25 Luglio 2012, 08.00
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La testimonianza

Un viaggio in Emilia

Da un membro dell'associazione Aiutiamoli a Vivere di Ponte Caffaro il racconto del viaggio di alcuni volontari in un campo di sfollati del terremoto in Emilia.



Qualche giorno fa, Pipa mi ha invitato ad aggregarmi ad un viaggio in Emilia con il gruppo clown della nostra Associazione.
Sapevo che già da più di un mese nei fine settimana scendevano a San Felice sul Panaro per portare un poco di animazione in uno dei campi degli sfollati del terremoto avvenuto il Maggio scorso.
Come spesso faccio ho aderito subito alla proposta, senza troppo pensarci. Quale clown sono sicuramente incapace ma, forse, avrei potuto portare un poco di origami che é una passione che da sempre coltivo.
La data della partenza è al fin giunta. Sabato mattina appuntamento alle 7 con i tre clown che mi accompagneranno: Piero, Polentina e Puffetta tutti di Condino (TN).
Non conoscevo nessuno dei tre ma, già da subito grazie al loro entusiasmo, mi sono sentito parte del gruppo.
 Imbocchiamo l'autostrada Brennero/Modena e, usciti al casello di Reggiolo, prendiamo la direzione di Mirandola iniziando a vedere nelle campagne i primi effetti del terremoto: grandi crepe sui muri, tetti abbattuti e cumuli di mattoni che erano case. All'ingresso del paese iniziano per noi le difficoltà: il centro storico, seriamente danneggiato, é transennato, molte strade sono chiuse per rischio di crolli e siamo costretti a una serie di deviazioni che confondono la direzione.

Giungere a San Felice è la parte più complicata del nostro viaggio, fatichiamo a trovare indicazioni e la vista dei danni smorza un poco il nostro entusiasmo. Arriviamo  a destinazione e subito ci dirigiamo al magazzino della Protezione civile per poter scaricare i due bancali di pasta che ci ha affidato la ditta Felicetti e alcuni cartoni di alimentari offerti da famiglie trentine. In questo magazzino di raccolgono tutte le donazioni per essere distribuite ai campi di raccolta e alle famiglie terremotate che ne fanno richiesta.
Siamo al cancello del campo, veniamo registrati in entrata e ci viene assegnata la nostra tenda, la numero quarantaquattro e siamo accolti da un allegro disegno che marca la nostra tenda da ormai quasi un mese sfidando sole, pioggia e vento.
Il campo che ci ospita è allestito su un grande parcheggio alla periferia di San Felice, è gestito per la Protezione civile dalla Confraternita "Misericordie" ed è predisposto ad accogliere 250 "ospiti" e 50 volontari, attrezzato con circa 80 tende molto spaziose, un blocco docce e servizi igienici, una lavanderia, una cucina, una tenda mensa e la tenda ludoteca nella quale noi opereremo.
La popolazione attuale è scesa a circa 100 unità ed è una buona notizia: molti abitanti sono tornati alle loro case ritenute dai vigili del fuoco "sicure" altri, per lo più extracomunitari hanno preferito tornare ai loro paesi d'origine ad attendere il termine dell'emergenza per poter rientrare. Al campo sono rimasti gli "ultimi", coloro che casa, neppure provvisoria hanno.

E' un pezzo di mondo che ci accoglie, troviamo famiglie di Napoli, del Marocco, dell'India, dell'Africa, del Pakistan... e, dalla Toscana i volontari che ci ospitano. E' un grande condominio orizzontale che ospita "gomito a gomito" persone di più di dieci etnie diverse con tutti i pregi e i difetti che la coabitazione di culture diverse comporta. Solo un esempio per tutti, pensate alle difficoltà di una mensa e un menù comune: chi è vegetariano, chi mangia solo carne halal, chi non mangia maiale... Oppure le diete... Le intolleranze alimentari...
Poi ci sono i problemi climatici, sul piazzale asfaltato le temperature arrivano fino ai 40/42 gradi, le tende che hanno un piccolo condizionatore devono rimanere ermeticamente chiuse altrimenti il calore vanificherebbe la climatizzazione. Le docce e i servizi igienici sono in comune, l'acqua non abbonda e la sete è ancora più pressante.
Per noi che ci fermiamo solo due giorni il disturbo è nulla, per i volontari che si prestano per una sola settimana è poco ma, per i veri abitanti di questo campo, il peso è greve. Anche i bambini che hanno vissuto i le prime settimane come una vacanza al campeggio, ora misurano in modo diverso la loro vita al campo.

Ma, adesso sono arrivati i clown! Apriamo la tenda della ludoteca, esponiamo un programma in bacheca, sistemiamo i nostri giochi e aspettiamo i bambini... siamo qui per loro. Qualche piccolo viso si affaccia alla tenda, titubante ma, curioso. Poi qualcuno riconosce Piero e Polentina che già una volta sono stati qui, ed allora la festa ha inizio, in fondo ci stavano aspettando.
I nostri clown pronti ed armati di nasi rossi, vestiti colorati, palloncini, pennarelli e magie accendono i primi sorrisi e la voglia di giocare. Anche gli adulti sono coinvolti dai rumori e colori che animano la nostra tenda. Le ore passano veloci e ci portano fino all'ora della cena.
Il mattino dopo tutto ricomincia e nel pomeriggio abbiamo la sorpresa di un genitore che si propone maestro, dapprima con origami imparati da bambino in Marocco e poi anche con trucchi magici di carte in concorrenza con i ragazzi della Comunità di Sant' Egidio che sono venuti a trovarci regalandoci suoni di chitarra e balli.

Anche il mio "piegare la carta" ha trovato un suo spazio e lo stupore provocato dalla magia di una "rana che salta" oppure di un "uccellino che batte le ali" piegati dalle mani di bambini e adulti ha giustificato la mia presenza in quella tenda.
Giunge anche la sera della domenica e il tempo per tornare a casa; saluti, abbracci e promesse forse un poco bugiarde di tornare presto.
Il ritorno a casa è stato un poco "trafficato" ma Piero ci ha riconsegnati alla nostra valle sani e salvi prima di notte.
No so' se questo mio viaggio in Emilia mi ha permesso di aiutare, di portare o donare qualche cosa, di certo, sicuro sono di aver ricevuto e portato via con me qualche cosa di prezioso.
Grazie Puffetta, Polentina, Piero e tutti quei "pagliacci strani" col naso rosso del gruppo "Cuore per un sorriso" dell'Associazione trentina Aiutiamoli a Vivere

Raffaele del Comitato Santa Barbara di Lodrone/Ponte Caffaro



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