Il duello e il cane coraggioso

Il ponte. Un simbolo di unità, ma anche di scontro. Di opposti interessi, di rivalità, termine che contiene la parola «riva». E sulle due rive del torrente si schierano eserciti nemici.
Proprio come avvenne nel 1866 a Ponte Caffaro.
Verso il Trentino gli austriaci, sulla riva bresciana i Cacciatori della Alpi di Garibaldi, il corpo di volontari guidato dall’eroe nizzardo.

E proprio accanto all’attuale ponte di... Ponte Caffaro (località che ricade nel territorio di Bagolino) avvenne uno scontro memorabile.
Lo racconta il prefetto di Brescia, Francesco Paolo Tronca che anche in questa occasione ci fa da guida sui luoghi garibaldini della nostra provincia.
A Ponte Caffaro lo scorcio è ancora lo stesso rispetto a 141 anni fa, anche se il nuovo ponte è oggi spostato. Accanto al fiume c’è ancora il palazzo dei conti Lodron, un edificio nobiliare che ritroviamo in un’antica stampa del tempo.

«Qui garibaldini e austriaci si fronteggiarono duramente - racconta il prefetto Tronca - ci fu anche una scena epica al termine di una lunga giornata di combattimenti. Era il 25 giugno 1866. Sul ponticello di legno si affrontarono in un vero e proprio duello a colpi di sciabola il comandante degli austriaci Rutzsiska e il comandante dei garibaldini, il sottotenente Cella. Ad un certo punto balza sul ponticello il cane di un garibaldino che azzanna alla coscia il capitano boemo. L’ufficiale austriaco lo colpisce con la sciabola, il cane è ferito, ma sopravvive.

Da allora la bestiola verrà chiamata Caffaro». Un animale che divenne ancor più leggendario tra i Cacciatori, quando il 17 luglio di quell’anno si rifiutò di abbandonare la tomba del padrone ucciso nel fatto d’arme di Pieve di Ledro.
Nel duecentesimo anniversario della nascita di Giuseppe Garibaldi ci sono giunte alcune segnalazioni rispetto a monumenti, cippi, lapidi in ricordo del passaggio del generale nella nostra città e nella nostra provincia. Sono ricordi tangibili che in alcuni casi risultano anche molto deteriorati dal tempo e dalla trascuratezza, certo meritevoli di essere riportati alle condizioni di un tempo.

Paola Pasini dal Giornale di Brescia

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