Consiglio animato sull'area «Grignasco»

Giovedì sera, il pubblico presente nel municipio di Villanuova ha assistito per la seconda volta in una settimana a una seduta animata del consiglio comunale. Il tema principale, oltre alla verifica dell’attuazione del programma (approvata con un solo voto di scarto, ancora quello del consigliere indipendente Alessio Bussi), e al passaggio del Piano per il diritto allo studio, era nuovamente quello del recupero dell’ex lanificio Grignasco Garda.

All’ordine del giorno c’era l’approvazione dell’accordo di programma fra Villanuova e Gavardo, ovvero il documento che guiderà la collaborazione fra i due comuni nella gestione dell’affare Grignasco. «Un testo fondamentale - ha spiegato l’assessore all’Urbanistica Vittorio Florioli -, perchè dialogare con Gavardo è necessario».

L’argomento ha però stimolato l’ennesimo confronto polemico fra gli schieramenti. A dar fuoco alle polveri è stato il gruppo leghista, con il consigliere Giovanni Mantovani ad annunciare il voto favorevole («nonostante le critiche che facciamo, riteniamo il progetto comunque vantaggioso per la cittadinanza»), salvo poi venire smentito dal collega di schieramento Paolo Facchinetti, contrario ai cambiamenti di rotta del suo capogruppo in merito alla Grignasco: «Certe parti da avanspettacolo non danno credibilità all’opposizione: ci vuole coerenza».

È toccato poi al Ds Ignazio Gereloni attaccare l’amministrazione: «Gavardo non ha ancora portato l’accordo di programma in commissione Urbanistica, perchè volete approvarlo se non siete certi che sia il testo definitivo?».

La fase più interessante è arrivata però alla fine, con l’intervento di Fabrizio Zaniboni, procuratore rappresentante della «Lisa s.a.», la società lussemburghese che ha coperto il 95% dell’investimento sul lanificio. Molti aspettavano da Zaniboni i nomi dei soci della Lisa, che invece non sono arrivati, sostanzialmente per questioni di privacy. Il professionista cremasco ha però affermato che «i capitali della società sono stati verificati dall’autorità bancaria lussemburghese in base alle norme europee, quindi la loro provenienza è sicura».

«Resta il fatto che ancora non sappiamo chi siano gli azionisti» ha replicato la diessina Mercedes Garzoni. Alla fine l’accordo è stato approvato, con due voti favorevoli e due contrari espressi dai consiglieri leghisti.

Luca Cortini
Da Bresciaoggi

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