24 Luglio 2013, 09.00
Bagolino
Penne nere

Strade di guerra, percorsi di pace

di Marisa Viviani

Sabato al cimitero di guerra della Piana del Bruffione, l'annuale commemorazione dei Caduti degli alpini di Bagolino

 

Percorrendo la mulattiera che collega il Gaver con la Piana di Bruffione, il pensiero corre inevitabilmente allo sforzo immane degli uomini che quella strada costruirono. Erano soldati del Corpo degli Alpini, lì comandati a fare la guardia ad una frontiera tra i monti, là dove gli uomini non-soldati facevano le stesse cose per vivere al di qua e al di là di quella linea di confine cresciuta soltanto nella testa di chi era più interessato a dividere le genti piuttosto che a unirle. Se si cerca quella linea tra le montagne infatti non la si troverà mai perché è immaginaria, in natura non esiste, sulle carte geografiche sì: di qua gli Italiani, di là i nemici austriaci, se si inverte la carta, di qua gli Austriaci e di là i nemici italiani. Sta di fatto che gli uomini che portavano le vacche su questi ed altri pascoli, montanari per lo più ma non solo, nel 1915 smettono di occuparsi della vita propria e dei propri cari e imparano a come toglierla agli altri, ai nemici austriaci di qua, e dall'altra parte idem al contrario; gli mettono in mano un fucile con baionetta per infilzare bene il nemico, e nell'attesa di consumare la grande carneficina a cui quegli uomini erano destinati, gli fanno scavare e costruire trincee, cunicoli, rifugi, appostamenti, e strade, come quella che porta alla Piana di Bruffione. Le montagne tra Lombardia e Trentino sono attraversate tuttora da numerose strade militari ancora percorribili, alcune con tratti fatiscenti altre in buono stato, che sarebbe molto interessante recuperare ad uso turistico poiché attraversano luoghi bellissimi dal punto di vista naturalistico, prima che questo grande patrimonio di ingegneria e di beni esistenti, frutto di tanti sacrifici, vada in rovina. Ma c'è ben altro che va in rovina in questo Paese, come si sa, le strade militari possono attendere; e anche i disoccupati, l'attuale carne da macello della moderna guerra non dichiarata. Questa però è un'altra storia, o forse è sempre la stessa.

Su questa strada costruita un secolo fa con il sudore e le privazioni di tanti uomini, sabato 20 luglio hanno transitato le genti che si recavano nel luogo dell'antico conflitto per commemorare gli Alpini che lì avevano perduto la loro vita. Il Gruppo Alpini di Bagolino nel 1998 aveva ripristinato il tracciato del cimitero di guerra che nel 1915 accolse le spoglie dei soldati morti, e da quella data ogni anno si rinnova il ricordo dei caduti, 27 fra Alpini e Fanti travolti da una slavina nell'accampamento improvvidamente collocato in un luogo esposto, nonostante gli avvertimenti di pericolo di chi quelle montagne conosceva; non bastavano le pallottole nemiche, anche il “fuoco amico”, si direbbe oggi, seppur sotto forma di neve e ghiaccio ma ugualmente mortale. I poveri soldati restarono così sepolti nel cimitero di guerra di Bruffione fino al 1927, quando furono esumati e riportati nei loro paesi di origine. Tra i morti vi era anche l'alpino Giuseppe Uboldi, che era stato seppellito nel cimitero di Bagolino dove restò per sette anni prima di essere restituito nel 1923 alla terra di casa sua, Fenegrò in provincia di Como; a seguito di una ricerca, il locale Gruppo Alpini di Fenegrò, ricostruita la vicenda dell'alpino caduto e stabiliti i rapporti con i colleghi bagossi, partecipa ogni anno con una delegazione alla commemorazione presso il cimitero di Bruffione per ricordare con gli altri il loro conterraneo. Nel 2008 si svolse un pellegrinaggio da Bagolino fino al cimitero di Bruffione in memoria delle vittime delle guerre; in quell'occasione la sezione Monte Suello di Salò pose un cippo nel cimitero a ricordo dell'evento.

La cerimonia di commemorazione si è svolta alla presenza del capogruppo degli Alpini di Bagolino Elia Bordiga, del presidente della sezione Monte Suello di Salò Romano Micoli, del delegato di zona dell'Alta Vallesabbia Dino Maffessoli, del capogruppo degli Alpini di Fenegrò Antonio Guffanti, dell'assessore comunale Giovanni Giacomolli facente le veci del Sindaco di Bagolino. Presso il cimitero di guerra è stata così celebrata una messa, officiante don Rutilio Nabacino; in seguito Romano Micoli, presidente della sezione Monte Suello di Salò di cui il Gruppo Alpini di Bagolino fa parte, ha brevemente commentato il significato della cerimonia in tempi tanto oppressi da grandi problemi. – In un momento di grande degrado morale, che senso ha una commemorazione come questa in un'Italia che non sa garantire il lavoro per i suoi cittadini?- Alla drammatica domanda, la risposta è stata che in ogni momento della vita bisogna essere partecipi, tener duro, andare avanti con dignitosa fermezza; come è nello stile degli Alpini, aggiungiamo noi, che sono sempre operanti nel Paese con attività di solidarietà, di protezione civile, di rappresentanza istituzionale, una presenza massiccia eppure discreta, che si impegna, lavora, contribuisce senza clamori. E infatti sono la concretezza e il sobrio contegno che fanno degli Alpini il corpo militare più popolare ed amato del nostro Paese.

Con l'abolizione del servizio militare obbligatorio in Italia a partire dal 1° gennaio 2005, l'Associazione Nazionale Alpini (ANA) ha visto diminuire le iscrizioni dei nuovi congedati che reintegravano i vuoti lasciati dai vèci che erano andati avanti; abbiamo così posto il quesito relativo a tale situazione a due giovani, Simone Bordiga e Nicola Bordiga, tra gli ultimi ad aver fatto la naja obbligatoria negli Alpini. - Oggi l'Alpino rappresenta il rispetto per la montagna e l'impegno nella protezione civile, il che significa lavorare per la popolazione, e rappresenta il ricordo storico e la memoria di chi è morto nelle guerre; a noi giovani è richiesto di continuare ciò che i più anziani hanno fatto e stanno facendo per il Paese, infatti è ancora la vecchia guardia che è maggiormente impegnata nelle attività dell'ANA e c'è difficoltà nel ricambio nella generazione tra i 30 e i 45 anni, che si impegna prevalentemente nello sport più che nella vita dell'associazione; in futuro l'ANA dovrà contare molto sui simpatizzanti, gli Amici degli Alpini, a cui si chiede di rappresentare con decoro e rispetto la figura dell'Alpino e i suoi valori. Per quanto riguarda Bagolino il Gruppo Alpini è attualmente impegnato nell'organizzazione delle manifestazioni classiche e nell'ordinaria manutenzione, forse occorrerebbe lanciare un progetto forte per richiamare nuove forze. - E' facile in effetti immaginare il futuro dell'ANA strutturato su una base di associati sempre più provenienti dalla società civile piuttosto che dai ranghi militari, e ci si augura che percorrendo le strade di guerra per mantenere la memoria di ciò che è stato e non debba ripetersi, continui senza incertezze ad intraprendere i percorsi della pace secondo l'autentico spirito dell'art.11 della Costituzione Italiana.

Gli Alpini sono anche noti per la loro socialità allegra e semplice; così è stato anche alla conclusione della cerimonia, quando tutti si sono riuniti per un semplice pasto casereccio annaffiato da un buon bicchiere di vino, e poi a gruppi spontanei si sono trovati a raccontare storie di ieri e di oggi della vita di tutti, o a cantare vecchie canzoni al modo antico in uso nel paese per tenere aperto un ponte tra le generazioni, che tra queste montagne ancora riescono a parlarsi e a comprendersi. Tra i tanti intervenuti alla cerimonia anche il Gruppo Alpini Pietro Malvezzi di Parella, sezione di Ivrea, che frequentemente partecipano alle manifestazioni dei colleghi di Bagolino, avendo come tramite un alpino di origini bagosse, Ferdinando Bazzani che con il fratello Gabriele risiede nel paese piemontese, mentre un altro alpino di origini valtriumpline, Federico Fontana di Tavernole sul Mella, ci tiene a conservare i rapporti con la terra bresciana. Con il Gruppo di Parella, Bagolino intrattiene un gemellaggio che porta gli alpini bagossi a partecipare presso la chiesetta divenuta sede del Gruppo di Parella, alla Festa dei Vigneti, che si svolge per tre giorni a ridosso della prima domenica di giugno. L'anno prossimo anche i nostri alpini di Bagolino saranno così certamente invitati al 25° del Gruppo di Parella, che sarà poi impegnato in settembre per il 1° Raggruppamento di Ivrea, che nei giorni 5-6-7-8 vedranno riuniti gli alpini di Piemonte, Val d'Aosta, Liguria e Francia. Ecco, gli Alpini sono così, vanno avanti anche se i tempi sono difficili e duri; certo è che non possono mai restare soli.

Nelle foto di Luciano Saia: Il cimitero di guerra di Bruffione con i partecipanti alla cerimonia

- Nella foto di gruppo da sx: Danilo Saibene (Gruppo di Fenegrò), Antonio Guffanti (Capogruppo Alpini di Fenegrò), Roberto Dionisi (Sez. Fanti di Bagolino), Elia Bordiga (Capogruppo Alpini di Bagolino), Romano Micoli (Presidente sez. Monte Suello di Salò), Dino Maffessoli (Delegato zona Alta Vallesabbia sez. Monte Suello).



Commenti:
ID34273 - 24/07/2013 13:12:40 - (Giacomino) - Magnifica commemorazione

e molto bello quello che ne é seguito.

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