Cooperativa da un quarto di secolo

“Le grandi vette si raggiungono soltanto in cordata”.

Dalle parole di Papa Giovanni Paolo II l’idea su come chiamare la cooperativa nata 13 giugno del 1987 a Roè Volciano, col compito per nulla semplice di dare adeguata risposta ai bisogni del territorio della bassa Valle Sabbia, in particolare i servizi alla persona.

Il quarto di secolo che ne è seguito è stato ripercorso qualche giorno fa dal presidente Attilio Piccinelli che nella sala delle riunioni dello Scar di Roè Volciano, (scuola fondata dalla cooperativa San Giuseppe che essendo nata nel 1963 è stata la prima al mondo) ha introdotto una serata dedicata appunto alla cooperazione sociale.

 

Una modalità di approccio alle problematiche sempre attuale, forse ancora di più, a causa del momento di generalizzata difficoltà finanziaria, che rischia di incidere in modo drammatico sull’erogazione dei servizi.
Al dibattito, sostenuto da numerosi interventi da parte del pubblico, hanno partecipato Gianantonio Girelli nel ruolo di consigliere regionale e segretario della commissione “Sanità e Famiglia”, Valeria Negrini che è membro del consiglio delle presidenza di Confcooperative ed Ermano Pasini nel ruolo di presidente della Comunità montana di Valle Sabbia.

 

“In un momento difficile come questo occorre saper leggere i bisogni in modo approfondito, per poter decidere quali risposte dare e con quali risorse” ha detto Girelli, paventando una riduzione dei finanziamenti dello Stato a favore delle politiche sociali che alla fine sarà del 77%.

“No ai tagli lineari della spesa, si a modelli organizzativi più efficienti, calcolando che se la Regione Lombardia fosse in grado di risparmiare sui 17 miliardi di euro che spende ogni anno anche solo l’uno e mezzo per cento si riuscirebbe a sopperire alle carenze dello Stato sul welfare”.
Altro punto sul quale interrogarsi, sempre secondo Girelli, è se siano proprio necessarie tutte quante le eccellenze sanitarie che ci sono sul territorio lombardo, pari quasi a quelle dell’intera Francia..

 

Questione di risorse, dunque, ma anche di metodo: “La storia della Cordata è quella di migliaia di altre realtà simili, che propongono un modello di sviluppo capace di essere solidale e attento ai bisogni dei cittadini. E alla fine il guadagno deve essere una ricaduta positiva sul territorio - ha detto Valeria Negrini -. Questa è la cooperazione. E in un momento come quello che stiamo vivendo, la politica dovrebbe ancora di più ascoltare questi operatori che entrano nelle case delle persone, conoscono bene quali sono i loro bisogni e come fare per soddisfarli”.

 

In questo modo il discorso è andato a toccare la tematica della programmazione dei servizi e il presidente della Comunità montana di Valle Sabbia, maggior azionista insieme ai Comuni della Società Vallesabbia Solidale, si è sentito tirato in ballo per il recente Piano di Zona: “Non sarà possibile garantire tutto a tutto – ha detto Pasini -. Dovremo quindi cercare gli strumenti adatti e lo potremo fare solo interagendo con le cooperative e le associazioni spontanee”.

 

“Bene - ha replicato Valeria Negrini -, a patto che le cooperative non vengano utilizzate solo come fornitori di manodopera, ma per quello che sono: innovatori capaci di incidere fortemente nella società rendendola più equa”.

“La strada da intraprendere. ha aggiunto ancora la Negrini -, è quella di creare alleanze fra cooperative, individuare nuovi ambiti di intervento, tessere reti di relazioni anche con imprese profit. Il compito della politica è di trovare il modo di non disperdere questo patrimonio intergenerazionale che sono le cooperative, modello di economia sostenibile”. 

 

Al termine, per sottolineare il carattere festoso dell’evento, è stato servito un gustoso buffet.
 

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