La fatica di essere giovani e anziani

Ci scrive una mamma di Bione, sorpresa per come il centro storico si stia svuotando di occasioni adatte per lo stare insieme. Riteniamo possa essere lo stesso problema di altre realtà valsabbine, pubblichiamo sperando di favorire una qualche riflessione.

---

Caro direttore,
Voglio poter documentare cosa succede in un piccolo centro della Valle Sabbia, a Bione Pieve nel particolare, paese che io abito da circa 10 anni e che solo da poco riesco a esplorare. Esco con mio marito in passeggiata pomeridiana sabato 7 settembre in clima ancora caldo e soleggiato e salendo verso Bersenico rammento che mio figlio sta cercando da tempo di rendere in biblioteca un libro preso in prestito già da qualche mese. Deviamo allora il nostro percorso verso la biblioteca e troviamo chiusa la porta con riportati gli orari che annunciano che il sabato dovrebbe essere aperta dalle 15 alle 17.30. Guardo l’orologio al polso, per sicurezza anche quello della torre, sono le 17.15 e la porta è serrata. Io e mio marito ci guardiamo intorno, il campo sportivo è desolato, l’oratorio pure. Eppure in giardino nella mia casa stanno giocando i miei figli in compagnia di amici e cugini. Dove stanno gli altri bambini che popolano abbondanti le classi elementari e materne? Guardo sotto nello spazio a fianco del Comune dove questa estate sono stati rinnovati alcuni giochi e anche lì non vedo alcun bambino. Vedo invece il tetto di un piccolo deposito: dal mio punto di vista è una terrazza pericolosa accanto ai giochi su cui è troppo facile per un bambino salire.

Chiedo se la struttura che affianca la scuola elementare adibita a biblioteca verrà aperta visto che da fuori sembra pronta. Mi viene detto che non ci sono soldi per gli arredi e che ci sono problemi di intonacatura interna. Forse, se tutto va bene, verrà aperta in primavera. Speriamo che invece la palestra che è stata terminata da qualche mese venga usata, per questo inverno per qualche attività per bambini e adolescenti con compatibili orari extra-scolastici. Non penso ad allenatori di grido o per forza a giochi di competizione, semplicemente ad un punto di aggregazione, quando i miei bambini annoiati dopo aver fatto i compiti (o raccontato che li hanno fatti…) non sanno più che fare.
V
engo poi a sapere che l’unica bottega di generi diversi della frazione sta per chiudere. A dire il vero io non mi posso permettere di fare spesa in quella bottega, visto che sono costretti a chiedere cifre esorbitanti per un etto di prosciutto. Posso rivolgermi altrove e lo faccio. Però ritengo che per gli anziani quel negozio possa rappresentare comunque un riferimento, un modo per non pesare sui familiari ed aver la scusa per fare due passi nel paese anche quando il tempo è inclemente e comprare in autonomia il pane della giornata. Vorrei capire insomma questo paese in che direzione vuole andare, quale priorità viene vista se fasce deboli come quelle di anziani e bambini sono in così palese difficoltà di fronte a servizi che non ci sono.

Riconosco che ci sono delle iniziative di alcuni volontari che propongono momenti di festa e di socializzazione soprattutto nel periodo estivo: la festa degli alpini e della scuola materna, il palio delle contrade… Quello che mi lascia perplessa è la mancanza di un progetto continuativo capace di coinvolgere le persone che vivono a Bione tutto l’anno.

E’ possibile parlarne?

Invia ad un amico Visualizza per la stampa

Vedi anche