03 Gennaio 2013, 07.00
Punti di Vista

Il lago tra tecnica e politica

di Aldo Vaglia

Un tema squisitamente tecnico si è trasformato in politico con tutte le implicazioni che contraddistinguono le liti tra maggioranze e opposizioni


Paratoie che non salgono in caso di necessità, frane che possono ostruire il passaggio dell’acqua, gallerie che crollano, dovrebbero trovare soluzioni tecniche adeguate, senza fantasiose regole precedentemente imposte che siano esse i 3,25 o gli 1,30 di escursione.
Se il problema è diventato politico anche la soluzione sarà politica e perciò  priva di ogni scientificità, qualcuno potrà ugualmente essere soddisfatto, ma le opere, ammesso che vengano fatte, risentiranno del metodo scelto.

Le acque dei laghi si inquinano molto più lentamente di quelle dei fiumi, il disinquinarle richiede tempi lunghi ed operazioni costose.
La prevenzione è il modo più intelligente ed economico per contrastare aumenti di trofia.
Non immettere fosforo è la regola per salvare il lago. Il collettore fognario è il primo intervento necessario, ma è anche il meno sentito. L’inquinamento non si vede  i suoi effetti sono a lunga scadenza e l’opera di risanamento può essere scaricata su quelli che vengono dopo.

Si segue lo stesso criterio anche per la sicurezza. In questo caso la tecnica dovrebbe prevalere sulla politica, ma ciò non accade. I tecnici si prestano al gioco delle parti scegliendo quella più conveniente e meno conflittuale, e adeguano i progetti ai desideri .
Prevale la demagogia, ciò che non si può trovare nei professionisti si cerca nei tribunali.
La politica ha il compito di dettare gli indirizzi, non di indicare le tecniche di intervento. La contestazione di dati, se non supportata da controlli e verifiche, è una barzelletta e chi se ne fa portatore più che alla scienza fa riferimento alla magia.

Negare l’esistenza della frana non è solo antistorico, è cecità. La frana, nonostante la vegetazione ne abbia confuso i contorni, è evidente; ciò che non si può stabilire è l’entità. 
Anche sullo sfruttamento economico per  corrente, agricoltura e turismo si trovano elementi di contraddizione.
Le acque del lago sono sfruttate da un secolo per produrre corrente, col solo intermezzo della nazionalizzazione,  i privati hanno sempre fatto profitti  senza indennizzare chi ha fornito la materia prima e ne ha subito i danni. La richiesta di risarcimenti per disinquinare il lago, se si ritiene che l’escursione sia la principale causa del fenomeno, dovrebbe far parte di una trattativa politica.
Limitare l’uso dell’acqua per l’energia oltre ad essere antieconomico, cozza contro qualsiasi tipo di ambientalismo. Consumare energia sporca comperata a caro prezzo all’estero, quando si può produrla pulita e a costi inferiori è privo di ogni logica.

Il cambiamento climatico, dovrebbe spingere le amministrazioni a riempire il più possibile i bacini naturali ed artificiali e conservare le scorte  d’acqua per produrre cibo. Oltre alla qualità ed ai sapori, un’agricoltura più vicina al consumo e che risparmia energia non può che essere vista con favore da chi crede in uno sviluppo sostenibile.
 
I livelli hanno anch’essi un’importanza economica, la loro stabilità garantisce bellezza, vivibilità e favorisce il turismo, la salute del lago dipende però oltre che dalla qualità, anche dalla quantità di acqua; più il lago è pieno maggiore è la diluizione.
Regolare il lago un metro e mezzo al di sotto della sua capacità, non trova alcuna giustificazione tecnico- scientifica.
Avere a disposizione riserve energetiche e poterle governare è connaturato all’uomo, privarsene, per paura, è arcaico e irrazionale. Anche rinunciare al denaro per investimenti strutturali, considerandolo spreco e sterco del diavolo, non aiuta né a capire né a risolvere le crisi e nemmeno a salvare il lago.
 


Commenti:
ID26429 - 03/01/2013 07:58:06 - (Dolcestilnovo) -

Solo una considerazione/opinione e una domanda Signor Vaglia. Considerazione: regolare il lago un paio di metri sotto il livello massimo serve per tenere alcune spiagge libere dalle acque (se non si vuole che la gente si tuffi o peschi dalla strada). Domanda: lei e' proprio sicuro che il lago pieno favorisce il turismo? A me non sembra di vedere frotte di imprenditori de noantri che investono con fiducia cieca in strutture turistiche. I pochi che lo hanno fatto (pub, residence Vico, piscina) si sono attirati le ire del Pelide Achille. Per il resto standing ovation Signor Vaglia.

ID26430 - 03/01/2013 08:43:41 - (Aldo Vaglia) - Provo a rispondere a Dolcestilnovo

La provincia di Trento pur con un'escursione minore di quella richiesta per la regola vedeva le quote del lago oscillare tra i 368 e i 369, mi sembrano le piu' convincenti per avere il lago nel suo massimo splendore. Considero pero' inadeguato fare opere riduttive per paura che l'intervento dell'uomo sia cosi' sciocco da essere autolesionista.

ID26441 - 03/01/2013 14:59:26 - (Elena Bini) - Concordo

con lei fino alle sue penultime righe - tranne qualche dettaglio, vedi magia (?), negare frana (?) - ma mi ritrovo davvero in contrasto con le sue ultime conclusioni. 1) la relazione tra qualita e quantita non si risolve solo con il suo "il lago pieno fa bene alla qualita perche diluisce": i dati confermano che cio resta vero fiche non si scende sotto i 367 m. C e anche un discorso di quantita dell escursione, che lei mi pare trascuri, mentre lo studio di impatto ambientale di una regola di 3,25 m da 370 in giu ha rilevato evidenti danni all ambiente. 2) Privarsi "per paura" di riserve energetiche e un concetto veramente deprimente che evidenzia quanto lei abbia poca attenzione x i documenti e x i fatti: temo le sfugga che RL NON sta "pensando" ad una regola da 368 a 389 ne ad opere di massimo invaso per il torrido futuro (a proposito: qual e il limite? 20 metri possono bastare? Meglio 50...). RL sta gia facendo ben altro, mentre dal suo scrivere emerge altro dalla odierna realta.

ID26443 - 03/01/2013 18:02:15 - (Dolcestilnovo) - non vi e' nulla da fare

I vari comitati riescono a vedere la cosa solo da una prospettiva, la loro. Chi guarda da altre prospettive e' fatalmente in errore. Un tantino fondamentalista direi.

ID26446 - 03/01/2013 19:43:39 - (Giuseppe Cattabriga) - Scelte difficili

Premessa la mia superficiale conoscenza dei problemi che investono il lago d'Idro, le soluzioni non possono prescindere da una preventiva scelta sulle priorità da perseguire.La prima considerare l'acqua nella sua dimensione fisica destinata a soddisfare i bisogni dell'uomo, degli animali, l'irrigazione, la navigazione, la produzione di energia elettrica, ecc. e riversando in essa effluenti e rifiuti di ogni tipo.Le conseguenze di questa scelta sono oggi drammatiche. Intere regioni, in ogni parte del mondo, sono state devastate e numerosi corsi d’acqua, laghi e falde sotterranee sono stati inquinati. La seconda opzione considerare l'acqua nella sua dimensione biologica, quale ecosistema in grado di produrre risorse rinnovabili e come tale da preservare nel tempo.Appare logico pensare che, stante la crescente sensibilità circa la soluzione dei problemi ecologici, l'ambiente acquatico sarà un giorno pienamente valorizzato anche nei paesi industrializzati.

ID26451 - 03/01/2013 21:52:38 - (kyselak) -

"Il Chiese, questo antico padre della nostra Valle che con l'incessante fluire ha portato seco, e continua a portare, negli abissi del suo porto lontano, gli imponderabili ricordi di innumerevoli generazioni, per tanti secoli secoli ha costituito una delle migliori fonti di vita e di ricchezza, come ha conferito alla valle i più leggiadri e coloriti aspetti di pittoresca bellezza".Queste parole di Ugo Vaglia fanno riflettere circa le molteplici possibilità di utilizzo delle acque e non solo per vocazione turistica. Lo stesso storico non risparmia di elencare le rovinose inondazioni che caratterizzarono il 1800 e la prima parte del 1900. Due temi quindi da non sottovalutare, i diritti consolidati degli utilizzatori a valle e la sicurezza. Altri spunti di riflessione sono insiti nell'intelligente articolo del signor Aldo Vaglia. La salute del lago e di riflesso anche la nostra, la qualità delle acque e l'indotto delle opere di valorizzazione.

ID26453 - 04/01/2013 09:58:00 - (Aldo Vaglia) - L'acqua tra energia e materia

Non concordo completamente con il ragionamento del sig.Cattabriga. Questa distinzione netta tra dimensione fisica e biologica, seppure intrigante, non tiene conto del ciclo e del movimento dell'acqua, anch'essi ricchezza perche' producono energia. Energia accumulata nel cibo e prodotta e distribuita come corrente elettrica. Non e' percio' l'uso da condannare, ma la mancanza di rispetto che se ne ha nella trasformazione. Preservare l'acqua come elemento indispensabile per la vita e' si prioritario rispetto a certi usi, ma non e' incompatibile.

ID26454 - 04/01/2013 10:17:44 - (Aldo Vaglia) - Ad ognuno il suo

Signora Bini. Il fatto di non pensarla alla stessa maniera da' piu' interesse alla discussione. La diversita' e' ricchezza la monotonia del pensiero unico ha prodotto i piu' grossi guai nella storia. Quindi non sono le idee che contesto, ma la strumentalizzazione dei dati per sostenerle e il mettere in bocca ad altri cio' che non hanno detto, o addirittura il contrario. Cosa significa andare sotto i 367 metri o i 20 o i 50 metri di escursione? Ho detto queste cose? No! non le ho dette e nemmeno pensate. Ho detto invece che a me andrebbe bene anche un'escursione minore rispetto a quella che voi proponete, purche' il livello minimo si alzi almeno di un metro dai 367 ai 368. Ho anche detto che le nuove paratoie non devono essere dimensionate al metro o al metro e trenta dell'escursione, ma devono essere almeno di tre metri come le attuali per poter far fronte a eventuali emergenze climatiche.

ID26456 - 04/01/2013 13:10:58 - (Giuseppe Cattabriga) -

Mi permetta di non concordare con il ragionamento "Preservare l'acqua come elemento indispensabile alla vita è si prioritario rispetto a certi usi, ma non è incompatibile.Questo non è sicuramente valido per le specie ittiche che depongono le uova a pochi centimetri sotto la superficie dell'acqua e che con l'escursione dei livelli vengono messe a secco, compromettendone in modo irrimediabile la riproduzione.

ID26459 - 04/01/2013 15:07:12 - (Aldo Vaglia) - Per Cattabriga

Il suo ragionamento e' tecnicamente corretto, ma e' riduzionista. L'ecologia e' una scienza multidisciplinare e complessa e l'uomo ne fa parte. Quando economia ed ecologia non vanno d'accordo e' perche' sbagliano l'approccio. Pesci e grano sono entrambi cibo-energia, non ha senso una loro competizione. Per il lago non e' in discussione l'escursione, ma il quanto deve essere e da dove deve partire. Il massimo utilizzo dell'acqua si ha comunque a fine estate quando i pesci non sono in frega.

ID26462 - 04/01/2013 18:00:57 - (Giuseppe Cattabriga) - Integrazione agricoltura -ecosistema acquatico

Sono pienamente d'accordo che non ha senso mettere agrosistema ed ecosistema acquatico in competizione e come questo modello di sviluppo abbia portato in breve tempo al loro degrado. Solo attraverso l'integrazione agricoltura-ecosistema acquatico sarà possibile mobilitare le risorse dei due ecosistemi senza sostenere costi aggiuntivi per mantenerli in equilibrio o preservarli da fenomeni di inquinamento.Altre forme di integrazione, tra le diverse esigenze economiche ed ecologiche, sono possibili purché questo avvenga nel reciproco rispetto.

ID26483 - 05/01/2013 11:11:30 - (Elena Bini) - Sig. Vaglia,

certo che il confronto e fonte di nuovi orizzonti, e lo auspico ed apprezzo; tuttavia fatichiamo a capirci, forse per il mezzo non proprio idoneo. Ci provo ancora: il nocciolo dell incomprensione tra me e lei ha origine dal fatto che lei ritiene che la regola sia ancora da farsi (giusto?), mentre io leggo ovunque che le opere vengono "fatte su misura per una regola di 3,25 m da 370 in giu fino a 366,75, nonostante fatte cosi creino NON sicurezza". Tuttavia con tali opere sara fisicamente possibile quel 3,25 m che dal 2002 viene evocato come "regolamento" oggi impossibile, una escursione ben lontana dal suo auspicio di minimo 368 e in su di 1 m o poco piu. Lei crede che ci sara ancora margine di trattativa sulla regola DOPO le opere? Io no, dato che la savanella per scendere a 366,75 e la terza galleria per salire fino a 370 fungono proprio a questo scopo E NON per la sicurezza, anzi A DANNO di questa. Sulle opere non siamo purtroppo con Reg. Lomb. nel tempo del DIALOGO, che e invece

ID26484 - 05/01/2013 11:11:47 - (Elena Bini) -

cio che chiediamo.

ID26487 - 05/01/2013 14:14:58 - (Aldo Vaglia) - Rispondo

Signora Bini. Io non dubito che le cose che lei dice siano vere, come non dubito che l'unico modo per farsi ascoltare sia quello da voi attuato. Mi trovo in disaccordo su cio' che chiedete. Regola e sicurezza. OK sul 3,25 e la savanella che sono eccessivi pericolosi e inutili. Ma una regola fissa da 367.20 a 368,50 da cui far dipendere le opere, mi sembra limitante, squilibrata e statica. Una regola pi dinamica in grado di regolare i livelli soprattutto in altezza la troverei piu' utile e risponderebbe anche all'esigenza di entrare a far parte dell'oganismo di regolazione e gestione delle acque. Richiesta inutile se le acque sono regolate dalle opere stesse. E veniamo alla messa in sicurezza della frana. Conosco di persona cosa c' sotto perche' con mio padre ho fatto sondaggi e pali trivellati. Gli interventi che ho ascoltato dai tecnici e dal prof Muraca a cui lei spesso fa riferimento sono incompleti e per questo possono essere fuorvianti. Il piede della frana non il letto del

ID26488 - 05/01/2013 14:37:03 - (Aldo Vaglia) -

Il piede della frana non e' il letto del fiume, ma e' sotto 7,50metri. I pozzi drenanti risolverebbero solo in superficie il macrofenomeno delle piogge, non avrebbero incidenza sulla frana stessa. L'unico sistema e' l'asportazione. Considerando esatti i calcoli del prof, Muraca che si tratta di 5milioni di metri cubi e non 50 come altri asseriscono, servirebbero ugualmente 30 anni con 10 camion che fanno 4 viaggi al giorno per portare via tutto il materiale. Si puo' anche optare perche' la galleria non si faccia, calcolo delle probabilita' e, per alcuni, limitato pericolo possono far propendere la scelta sul non affrontare la questione, per costi ritenuti eccessivi o altre ragioni che al momento mi sfuggono, non si possono pero' non tener conto dei dati di fatto.

ID26507 - 05/01/2013 21:38:20 - (Elena Bini) - Sig. Vaglia,

la regola "fissa" e una sua personale lettura, non ci "metta lei in bocca cio che non abbiamo mai detto"... Le opere prevedono una regolazione che si amplia x raggiungere i 3,25m pretesi da alcuni utilizzatori, per ottenere i quali sono necessari un pericoloso scavo al piede della paleofrana e la costruzione di una gallleria abnorme. Che sia pericoloso lo scavo non lo decidiamo ne io ne, mi perdoni, lei, ma lo hanno dichiarato i tecnici progettisti. Noi chiediamo che la regola sia definita subito (la si attende dal 1987!) in modo condiviso tra TUTTE le utenze coinvolte, e che la regolazione per la sicurezza tenga conto di questa regola e NON sia succube di un 3,25 m che non sta piu in piedi ne con la legge sul DMV ne con la sicurezza stessa. Quanto alla VERA sicurezza, i tecnici sanno il fatto loro, SE lasciati LIBERI da vincoli fuori tempo e fuori luogo. Prima d disquisire su ipotesi personali, non ritiene che QUESTE opere di FALSA sicurezza vadano contestate ORA?

ID26521 - 06/01/2013 14:01:49 - (Aldo Vaglia) - Rispondo alle sue domande signora Bini

Per l'accusa di debolezza del mio disquisire personale contrapposto alla forza del suo intellettuale collettivo, la rinvio a due classici del pensiero politico e sociologico. Il primo e' Gustave Le Bon " Psicologia delle folle" il secondo e' Vladimir Ilic Lenin " estremismo malattia infantile del comunismo". Per le opere, che lei dice false e che vanno contestate ora, ripeto quanto dico da tempo: condivido la protesta, ma considero gli obiettivi estremamente fragili e confusi.

ID26522 - 06/01/2013 19:00:09 - (Leretico) - Regola e opere

E' più di una volta che mi capita di pensare che il mettere insieme regola e opere sia sbagliato. Le due cose sono evidentemente collegate ma il metterle in relazione in modo che il dimensionamento e la funzionalità debbano essere legati in modo lineare ad una regola sui livelli che preveda un'escursione di poche decine di centimetri mi sembra veramente uno sproposito. Si pensi solo a quando si costruiscono delle tubature e si deve stabilire il loro massimo diametro: la misura non dipende dalla portata effettiva che devono supportare, ma dalla portata massima potenziale. Quindi si vedono sempre tubature più ampie della loro effettiva normale necessità per prevedere i casi di emergenza. Perché non dovrebbe essere così per il lago d'Idro?

ID26523 - 06/01/2013 19:09:36 - (Leretico) - continua

Sembra invece che si voglia delle opere che rinuncino ai casi di emergenza per altri motivi, meno ampi, meno garanti della effettiva complessità del problema. La sicurezza quindi diventa un pour parler, un secondario obiettivo non necessario, anche se fatto entrare in qualche modo dalla finestra dopo averlo fatto uscire senza tanti scrupoli dalla porta. Perché avere delle opere che prevedano ampia gestione di livelli non dovrebbero essere realizzate sapendo perfettamente che la regola è una decisione politica su cui impegnarsi successivamente? Un'automobile può andare a 180 kmh ma le regole prevedono nei paesi di non superare i 50 kmh. Le ambulanze con le sirene accese possono violare la regola per salvare delle vite. Perché dovrebbe essere saggio costruire strade strette per costringere strutturalmente la velocità a 50 kmh? Le ambulanze non potrebbero più salvare delle vite.

ID26524 - 06/01/2013 22:48:32 - (Elena Bini) - Dalla teoria alla realta:

Sig. Leretico, i suoi esempi non calzano con questa realta. Le mancano i dati documentati della questione. Non si fida dei miei, dal momento che non li considera, ma non ha intenzione di leggerseli da se: ergo non c e modo di confrontarsi, purtroppo. Lei sta vago, generalizza, non entra nel merito di questo progetto, non la seguo; io entro nello specifico di questa situazione, ed allora e lei a non seguirmi. Amen. La misura della sicurezza, per i tecnici, e inferiore a 3,25 m: per loro dire la savanella NON serve alla sicurezza, va OLTRE la sicurezza, serve SOLO per la regolazione. Se lo gradisce, puo sentirlo registrato in video. Sig. Vaglia, gli obiettivi si riassumono in uno slogan ormai noto: "Salviamo il lago d Idro". E sottolineo LAGO. Quanto alla "folla" "estremista", se ci vede tali temo coltivi un po di astigmatismo... ma ognuno ha i propri punti di vista, ci mancherebbe. Il mio e che il definirci tali e un modo - semplicistico, in verita - per chiamarsi fuori dall ascolto.

ID26525 - 06/01/2013 23:26:26 - (Aldo Vaglia) - Signora Bini

Legga e si rilegga anche lei, che non le farebbe male, invece di consigliarlo solo agli altri. Le cento persone che manifestano e vogliono la regola non le ho citate io, come neppure "prima di disquisire su ipotesi personali" sono mie parole. Se le parole hanno ancora un significato e' lei che contrappone la mia singola posizione alla sua sostenuta da cento.

ID26529 - 07/01/2013 09:10:06 - (Leretico) - Una obiezione legittima

Signora Bini, lei mi dice di andare a leggere e definisce vaga la mia argomentazione. La mia è un'argomentazione logica a cui bisognerebbe rispondere argomentando altrettanto sul contenuto. Non basta dire che non mi segue. Bisognerebbe spiegare perché non va bene ragionare come faccio io e come tantissimi altri fanno. Se la Regione fa altri ragionamenti, contro la sicurezza, io non li approvo. Resta il fatto però che si risponde ad una obiezione legittima, la mia, dicendo che non è legittima, come se questo basti a sgombrare il campo e illuminare di fulgida eroicità l'estensore di cotanta risposta. Che quindi non è una risposta. Forse ad altri strapperà degli applausi, a me e a quelli come me rinforza i giudizi già sedimentati.

ID26565 - 08/01/2013 12:36:18 - (Elena Bini) - c.v.d.

la logica che espongo io sfugge... Sig. Leretico, copio-incollo: "La misura della sicurezza, per i tecnici, e inferiore a 3,25 m: per loro dire la savanella NON serve alla sicurezza, va OLTRE la sicurezza, serve SOLO per la regolazione." La logica del Sig. Leretico dice: l'auto vada a 120, anche se le strade limitano a 50 per la sicurezza. La logica della sottoscritta precisa: l esempio non calza, qui la sicurezza (falsa x i tecnici, vera per RL) dice 3,25 m, mentre l utilizzo potra poi essere minore. E il ragionamento OPPOSTO. Piu logica di cosi....!! Per i tecnici basta MENO di 3,25 per la sicurezza, ma RL vuole avere di PIU per l utilizzo, MA lo spacccia per sicurezza. E chiaro ora?? Sig. Vaglia, contestavo l uso del termine "folla", sono certa che mi ha capito. Ma non voliamo altrove, che e questo che non mi piace: il partire per la tangente mentre si gira intorno ad un argomento. Il ns obiettivo e FERMARE OPERE PER "FALSA SICUREZZA" e avere un nuovo progetto. Fragile e confuso???

ID26566 - 08/01/2013 13:08:44 - (Aldo Vaglia) - Rispondo a Bini

IL termine " folla" non e' mio, e' virgolettato e l'autore e' citato. Le sue maiuscole, effetto di deformazione professionale, non aggiungono nulla al pensiero, che se e' chiaro si capisce da solo.

ID26592 - 09/01/2013 15:08:11 - (Elena Bini) - ?

immagino che chi ha scelto autore, titolo e contesto della citazione sia stato lei, Sig. Vaglia... Io non la sto prendendo in giro. Arrivederci.

ID26600 - 09/01/2013 17:58:51 - (Aldo Vaglia) -

Nemmeno io signora Bini intendo prenderla in giro e la questione non e' per niente personale. Sono convinto, come per altro lei, delle ragioni che sostengo. Non e' polemica o difesa di qualche amministrazione. L'esperienza, come nel caso della strada, porta alla conclusione che opporsi alle opere, che si ritengono sbagliate, ha come risultato solo il privarsene con danno per tutti. La ricerca del massimo risultato con il minimo danno dovrebbe percio' farci da guida. Il "tanto peggio tanto meglio" e' fatalmente perdente. Perche' prima di sedersi al tavolo delle trattative non si cerca un tavolino dove i comuni del lago e quelli piu' vicini interessati trovano una posizione comune? Non sarebbe strategicamente piu' conveniente dividere i due problemi Sicurezza e Livelli e non farli dipendere uno dall'altro? Accettare solo la galleria e non intervenire sulle paratoie che rimarrebbero a garanzia del livello minimo? E su quello massimo concordare un'escursione che non penalizzi Caffaro e

ID26601 - 09/01/2013 18:07:22 - (Aldo Vaglia) -

Baitoni? Sono solo alcune considerazioni a cui se ne potrebbero aggiungere altre piu' intelligenti, in grado di farci uscire dall'immobilita' e creare valore aggiunto alle ricchezze del lago.

ID26610 - 09/01/2013 21:12:18 - (Leretico) - Forse non so leggere

C'è qualcuno che più di una volta mi ha fatto la battuta che le mie braccia fossero impunemente state rubate all'agricoltura. E se dovessi adattarmi senza reazione alle sue risposte non potrei che concordare con chi ha visto uno spreco (le mie braccia) dove io invece ho visto delle possibilità (usare il pensiero). Certamente però non so leggere, perché il mio livello di alfabetizzazione non arriva al punto di poter capire che cosa lei, signora Bini intende spiegarmi. Ho già specificato, per sgombrare il campo da dubbi, che se RL chiede cose contro la sicurezza io non approvo, ma lei non legge. Vorrei però spiegare, ripetendomi viste le sue ulteriori obiezioni senza fondamento, che le opere potrebbero benissimo prevedere regolazione di livelli molto alti ( e perché non farlo se la cosa diviene una maggiorazione di possibilità di movimento in caso di emergenza?) lasciando alla politica gli accordi. Lei invece vuole

ID26612 - 09/01/2013 21:27:45 - (Leretico) - continua

convincermi che sia logico legare le opere ad una regola decisa preventivamente, negando così la possibilità di fare strutture funzionalmente più rispondenti ai bisogni di emergenza. Il punto quindi non è sui 3,25m perché per me potrebbero essere anche 7 metri se questo significasse maggiore efficacia in casi di emergenza. A lei invece piace molto l'idea di bloccare le opere su una funzionalità quasi inutile solo perché la possibilità di violare la regola stabilita è già prova di reato. Si va il processo alle intenzioni, insomma. Secondo lei quindi questa possibilità non deve essere data, tanto che bisogna spendere milioni per fare opere già monche in partenza per la pace sua e di tutti i lacustri. Non dubito che a qualcuno tutto questo possa piacere come piace a lei, ma a me non sembra né logico né funzionale. Ribadisco allora che il costruire strade strette per costringere gli

ID26613 - 09/01/2013 21:28:48 - (Leretico) - continua

automobilisti a fare nei paesi i 50 kmh della regola, impedisce alle ambulanze di salvare delle vite.

ID26640 - 10/01/2013 10:48:40 - (Elena Bini) - Sig. Vaglia,

immagino di aver capito male riguardo al prendersi in giro... meglio cosi. Tuttavia non so piu come spiegarmi.... lei scrive TUTTE situazioni su cui ogni presidiante concorda pienamente: max risultato minimo danno, tavolo locale, distinguere sicurezza e livelli, non abbassare l alveo, non allagare Caffaro, uscire dall immobilismo, creare valore aggiunto al lago. TUTTO perfetto!! La invito a presidiare con noi... ma lei non ci raggiunge perche non ha capito - mi perdoni - una cosa: che NON NOI, ma la CONTROPARTE (che nella fattispecie e Regione Lombardia) NON e d accordo con lei SU NULLA!! E sta realizzando opere CONTRO TUTTO CIO che lei auspica, finora fermata SOLO da tutti quei cittadini che la pensano si come lei, ma IN PIU AGISCONO di conseguenza. Mi voglia perdonare le maiuscole.. sara per deformazione professionale (di cui certo non ho intenzione di vergognarmi...) o sara perche sono alla millesima ripetizione del medesimo concetto...

ID26642 - 10/01/2013 11:09:49 - (Elena Bini) - Forse non so spiegarmi

Sig, Leretico. Ci riprovo, chissa che prima o poi ci riesca. 1) Regione dice: per regola utilizzi voglio 3,25 m, per sicurezza ne bastano di meno, non serve scavare l alveo e non serve arrivare al limite di allagamento di Caffaro. MA mi servono 3,25 per gli utilizzi, quindi scavo alvevo e arrivo al limite a Caffaro. Comando io e lo faccio, dichiarando che lo faccio "per la sicurezza". PUNTO. Quindi Reg. Lomb. NON fa "piu escursione" "per la sicurezza", come lei giustamente auspica, ma "per gli utilizzi" rende "meno sicuro" il territorio. 2) NOI diciamo, e lo dicono i tecnici progettisti: se facciamo le opere PER la sicurezza non si deve scavare alveo e allagare Caffaro, non servono 3,25, basta anche MENO. MA, dicono i tecnici: "Il committente ci ha imposto di garantire 3,25 per utilizzi, senza questo vincolo e SOLO con il vincolo della sola sicurezza avremmo fatto opere diverse, con minore escursione". Questa e la REALTA. Sono riuscita a spiegarle perche il suo esempio non calza?

ID26643 - 10/01/2013 11:37:48 - (Leretico) - Stiamo parlando di due cose diverse

Mi fa piacere leggere nella sua replica ad Aldo Vaglia che lei concorda su molti punti in cui credo anche io. Sono dell'idea che RL abbia intenzioni non concilianti e come dice lei ambigue. Su questo punto concordiamo. Questo però non c'entra con l'impostazione che lei dà al problema in generale. Da qui la mia risposta e la mia replica. Si sganci il discorso della regola da quello delle opere perché non sono logicamente collegati. Il discorso che io leggo è quello del ricatto: non ti faccio fare le opere se non accetti la regola che noi pensiamo giusta. Allora le opere diventano il nemico e con esse diventano nemici anche gli interessi di altri cittadini che hanno solo da perdere in caso di disastro, mentre voi avete solo da guadagnare in ogni caso, che si facciano o no le opere. Allora, signora Bini, mettendo la cosa in questo modo, cioè pretendendo un legame tra regola e opere che non c'è, lei difende una causa giusta con mezzi sbagliati,

ID26644 - 10/01/2013 11:41:55 - (Leretico) - continua

perché tutela solo alcuni interessi, non tutti. Sono riuscito a farle capire perché l'esempio calza? Si prepari perché questo punto sarà sempre di più il vostro punto debole. Non sarebbe meglio ammetterne l'illogicità e difendere anche gli interessi di tutti quelli che ci perdono da questa situazione? Nella vita, se si ammettono i propri errori, si apre la porta al miglioramento. So che costa fatica, ma si può fare. Lei è ancora in tempo.

ID26655 - 10/01/2013 14:48:11 - (Elena Bini) - Sig. Leretico,

mi faccia capire: i cittadini che secondo lei noi priveremmo della sicurezza sarebbero felici se venissero realizzate opere che non li mettono affatto in sicurezza? Se questi sono i suoi presupposti, mi sa che non ne veniamo ancora a capo... Lei non accetta che esista il legame tra regola e opere, sostiene che non siano logicamente collegati (?); ma non lo sostengo io, sa... lo scrivono e dicono i tecnici progettisti. Se ne faccia una ragione perche e una realta oggettiva.

ID26659 - 10/01/2013 20:15:12 - (Aldo Vaglia) -

Lei signora Bini ripete cose che sono lapalissiane. Quale risposta diversa dal "No" potevano darvi i tecnici ad una domanda retorica cosi' formulata? " Servono i 3,25 per la sicurezza?" Nessuno s'e' mai sognato di dire il contrario. I 25 centimetri sono per il DMV i tre metri, l'altezza delle attuali paratoie. Per la sicurezza occorre la galleria. Il mantenere il punto su certe questioni il contestare la logica del Leretico potra' avere successo in loco, non avra' comunque un grosso valore tecnico. Se si otterra' il risultato di non fare niente, si potra' vantare tutta la buona volonta', ma il disinquinare il lago e metterlo in sicurezza sara' un compito che altri dovranno affrontare.

ID26665 - 11/01/2013 15:27:38 - (Elena Bini) - Forse ho letto male

il suo post: "nessuno s e mai sognato di dire il contrario"? Certo che si, Sig. Vaglia: Regione Lombardia ha sempre e solo dichiarato trattarsi di "opere per la sicurezza e stop". Le e forse sfuggito? E poi, che cos e lapalissiano?? Se come lei sostiene tutto e sempre stato cosi evidente, vuole allora significare che i Sindaci firmatari ritenevano di firmare per ottenere la sicurezza con la galleria e una escursione di 3,25 con le paratoie. E vuole significare che i Sindaci ancora firmatari (Bagolino e Lavenone) sono tutt oggi d accordo con la regolazione da 370 m in giu per 3,25, ovvero che Bagolino e d accordo che Caffaro vada al limite dell alllagamento da maggio di ogni anno. E che su tutto cio lei e del tutto d accordo perche "e sempre meglio del nulla". E cosi? Il "nulla", Sig. Vaglia, non e certo un idea nostra, il "nulla" e solo il frutto dell ostinazione di RL a voler mascherare la regola dietro la sicurezza senza accennare ad una neppur minima apertura alla mediazione.

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