Lo chiamavano Bufalo Bill, ma cacciava Bisonti, le bufale invece sono cosa nostra che continuiamo a pensare che il "cavallo fumante" non debba bucare la Val di Susa
Difficilmente non sposo le sue tesi e la sua visione del mondo, ma stavolta neppure io ho capito dove vuole arrivare signor Vaglia. I progetti ambiziosi e utili solo ad aumentare il proprio ego (oltre al portafoglio delle mafie amiche) li lascio al condannato e ai suoi sodali al governo e preferisco di gran lunga 100, 1000, 10000 scuole pitturate, palestre costruite, ospedali rimodernati, strade riattate, trasporti pubblici potenziati.Il capo indiano poi non aveva tutti i torti, basta vedere come e' andata a finire, no?
è cristallino e diamantino ma non è di facile digestione e per questo indigeribile. Vedrai comunque che, a parte la digestione, se non lo avrà fatto l'Italia, che oramai ha perso il treno, lo farà l'Europa, che non ha alcuna intenzione di soccombere sotto ideologie e facili proclami.
io intendo che il sig. Vaglia sposa la politica del FARE.....ma del FARE seriamente, con progetti a lungo termine. L'unico modo che abbiamo per rimettere in moto il sistema.Non possiamo arroccarci sul presente e nemmeno dietro false illusioni......Il capo indiano ha sbagliato di brutto. Non si capacitava dei bisonti morti, che sfamavano A FATICA il suo popolo, in favore del treno. Quest'ultimo, però, ha rappresentato un progresso che nei secoli ha permesso di sfamare miliardi di persone (vuoi mettere il tenore di vita delle tribù indiane al nostro???)
Ha completamente ragione sig. Vaglia, propinare briciole spacciandole come soluzioni rasenta il ridicolo, l'arte del non fare al fine di distogliere l'attenzione dai grandi problemi o interventi, troppo spesso queste decisioni vengono prese in salotti smaltati al riparo dal grigiore delle citta dove per decenni a regnato la cementificazione e il degrado ora si preferisce il bisonte alla ferrovia, saper coniugare entrambe le cose sarebbe sinonimo di acutezza, ma questa non si coniuga con gli interessi di svariate forme, non e' portando il cane in ufficio che risolvi il problema del randagismo, da sempre si e' criticato l'eccesso di sviluppo del trasporto su gomma, ora nel dubbio evitiamo l'unica opzione alternativa, i tempi di Buffalo Bill sono passati, il mondo corre e i bisonti sono scomparsi, il regresso o decrescita felice e' e resta un utopia senza fondamenta, migliorare la qualita' della vita e' piu' realistico, un opera ben fatta porta al benessere se e' un alternativa al
declino, l'auto elettrica ora ci sembra una alternativa, ma se conoscessimo tutti i problemi di smaltimento delle batterie forse non saremmo piu' cosi convinti, oltre al fatto che l'energia elettrica e' prodotta per la maggior parte con l'atomo o combustibili fossili, certi percorsi sono e restano obbligati, al tempo del capo indiano non eravamo nemmeno un quarto di quanti siamo ora, i problemi sono piu' complessi, veloci, e il senso di marcia resta obbligato, e va in un unica direzione che e' il futuro.
Anche a me l'articolo sembra chiaro: essere per l'ambiente senza idee per rapportarlo in modo sostenibile all'uomo è una posizione irragionevole. La complessità delle relazioni uomo-ambiente non possono essere semplificate dicendo: i bufali sono meglio di quanto è stato il treno. Così il capo indiano esprimeva una posizione legittima, ma di una società semplicistica e attualmente irrealistica. Se vogliamo inneggiare ad una società mitica legata alla terra e all'allevamento, dobbiamo anche accettare la sua durezza e la sua precarietà. Certi ambientalisti invece vogliono il mito stando comodamente seduti su un treno ad alta velocità. Non dico quindi che la natura non debba essere rispettata, ma si devono conciliare ad essa le attività dell'uomo, quelle che cercano di migliorarne la qualità di vita. Quindi valuterei nel giusto senso tutte quelle posizioni falsamente ambientaliste e che invece tendono a conquistare un
po' di potere, facendo leva sul sentimento popolare, senza proporre reali e sostenibili soluzioni.
Dru, zine e Bob63 hanno chiarito, ma anche Capitano e Dolcestilnovo avevano colto nel segno. Con chi ce l'ho, perche' Si alle grandi opere e No al mito del buon selvaggio e' presto detto. Ce l'ho con chi e' contro il "fare" perche' o non sa fare o non ha mai fatto nulla nella vita e vive di lauti stipendi o di rendite come direbbe il "contradditorio" Grillo che poi sposa la politica degli improduttivi. E ce l'ho con questa parvenza di governo obbligato a fingere di "fare" per tirare a campare. Sul capo indiano ho delle riserve (non indiane). Prima che gli europei insegnassero agli indiani ad andare a cavallo la caccia al bisonte avveniva facendoli sfracellare giu' dai dirupi, (il salto del bufalo schiantato) non era una caccia molto ecologica e selettiva. Sulle opere ho una mia opinione. Vattimo mi simpatico, ma il suo pensiero debole in campo scientifico non lo condivido. Sono per l'occidente la scienza e la tecnologia e oltre al pensiero sono per le opere. Come ci dato di ammirar
Come ci e' dato di ammirare opere del passato, sono convinto che l'occidente oltre ad un pensiero forte debba lasciare di se' ardite opere che rivaleggino con una storia di imprese che non solo nell'architettura l'hanno visto protagonista. Se al Colosseo alla Sagrada familia, alla torre Eiffel, alle vele di Sydney chi viene dopo di noi potesse ammirare anche il ponte sullo stretto non ci vedrei niente di male.
che piace anche a me... adesso anche Berlusconi può tranquillamente farsi i suoi tette anni di galera....
insisto con il dirgli che la natura non è qualche cosa che si oppone al progresso o che gli è negativo tale per cui le attività gli si debbono conciliare, niente di più falso: le attività umane sono naturali (= di natura) per antonomasia, l'uomo è calato nella terra e l'uomo e la terra sono natura, siamo noi che inventiamo conflitti e atti contro natura, non vi è alcun atto contro natura, questo è ciò che di più falso esista.
sono anche convinto che la realizzazione delle grandi infrastrutture non sia da vedere come la causa della deturpante cementificazione del territorio, piuttosto questa colpa sarebbe da ascrivere a disordinati egoistici interessi privati. Se anche la nostra epoca potesse, realizzando delle grandi opere necessarie e con intelligenza dare una dimostrazione ai posteri che la tecnologia può essere al servizio dell'uomo, sarebbe una buona cosa.
poiché il suo discorso, quello de Leretico, non si discostava altrimenti per nulla da quelli che ideologicamente parlano di natura, cosa appunto al dunque qualifica un atto conciliante per natura ? l'ideologia appunto. Infatti l'indiano aveva ragione, eccome, e ragione avevano i costruttori di ferrovie e tutto questo per natura appunto e contro ogni ideologia.
... perchè ho voglia di polemica.
Personalmente non sono a favore del progresso (chiamiamolo col suo nome, PIL) a tutti i costi a scapito di quello che il PIL non misura (salute, inquinamento, educazione, giustizia..). In Italia c'è quasi sempre qualcuno (pochi) che guadagna a scapito di altri (tutti noi) in nome del progresso..Qui dunque non si parla di scegliere se tornare alle tende e all'allevamento di bestiame allo stato brado o proseguire col progresso e ammazzare i bisonti (nessuno credo sia così stupido da augurarsi l'una o l'altra cosa).La scelta è tra una società (ed una politica) a interesse esclusivamente pubblico o ad una a prevalente interesse privato (come ribadiva Giacomino). Le grandi opere che cita il sig. Vaglia non sono state costruite con il fine di generare PIL ma per soddisfare i bisogni reclamati del cittadino (pregare, celebrare, divertirsi). Ed è stato possibile realizzarle forse perchè la politica era davvero espressione della volontà del suo
popolo
le tette ( al posto di sette) parlando di berlu,non è fuori luogo..hihih.
tornando in argomento..PERCHè ..perchè,chi ci s-governa non ha neanche una briciola del buonsenso dei dotti e sapienti del nostro valsabbia?? ..forse perchè mio nonno aveva ragione??( la pùlitica? ..l'è spùrca..)..ma non solo...è fata da uomini piccoli che, "forgiano" popoli ancora più piccoli..
Certo sig Capitano che non e' solo il Pil ad indicare il grado di civilta' di un paese. Esso indica solo la Quantita' senza occuparsi della Qualita' o del Benessere (Pil, Piq o Bil e' un articolo pubblicato qualche tempo fa su VSN nella rubrica statistiche), ma questa crisi insegna che calando il primo perdono consistenza anche gli altri.
Sostengo da sempre che il grado di civilta' di un Paese lo si misura da come si mangia. Direi che il PIL e' l'ultimo degli indicatori per misurare la civilta' di una nazione, basti vedere la Cina dove la corsa al PIL ha dato spazio ad un capitalismo selvaggio che di fatto sta distruggendo millenni di cultura e di civilta' appunto. Il capitalismo e' un sistema destinato a fallire per il semplice fatto che il 20% della popolazione detiene l'80% delle ricchezze e consuma l'80% delle risorse del pianeta sulla schiena dell'80% della popolazione che si deve arrabattarsi con il 20% delle une e delle altre. L'uomo spesso si dimentica che "fatti non foste a viver come bruti ma per seguir vertute e conoscenza".
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ID33389 - 25/06/2013 09:49:47 - (Capitano) - Stavolta il suo Punto di Vista
non mi è chiaro...Quindi contro chi o cosa sarebbe? Contro chi vuole fermare il progresso a tutti i costi (e che costi...) ? Contro l'attuale governo (Pd PDL) che dà solo 300 milioni alla scuola? o contro il M5s che vuol farci tornare nelle caverne :D ? Una cosa mi è chiara dall'articolo.. Sulla questione dei bisonti aveva ragione il capo indiano!