Alberto Zabbialini è tornato a casa

Alberto Zabbialini � pallido, un po’ smagrito, quasi pi� alto. Domenica notte ha dormito nel suo letto dopo tre mesi di giacigli nel bosco, sotto il cielo ligure. I capelli sono raccolti in codino, il viso � teso come di chi l’ha scampata bella e non si � ancora reso conto del tutto.
A prima vista pare abbia qualche anno in pi� dei 28 anni, come quando lo si vede giocare terzino nella Limonese.
La divisa invecchia.

Ieri, sotto il tiro dei taccuini e delle telecamere, Alberto Zabbialini indossa la divisa del redivivo, di chi si � allontanato da casa, a Castrezzone di Muscoline, il 10 maggio con una telefonata strana alla madre e al padre, �state vicini a Simona...�, la fidanzata, quindi � sparito nel nulla.
La causa della fuga, la convinzione di essere gravemente ammalato, al punto di preferire un addio feroce con la famiglia e il paese, senza condizioni.

Mentre lo osservi nel pallore contrastante con la vita all’aperto, ripercorri i tre mesi di fuga disperata da s� stesso, convinto di essere candidato alla fine.
Le ricerche hanno portato rapidamente ad avvistamenti nell’area ligure, nel Savonese, al ritrovamento della motocicletta. La notizia, tecnicamente, � partita dalla Liguria. Nel Bresciano si � tentato di tenerla privata, sperando in un ritorno rapido di Alberto.

Qualche giorno dopo la scoperta di un cadavere, a un paio di chilometri dal giaciglio di Alberto Zabbialini fece tremare tutti, ma era di un uomo maturo.
Infine, il silenzio totale, anche della stampa, dal 20 giugno. Tutto, del resto, viene tritato dal forno inceneritore dell’informazione.
Ieri, verso le 14, sulla porta di casa, abbracciato dal fratellino Luca, 16 anni, pagella d’oro della prima Itis di Lonato, dalla madre Francesca, dal padre Angelo, ha ringraziato i giornalisti, la comunit�, i volontari, le istituzioni.

Ha spiegato la sua assenza da casa dal 10 maggio a domenica notte:�Pensavo di avere una malattia grave. Temevo che le analisi fossero positive... Domenica mattina, su un Internet point ho cliccato sul mio nome e ho letto che non ero ammalato. Ho chiamato mio padre e mia madre...�.
Loro lo hanno assicurato che era sano come un pesce. Cos� del resto afferma il suo medico, il dott. Giuseppe Lazzarini, dopo avergli fatto visita, ancora una volta, ieri, spiegando la questione delle analisi. �� normale il falso positivo delle analisi. Vanno verificate e riverificate... Le analisi di Alberto sono negative. � sano�.

Appena pi� in l�, nel cortile del capannone dove i Zabbialini hanno un’officina ben avviata, quest’inverno toccher� ad Alberto prendere il testimone del padre Angelo che va in pensione, la famiglia racconta l’attesa angosciante.
�Al telefono, domenica sera ha insistito, voleva delle rassicurazioni sulla sua salute - ripetono i genitori - e quando si � convinto ha chiesto che fosse Simona ad andare a prenderlo alla stazione ferroviaria di Milano...�.
Nella notte, l’incontro nel mezzo al cortile della casa, alla luce della lampada dell’officina, pochi parenti, grande commozione. Brindisi e lacrime nel cuore della prima alba.
Al mattino, lunga visita alla caserma dei carabinieri di Gavardo. La madre ieri mattina ci raccontava di averlo vegliato, di esserselo mangiato mentre dormiva, rassicurandosi sul suo ritorno per sempre.

La madre lo guarda e ripercorre la storia. Verso la fine di aprile Alberto teme una malattia grave, si sottopone ad alcuni prelievi. Le analisi sono border line. In una telefonata con il medico entra in crisi, si persuade di avere una malattia incurabile.
� fondamentale fare mente locale, mettere a confronto due alfabeti e due ascolti al telefono riguardo a una materia scientificamente complessa e a fronte di una tensione emotiva elevata. Alberto fugge via a bordo di una motocicletta, con s� porta qualche maglietta e qualche centinaia di euro. Pare finisca prima nel Piacentino quindi entra in Liguria, nel Savonese.

La notte dorme nei boschi sulle colline della zona, di giorno scende in qualche bar. Davanti ha l’idea della morte, l’assenza degli affetti, in un conflitto drammatico tra ritorno e andarsene per sempre. Infine, grazie anche alla comunicazione in tempo reale, prevale il ritorno a casa. Evviva. Un’altra volta, caro terzino della Limonese, ascolta tua madre e tuo padre, e tuo fratello pagella d’oro, prima di farci diventare matti tutti. Per tre mesi.

Tonino Zana dal Giornale di Brescia

Invia ad un amico Visualizza per la stampa

Vedi anche