01 Maggio 2013, 10.56
Valsabbia
Punti di vista

La Comunità che verrà

di Aldo Vaglia

Non una certezza e nemmeno una profezia solo una speranza che la condivisione dei problemi, sia a livello locale che nazionale, possa essere propedeutica alla loro soluzione


Almeno l’alibi: meglio ladri che fascisti o comunisti è caduto. Il detto fare di necessità virtù è più che mai attuale; e se si mette da parte, per un periodo anche breve, la paura di perdere consenso e la smania elettorale, l’Italia può farcela a uscire dalla più profonda crisi che l’attanaglia dai tempi della seconda guerra mondiale.
Il quadro politico delle alleanze allargate è favorevole ad una presa di coscienza delle forze locali che, non  dalle appartenenze, ma dalle idee, dovranno farsi guidare se intendono sviluppare quel  progetto di montagna, che era nelle intenzioni di chi ha istituito le Comunità.

Un aggregato di persone con interessi comuni, una società allargata oltre i confini delle piccole municipalità, senza per questo togliere ad ogni luogo quelle caratteristiche che ne fanno da sempre un “unicum” di tradizioni e di storia.
Non un’azienda, come s’è intesa per troppo tempo, che più che di fare profitti s’è preoccupata di distribuire prebende.
La crisi ha riportato ogni cosa alle giuste dimensioni. Gli sprechi sono tornati ad essere intollerabili e la preoccupazione del futuro ha preso il posto dell’euforia dell’abbondanza.

Nemmeno il principale obiettivo di frenare l’esodo delle popolazioni è mai stato sfiorato e il decretare la soppressione delle più innaturali è stata la logica conseguenza della riconosciuta inutilità.
La nostra Comunità, sebbene ridotta nei numeri e nei contributi, è stata salvata. 
Renderla efficiente ed utile è compito che dovrà assumersi la nuova maggioranza, che sui risultati verrà giudicata.

Su alcuni temi già all’ordine del giorno negli anni ’70 si e’ potuto giostrare con il rinvio e la contrapposizione ideologica, la perdita di economie agricole, artigiane, commerciali dei piccoli paesi è stata ricompensata dallo sviluppo industriale, dai supermercati e dalla maggiore competitività dei prodotti importati.
Il sistema delle quantità con la globalità è entrato, però, in crisi e l’Italia ne è stata profondamente colpita.

Oggi nel post- industriale ci siamo di prepotenza senza averne né  la voglia e nemmeno gli strumenti. È  stato un processo ben diverso da quello immaginato.
Il nuovo paradigma delle energie poco concentrate, del chilometro zero, dell’economia verde, del turismo rurale, vede le nostre zone più attrezzate di altre; quelli che si sono sempre considerati svantaggi se ben  sfruttati possono diventare opportunità.
La bassa densità demografica, i dislivelli, i boschi, i prati, il sole, il vento, i paesaggi, non sono funzionali ad una economia della grossa industria, lo sono molto di più per una economia locale  della cultura e della qualità.
 
 


Commenti:
ID31497 - 01/05/2013 11:38:11 - (Giacomino) - Di riportare le cose nella giusta dimensione

se ne sentiva ormai indifferibile il bisogno. Se questa crisi che sembra non finire ci farà anche diventare più coraggiosi nel perseguire dei programmi giusti senza furbizie ne avremo da guadagnare. Sento sempre con piacere le parole non pessimistiche di Vaglia quando parla delle opportunità che potrebbero essere riscoperte in alta valle. Sperare é sempre meglio che sparare.

ID31500 - 01/05/2013 12:13:52 - (Capitano) - Speranze

Le parole di speranza piacciono molto anche a me..La crisi non finirà tanto presto e noi popolazioni di montagna ci troviamo nella situazione peggiore, vuoi per la mancanza di servizi, infrastrutture e svantaggio competitivo della ns industria. Per il ns territorio ci sarebbe come giustamente dice Aldo Vaglia il business "green" ma, il treno andava preso qualche tempo fa. Ora possiamo rincorrerlo. E ci vorranno anni per raggiungerlo. E nel frattempo la crisi va avanti.. I politici che ci governano hanno la lungimiranza di una farfalla e nessun piano di rilancio.. Teniamoci stretta la speranza. Buon primo maggio a tutti

ID31502 - 01/05/2013 18:20:45 - (pierdo53) - c'è molto da fare !!!

Sono pienamente d'accordo con Aldo Vaglia sulle opportunità del nostro territorio riguardo al turismo cosidetto "green", credo che però ci vorrebbe un minimo di attenzione alle poche strutture che ci sono, ed a mio parere, la parte bassa della Rocca D'Anfo, dove pure sono stati spesi parecchi soldi pubblici, nello stato in cui è ridotta, "respinga" piuttosto che "attrarre" turisti.

ID31507 - 02/05/2013 08:45:25 - (Leretico) - Avere gli occhi per guardare

Per vedere bisogna guardare, è necessario che l'occhio passando su un oggetto ne rimanga colpito. Perché ciò accada occorre che nel cervello ci sia il concetto dell'oggetto, altrimenti l'occhio non riconosce nulla. In sintesi se nel cervello non ci sono i concetti, le idee e le esperienze, nessun progetto che coinvolga le risorse "green" potrà essere realizzato. Prima bisogna ammettere quali siano le vere e ultime risorse su cui la valle può contare e solo successivamente, quando questa idea si sarà ben formata nella mente, si potrà sperare che essa venga utilizzata per produrre progetti seri. Mi sembra che finora gli obiettivi, non dichiarati ovviamente, siano stati ben altri, che con lo sviluppo locale basato sulle risorse naturali e turistico-gastronomiche non c'entrano nulla. L'idea che queste ultime siano risorse vere non ha mai sfiorato i cervelli, se non per mera propaganda. Forse ora il vento è cambiato, un vento che

ID31508 - 02/05/2013 08:46:12 - (Leretico) - continua

speriamo soffi forte e presto.

ID31510 - 02/05/2013 10:45:12 - (Dru) - Sono con Leretico

e con L'ispiratore Aldo.

ID31517 - 02/05/2013 12:08:19 - (Capitano) - Appoggio

le idee del sig. Leretico, e aggiungo che forse questo vento di cambiamento dovrebbe essere alimentato da noi cittadini.. sembrano sempre esserci troppi interessi (e mediocrità) da parte di chi dovrebbe fare le ns veci nel gestire il bene comune. Soprattutto da parte di chi, nel territorio non ci vive o non ci ha mai vissuto.

ID31519 - 02/05/2013 13:42:38 - (Aldo Vaglia) - Per Capitano

Concordo sulla mediocrita' di chi ha gestito i beni comuni fino ad oggi e condivido l'impegno a non desistere dall'alimentare il vento del cambiamento. Sull'ultima tua frase " da parte di chi sul territorio non ci vive o non ci ha mai vissuto" ti invito alla lettura di un articolo di qualche tempo fa "Provinciale e Provincialismo". Il vero provincialismo d'accatto, che ha connotato in modo negativo la parola, sempre stato praticato dalle nostre parti. Ed e' l'atteggiamento servile, dei parvenu, nei confronti del forestiero e di supponenza verso chi nella valle vive.

ID31522 - 02/05/2013 19:51:28 - (Capitano) - bello l'articolo "provinciale"

Sacrosanta verità..

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