Coccolare il senso comune e ignorare il buon senso non č solo sport nazionale, č un atteggiamento che ha contagiato anche la politica locale.
Nel tuo scritto , caro Aldo , unghi le corde del sapere come superamento della contraddizione , che il sapere fin qui conosciuto, fonda. Quando parli di senso comune e di buon senso Hegel ti risponderebbe che stai parlando della ragione e dell' intelletto in Scienza della Logica o di forma e materia in Metafisica di Aristotele e fin qui sei nel solco di Metafisica. Ma con Gramsci il superamento intellettuale di coscienza-azione in azione-coscienza é atto dialettico. Gramsci , riprendendo da Marx , vuole la rivoluzione di questi termini in quanto solo questa rivoluzione consente il superamento della realtà , ma come é possibile questo ? Anche il tuo scritto , che dice di buon senso e di senso comune vuole il superamento della contraddizione . Per questo sono con te.
Complessificare è un brutto termine, e la sensazione ci deriva dal fatto che in una scala di piacere mettiamo al grado più elevato la semplificazione e a quello infimo la complessificazione. Spesso mi sento rispondere alle obiezioni indisponenti che mi capita di fare in risposta alle altrui affermazioni, che cerco guai perché al posto di risolvere rendo le cose più complesse. Insomma chi semplifica è il benvenuto, chi complica o complessifica merita come minimo di essere sbattuto fuori dalla porta. In pratica chi semplifica mangia gli altri nisba. Alcuni studiosi si sono domandati come mai la mente umana sia tanto tesa a semplificare cioè perché l'uomo butta così spesso via l'acqua insieme al bambino, e la risposta è stata che il cervello, nella sua parte più antica, chiamata amigdala, eredita la necessità di elaborare immediatamente alcuni messaggi provenienti dall'ambiente in modo da scampare ai pericoli
il prima possibile. La corteccia cerebrale, di formazione più recente, ci mette molto più tempo per elaborare le stesse informazioni di pericolo. Insomma il cervello si trova più a suo agio a funzionare con la semplificazione, mentre la complessificazione comporta uno sforzo, un lavoro cognitivo maggiore. Un'altra dimostrazione è il fatto che il cervello trova molto più facile è immediato il "modus ponens" rispetto al "modus tollens", strutture logiche di ragionamento di cui la prima è più lineare della seconda. Quanto sopra per dimostrare che per capire la realtà occorre spesso, e lo sottolineo, scavare più a fondo, riflettere, perché la complessità per essere avvicinata necessita di una "complessificazione" del proprio punto di vista. Quando si sentono gli slogan, quando si sceglie la via più immediata ed evidente per la soluzione dei problemi, si rischia e come minimo si prende in giro chi
ascolta, mentre come massimo e peggio, si sfrutta scientemente questo meccanismo per proselitismo politico. Siamo testimoni di quante campagne politiche attuali si basino sulla semplificazione, per esempio quella sulla mancanza di sicurezza che dipende dall'immigrazione e a seguire i tanti altri stereotipi cristallizzati e durissimi a morire. Il semplice anche se ingiusto e razzista si consolida meglio del complesso. Purtroppo però (per i semplificatori ovviamente), l'avanzamento della società in tutti i suoi ambiti avviene con le cose difficili e complesse. E' solo l'approfondimento e lo studio che portano i progressi. Se così è, allora bisogna star lontani da chi troppo semplifica e bisogna apprezzare chi ci costringe a riflettere e allo sforzo di approfondire per capire. Certo non mi sembra questa sia una posizione popolare e non si addice ai politici, ma rimane per me la sola apprezzabile. E' più facile portare la bandiera che risolvere i
problemi veramente.
Il boun senso è un venticello leggero che aleggia ad alta quota sempre nella stessa direzione, il senso comune èuna folata che vola bassa e cambia continuamente senso e velocità perchè estremamente manovrabile, sennò gli esperti in comunicazione che ci stanno a fare?
Non sai quanta metafisica c'é in quanto hai scritto , buon senso é intuito o parte , colui che astrae la parte ( controvertibile) dal tutto (incontrovertibile) per determinarla e ragione é senso comune che concreta ( tutto ) ció che prima é stato astratto ( parte ) dall'intelletto. Questo per specificarle che l' ente in quanto ente é materia della "scienza prima" , filosofia , e gli esperti di comunicazione non possono che accodarsi ad essa , vera circolazione sanguigna del corpo delle conoscenze , poiché indaga l'ente in quanto ente (filosofia)e non l'ente in quanto determinato (scienze), e cosí per la Complessità. Allora in questo la previsione filosofica é ben piú radicale di quella scientifica, che si basa sulla probabilità che un evento accada o meno , poiché si basa su contraddizione.
sono confusa... ho passato settimane, mesi, a condividere quanto pazientemente letto nei documenti - centinaia e centinaia di pagine - per contribuire nel mio piccolo ad una partecipazione informata della realta locale. Poi ho di recente scoperto che coloro che criticavano ogni mio post spesso non mi leggevano adducendo a motivazione testi eccessivamente complessi, prolissi, noiosi. Oggi leggo da una di queste voci che la semplificazione e nemica del buon senso e del progresso. Help... dov e il Nord...?? Il finale dell articolo, poi..., indica una visione della realta talmente "semplicistica" e riduttiva - oltre che mistificatoria - che stupisce possa essere scaturita dalla stessa mente colta, articolata, riflessiva che ha scritto il resto invocando una salvifica complessita... ohib... Ma da che pulpito viene la predica...?
(ovviamente)
Forse un po' piu' di umilta', che il sostenere che gli altri non capiscono, migliorerebbe la discussione. Gramsci, Manzoni e don Milani non vengono citati per lei, e nemmeno per dire che la Bini non ha buon senso, ma solo per far capire che in ogni questione senza buon senso non si risolve nulla. La finale non e' ne' poetica ne' filosofica e' quella sotto gli occhi anche del senso comune: le opere se non c'e' il buon senso non si fanno e se si fanno si fanno male.
un po piu di attenzione nell ascoltare le tesi altrui, "che il sostenere che gli altri non capiscono, migliorerebbe la discussione". "Ogni intervento umano dannoso, la tecnologia la massima responsabile del degrado, i colpevoli sono le istituzioni." Questa, oltre ad essere una semplificazione, non corrisponde affatto alla realta del lago. L umilta e anche saper ascoltare.
Aldo Vaglia scrive: "In tutti i tempi è più comodo e facile e politicamente più conveniente cavalcare le contestazioni e avallare i luoghi comuni che cercare la complessità delle cause per intervenire con saggezza". A questa premessa si aggancia la conclusione dell'ultimo capoverso come conclusione. Ciò significa che la conclusione è argomentata. E fa specie nella obiezione qui sopra che si accusi di semplificazione chi invece chiaramente invoca la complessità ricercata invece della semplificazione ampiamente disponibile alle felici menti dei più. Se comunque convenissimo, forzandoci ampiamente, che la deduzione generalizza un discorso più ampio, chiederei alla signora Bini di descrivere questa realtà che puntualmente manchiamo di identificare avendo sugli occhi spesse fette di prosciutto (San Daniele, mi piace di più del Parma). In cosa parlando di complessità Aldo Vaglia ha semplificato? Ci tolga per
favore questo velo, anzi questo prosciutto che ci ostruisce la vista. Ma non sia vaga, ci dica che non si vuole salvaguardare solo l'ambiente ma anche il paesaggio, che avete pronti dei piani specifici che garantiscano concretamente la popolazione e la sua economia, i produttori e gli agricoltori. Non basta affermare: terremo conto degli altri, bisogna dire anche come. E se si è così amanti della precisione per le altezze e per i metri cubi al secondo bisogna dimostrarne uguale misura nella descrizione di questi piani che qui richiedo. Spero però che questa sua attesa descrizione non sia per me troppo complessa da capire, tanto da inverare quel detto che chi di spada ferisce di spada perisce.
L'umiltà non ha bisogno di nessuno e vuole all'ascolto solamente noi stessi per metterci in guardia sui nostri limiti . Ovvio che colui il quale vuole umiltà dagli altri ne é sprovvisto. Arrogante invece é colui il quale si appropria di ció che non gli spetta e per esprimere tale arroganza ha quindi bisogno degli altri .Ovvio che colui il quale fa la morale senza averne l'istituto é "arrogante". Caro Leretico , aspettarsi un vero scopo dalle accuse , sempre velate da intenzioni , degli interlocutori che via via difendono il Lago dal nemico piú o meno visibile é segno che , o non si é letto il deserto dei Tartari , o se lo si é letto , allora lo si é capito per non come dice il senso comune.
Speriamo che l'attesa per la soluzione dei problemi del lago, non sia come l'incubo di Giovanni Drogo " circondata dal nulla, al nulla votata nel susseguirsi immobile di giornate tutte uguali, essa diviene il luogo dell'attesa e dello scacco......."
Mi fa piacere ritrovarti nei commenti ai miei articoli. Ne cogli l'essenza e ne fai un uso pedagogico.
ai 4 amici al bar l occasione di ritrovarsi... e di poter dare sfogo alla passione che li accomuna: girare in tondo intorno agli argomenti... Di conseguenza temo di dovermi ripetere: "I movimenti che si vanno formando su questioni locali hanno tutti le stesse caratteristiche ... ogni intervento umano dannoso, la tecnologia la massima responsabile del degrado, i colpevoli sono le istituzioni." Ma e FALSO! State mistificando la realta! Qui si stanno contestando opere che PUR autodichiarandosi "per la sicurezza" scavano invece pericolosamente al piede la paleofrana!! Qui non si sono MAI messi in discussione ne l utilizzo ne la regolazione delle acque, possibili solo grazie alla tecnologia, ma si chiedono democratici rispetto delle esigenze di tutte le realta e condivisione delle scelte. E le istituzioni, ci mancherebbe altro, hanno delle responsabilita (altrimenti che ci stanno a fare?) e se violano leggi sono colpevoli (come CHIUNQUE!). Altro girotondo...?! Buon divertimento... :)
Se il tono dei suoi interventi rimane predicatorio, denigratorio e di scontro, risposte ragionate e opinioni diverse difficilmente verranno accolte. Alle sue accuse di falsita' e di poca sobrieta', perche' le nostre idee scaturiscono al Bar, non possiamo che rispondere con la constatazione dei fatti. Dire che si vogliono le opere e manifestare perche' non si facciano quelle programmate, e' un controsenso. No alla terza galleria e palle o frana sono fatti. Le sue ipotetiche opere sono invece pura manifestazione d'intento e fantasia, mai definite nei dettagli e da nessuno approvate. Se lei e' convinta di camminare con la verita' in tasca, ogni opinione diversa dalla sua sara' una falsita'. Ma il tema dell'articolo era un altro e il lago c'entrava marginalmente solo perche' il giornale si rivolge ai valsabbini, una rotonda o una strada poteva avere lo stesso significato, e' capitato il lago perche' su quello e' gia' aperta la discussione. Se poi per giustificare le proprie posizioni si
deve sostenere che i movimenti non seguono lo schema: Difesa dell'ambiente, No alle opere, Il nemico e' il governo o la regione, si potra' raggiungere lo scopo, ma si e' fuori dalla realta'.
Riesce ad attirare l'attenzione su di se anche quando lei nella discussione centra come il cavolo a merenda e questo dovrebbe far capire molte cose a chi legge queste righe sul perchè si costruiscono fortezze nel deserto ( dei Tartari e non solo). Nelle mie righe non compare il suo nome giusto ? Forse che si è sentita coinvolta dalle definizioni che ho esposto , ma questo è un suo problema e allora mi dica cosa centro io con i quattro amici ? Me lo spieghi adesso alla luce della verità che le ho appena esposto.
ma allora il problema è suo , e risolverlo spetta a lei , come molti altri conflitti veri o presunti che si costruiscono al limite del proprio deserto.
le nostre prospettive non collimano: il Suo approccio e generale, panteistico, Lei non ama entrare troppo nel dettaglio della questione lago - guardi che ho citato il bar in questo senso, non in senso dispregiativo (non si senta, La prego, un perseguitato...) - tant e che quando lo faccio io e divento necessariamente prolissa perdo la Sua attenzione. In coda all articolo di Belotti Lei ha posto alcune domande a cui ho dato le mie risposte nel modo piu sintetico che ho potuto (mi dira che sono stata superficiale e sbrigativa?); ma dato che le mie risposte non la soddisfano mai, mi permetto fin d ora di consigliarLe la lettura autonoma dello SIA. Trovera tutte le risposte che cerca.
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ID22906 - 10/09/2012 13:10:46 - (Giacomino) - Il buon senso c'era, ma se ne stava nascosto
per la paura di dover affrontare il senso comune. Forse ci farebbe bene tornare a riflettere di più e ad affidarci meno ai rumori e agli slogan. Utile sarebbe anche il non'accodarci con troppa facilità ai molti pifferai del momento.