Mariella Bombardieri ha intrattenuto il pubblico di "Genitori in cammino" su come educare i figli ad apprendere dalle fatiche e dai fallimenti della vita
Giovedì 22 novembre si è tenuta la quarta serata di formazione per genitori, insegnanti ed educatori presso l’Auditorium Cecilia Zane, nell’ambito del progetto “Genitori in cammino†organizzato da A.Ge. Gavardo in collaborazione con il Comitato Genitori e l’Istituto Comprensivo con il contributo dell’Amministrazione Comunale: relatrice la dott.ssa Mariella Bombardieri, nota psicopedagogista e formatrice gavardese che si occupa pure di formazione in paesi in via di sviluppo, segnati dalle guerre e calamità naturali tramite l’associazione Resilience.
Tema della serata: “La resilienza familiare: è possibile educare i figli ad apprendere anche dai fallimenti e dalle fatiche del vivere?â€.
Termine noto nel settore siderurgico/meccanico la resilienza è la capacità del metallo di resistere ad urti improvvisi senza spezzarsi. E’ un’abilità , afferma la relatrice, che non si possiede dalla nascita ma si costruisce giorno per giorno. Se da un lato ben si comprende il significato del nome che l’associazione Resilience si è attribuita essendo attiva in molti paesi del mondo martoriati da guerre e flagellati da cataclismi naturali, dall’altro non è ben chiaro il nesso del termine resilienza con il nostro essere genitori e la nostra relazione con i figli in un continente tutto sommato sicuro e in pace!
In realtà oggi più che in passato dobbiamo ribadire l’importanza del fattore resilienza che coincide con il saper far fronte alle difficoltà ed il sapersi riorganizzare in tali situazioni senza scoraggiarsi . Siamo in un’epoca in cui domina la famiglia affettiva, basata sull’affetto appunto, dove i genitori fanno il possibile per evitare le frustrazioni ai figli, per esonerarli dalla fatica del vivere. Siamo per lo più genitori che preferiscono evitare i conflitti e le discussioni (pensiamo alle generazioni passate e a quanto fossero vivi il conflitto e la contestazione fra genitori e figli). Siamo infine emotivamente troppo vicini ai nostri figli, per cui spesso il genitore si frappone fra il figlio e la realtà , si sostituisce a lui evitandogli una serie di esperienze anche negative che, volenti o nolenti, sono fondamentali per la crescita. E cita il filosofo Salvatore Natoli secondo il quale “Nella vita felicità e dolore sono uniti e sono esperienze fondamentali che tessono la trama dell’esistenzaâ€.
Oggigiorno dobbiamo avere insito in noi il codice paterno, osserva la relatrice, che è sinonimo di forte senso delle regole, di verità e di giustizia. Già dalla prima infanzia assistiamo al grande passo verso una crescita sana del figlio: il distacco (nido, scuola materna) che va operato avendo fiducia e sapendo attendere. Per un figlio la crisi è inevitabile; tuttavia il genitore deve essere consapevole che in questa fase si troverà ad attraversare insieme a lui un terreno incerto prima di trovare un nuovo equilibrio: la crisi deve essere considerata come una possibile trasformazione verso una maggiore consapevolezza di sé, verso l’autorganizzazione, verso la padronanza della situazione.
Di fronte al figlio in difficoltà bisogna saper attendere, esorta la dott.ssa. Bombardieri, la soluzione non è immediata, serve tempo. Le azioni degli adulti educanti coincidono con l’offrire ascolto, in silenzio, lasciando che il figlio si racconti, rispettando i suoi tempi, senza mai banalizzare il problema. A volte serve mollare la presa. Le aspettative sul figlio poi, devono essere sempre realistiche, senza pretendere più di quanto egli possa dare. Il rispecchiamento e la nostra empatia non devono trasmettere la nostra ansia. Riformulare il problema spesso aiuta a raggiungere possibili soluzioni. La capacità di iniziativa ed un pizzico di umorismo conferiscono meno pesantezza alla situazione. Essere consapevoli che l’errore educa, avere fiducia e chiedere al figlio di dar credito alla fiducia in lui riposta. In un mondo di crisi profonda saper educare alla speranza, infine, assume una forte e nuova rilevanza.
Per operare tutto questo occorre che qualcuno dia speranza anche a noi genitori: ecco il significato della formazione, che ci accompagna, che ci comprende perché effettivamente siamo sottoposti a fatiche immani. Serve pertanto investire nelle associazioni, nelle relazioni parentali e di buon vicinato. In altre parole serve la creazione di una “rete†costituita da famiglia, scuola, comunità , dove organizzare il tempo libero ed apprendere ad operare con una sana leggerezza.
A.Ge. Gavardo invita genitori, insegnanti ed educatori alla prossima serata di “Genitori in cammino†che si terrà il 18 gennaio 2013 presso l’auditorium della Biblioteca Comunale di Gavardo. Tema della serata: “Padri presenti figli sereni: il ruolo del padre nell’educazione dei figli e delle figlieâ€; relatore il dott. Antonello Vanni docente ed educatore che si occupa delle problematiche adolescenziali e delle relazioni tra genitori e figli.
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