Un ringraziamento speciale ad Antonio

Già di buon mattino è iniziata la consueta gara degli spiedi e non è mancata la messa presso la Santella della Madonna del Buon Bracconiere, molto partecipata e sentita dai cacciatori e dagli appassionati che da qualche anno si uniscono in questa occasione per augurarsi una buona stagione venatoria.

Tutti uniti dalla stessa passione per la caccia, dall'amore per le natura e la montagna Valsabbina, e con una tradizione religiosa comune e sempre sentita.

Tutto iniziò quasi per scherzo fra amici cacciatori, una sera di qualche anno fa, quando fu scelto il nome per la discussa Madonnina, ma, come commenta Ardiccio Ferrari, uno dei pionieri di questa avventura: «Il tutto senza nessun intento provocatorio né dispregiativo, né per voler evadere le normative di settore. Piuttosto per richiamare un'attività tradizionale come quella della caccia, che a causa della normativa stringente rischia sempre di avere delle componenti “ fuori legge”, che però di fatto sono sempre rientrate nella tradizione storica di questa attività».

Inoltre come fa notare uno dei partecipanti spiedisti, Paolo Pavoni:

«La caccia era storicamente una fonte di sostentamento, un lavoro, una professione. Adesso è diventato uno sport che porta avanti la tradizione e inoltre consente di mantenere un patrimonio territoriale montano che altrimenti avrebbe un degrado elevato.

Questa e' un'iniziativa che va sostenuta perchè la montagna fatica a vivere di suo, e se togliamo anche quelle poche persone che con queste iniziative la fanno rivivere, diventa un luogo non più utilizzabile e praticabile. Non dimentichiamo che a queste attività sono legate la pulizia dei sentieri, delle strade e dei boschi.

Per quanto riguarda lo spiedo Valsabbino inoltre si rammenta che oltre al maiale e al pollo, l'uccello è una parte fondamentale della ricetta, pertanto legato all'attività della caccia».

Alla festa era presente anche Vanni Ligasacchi che ha fatto le premiazioni della gara degli spiedi e ha voluto specificare che:

«La madonna del Bracconiere è una festa di buon auspicio fatta in apertura della stagione venatoria, e pur ribadendo che il bracconaggio va condannato, c'è da ricordare che la caccia è sempre esistita, mentre le normative cambiano e sono sempre più restrittive.

Il nostro tipo di caccia e le nostre passioni venatorie hanno trovato dei legislatori che non hanno saputo tradurre in legge quelle che sono le nostre tradizioni.

Per quanto riguarda il nome che è stato alla festa si ribadisce che non vuole certo favorire fenomeni di illegalità, come è stato detto dal Coordinamento delle associazioni animaliste ed ambientaliste, ma è un nome simbolico e quasi goliardico, e nella realtà dei fatti il cacciatore rispetta la natura e non solo, la vive quotidianamente, fa la manutenzione dei sentieri e tiene pulito il bosco e il verde, e in giornate come questa abbiamo la testimonianza di tante famiglie e tante persone che sanno trovarsi in amicizia e solidarietà attorno a un buono spiedo, in un clima che inaugura l'inizio della stagione venatoria».

A chiusura della giornata è stato fatto un ringraziamento speciale ad Antonio, che mette a disposizione della festa la sua proprietà, con la speranza di ripetere anche il prossimo anno questa iniziativa, sempre più partecipata ed apprezzata.

 

In foto: il gruppo degli spiedatori

 

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