04 Agosto 2007, 00.00
Vestone
El mercà dèla Nòza /1

Incrocio di genti e di mondi

Lunedì 6 agosto, primo lunedì del mese. L'appuntamento valsabbino per eccellenza è col Mercato della Nozza. Consuetudine che affonda le sue origini nella notte dei tempi. Il Gisc di Nozza ha pubblicato un'approfondita ricerca alcuni anni fa.

Lunedì 6 agosto, primo lunedì del mese. L'appuntamento valsabbino per eccellenza è col "Mercato della Nozza". Consuetudine che affonda le sue origini nella notte dei tempi. Il "Gisc" di Nozza ha pubblicato un'approfondita ricerca alcuni anni fa.
Ne riportiamo una parte.

IL MONDO VARIOPINTO DEL MERCATO: CURIOSITA’, ANEDDOTI E PERSONAGGI

Un tempo il mercato cominciava alle porte del paese (nella zona di fronte al campo sportivo sulla strada statale) e terminava nella zona dell’abitazione Roncetti. Il Comune provvedeva ad installare cavalletti con le assi su cui i commercianti esponevano la merce. I bambini, finito il mercato, si divertivano a dondolarsi. L’attrezzatura veniva ritirata la sera tardi o la mattina seguente dopo che si era provveduto anche alla pulizia delle vie e delle piazze.

I commercianti di bestiame del Savallese scendevano al mercato vestiti con ampi mantelli double-face grigi e marroni, nonché stivaletti marron chiaro.
Nelle osterie si esibivano i suonatori di fisarmonica che portavano in giro la loro musica in cambio di qualche bicchiere di vino e della cena.
Al Tabacchino, alle “Giüditeâ€, alla Croce Bianca e al Bar Stazione, nel giorno del mercato c’era un menu standard a tariffa fissa che comprendeva: un quarto di vino, pane e una scodella di trippa.

Il giorno del mercato arrivavano da Nuvolera i maniscalchi che si recavano ai “Ruc†(ex casa Antonio Zambelli in Via Galvano Giori). Giungevano la mattina presto e ferravano i muli e i cavalli che provenivano dall’intera Valle. Dietro l’abitazione vi era un ampio porticato sotto il quale avveniva “l’operazione ferraturaâ€; accanto si trovava una baracca, dove il maniscalco depositava la forgia per scaldare i ferri e le varie attrezzature. Alcuni viandanti arrivavano già il giorno prima, legavano le loro bestie e talvolta si fermavano a dormire.

L’attuale piazzetta del Tabacchino è stata fino agli anni ‘70 la “piaseta del formaiâ€. Infatti ospitava una decina di bancarelle tra cui una sola che vendeva polenta e “formai de la taraâ€, due altre bancarelle erano poste di fronte all’attuale negozio di ferramenta e alla sede della Caritas, un’altra era collocata prima del portico a fianco dell’attuale negozio Leali. Si dice che “el Batista†si incamminava di buon mattino per assaggiare tutti i formaggi; cambiando banco di volta in volta riusciva poi a bere “a rðaâ€. A mezzogiorno se ne andava a casa sazio, alticcio e… con il portafoglio ancora pieno. Si racconta anche che un noto Nozzese con un’evidente anomalia alla bocca sfruttasse tale difetto avvicinandosi alle bancarelle del formaggio, chiedendo di assaggiarne vari tipi e una volta sazio si congedasse con le parole : “El me camuda mia tat la bocaâ€.

Negli anni ’50 il mercato di Nozza fu ripreso per la realizzazione di un documentario che fu poi proiettato in varie sale cinematografiche italiane.
Fra le bancarelle curiose si ricorda quella del pesce sotto sale. Lo stesso ambulante vendeva anche acciughe, olive, sottaceti e peperoni (tale ambulante si trovava in genere sul ponte vicino alla fontanella). Si ricorda anche quella che vendeva l’Antica, Vera Iride, libretto che conteneva un calendario con oroscopo, suggerimenti riguardanti il giardinaggio e la coltivazione degli orti e altre notizie utili.

Le trattative per la vendita del bestiame solitamente si svolgevano nelle osterie e oltre al venditore e al compratore interveniva anche un mediatore (el sensal). Nel corso della trattativa veniva ordinato del vino (el quartì). Se la trattativa andava in porto toccava al compratore pagare altrimenti il conto era a carico del venditore, quindi poteva capitare, quando le trattative si protraevano (a volte si intromettevano anche altre persone, spesso “compari†dell’uno o dell’altro), che il conto fosse abbastanza elevato per cui il venditore si decidesse alla vendita della bestia anche ad un prezzo inferiore rispetto a quanto pensava di incassare pur di non sobbarcarsi tale onere. Una volta raggiunto l’accordo la vendita era sancita dalla battuta della mano di una delle due parti sulla mano dell’altra e viceversa accompagnate da incitazioni del tipo: â€Sa che la ma!â€, “Pica la ma!â€.

Fino alla fine degli anni ’60 uno dei principali mezzi di locomozione utilizzato da chi veniva al mercato era la bicicletta. Per questo alcuni Nozzesi proprietari di portici o cortili si mettevano a loro disposizione per custodire le biciclette. Questo lavoro era lasciato alle donne che potevano così a buon diritto essere considerate le antesignane dei … parcheggiatori abusivi. Una di queste donne raccontava che al proprietario della bicicletta veniva rilasciato un biglietto con un numero, mentre un secondo biglietto, sempre con lo stesso numero, veniva infilato tra i raggi di una ruota della bicicletta. Dopo aver fatto il “giro del mercato†il proprietario ritornava , consegnava il biglietto con il numero e così gli veniva resa la bicicletta. Una volta uno di questi “avventori†del mercato perse il biglietto con il numero di riferimento della sua bicicletta, la “parcheggiatriceâ€, credendo di avere di fronte a sé un truffatore, non voleva consegnargli la bicicletta. Gli venne riconsegnata solo dopo varie insistenze e la trascrizione dei dati anagrafici riportati sulla carta d’identità e quando, ormai sera, tutti erano venuti a riprendere le loro biciclette senza che nessuno reclamasse quella dello sfortunato signore.

E chi non ha mai sentito nominare il “famigerato†Giferti vissuto tra la fine del XIX e la prima metà del XX secolo le cui burle hanno fatto sorridere vecchi e bambini? La signora “Brachi†ci ha raccontato che il Giferti le fece acquistare al mercato una brocchetta di terracotta in cui doveva conservare del vino esclusivamente per lui. La brocchetta era custodita in una credenza e non doveva mai essere lavata perché, a detta dell’ometto, avrebbe perso l’aroma del vino. Un giorno, accortosi che la brocchetta era stata lavata, ebbe una lite furibonda con la proprietaria della trattoria.

Si dice inoltre che a tavola fosse un uomo dai facili gusti: nel giorno del mercato recuperava cibi guasti e deteriorati che i venditori buttavano per ordine degli ispettori dell’igiene, quindi li faceva bollire e cucinare dalle vicine di casa, maleodorando l’intero cortile. C’era qualche massaia che a volte lo rimproverava, ma Giferti rispondeva – Carielli…Doribelli…- e metteva piacevolmente a tacere la poverella.

Non è mancata al mercato di Nozza una “nota melodica†con un altro personaggio, caro ai frequentatori dell’appuntamento mensile: il Secondo.
Questo simpatico signore, tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, era solito raccogliere cassette e cartoni dopo che gli ambulanti, alla fine della giornata, avevano caricato la merce invenduta. Ma l’aspetto più divertente è che il Secondo accompagnava il suo giro, che si protraeva fino a notte fonda, cantando a squarciagola. Forse era meno divertente per le persone sotto le cui finestre sostava…

Da “èl mercà dèla Nòza†a cura del G.I.S.C. Gruppo d’Iniziativa Socio-Culturale - LiberEdizioni


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