di ragionamento era quello "economico" , poichè il boom degli anni 60 , a cui lui si riferiva , era a quel piano che si rifaceva e lì ha fatto bene a provocare , per stimolare la riflessione su quanto sta invece succedendo a livello economico ora nel nostro paese ; ha fatto male in relazione alla domanda della giornalista che richiedeva un commento sul Beppe nazionale. Si nota del nervosismo anche nelle persone che sembravano guidare gli eventi con la ragione , si percepisce invece in quelle persone un disagio sempre più diffuso , segno che la macchina è davvero in panne.