01 Settembre 2013, 07.32
Genitori & Figli

Le parolacce

di Giuseppe Maiolo

Un problema frequente che i genitori segnalano sono le parolacce. I bambini le imparano a scuola, giocando al parco con gli amichetti, in spiaggia, al campo sportivo...

 
Talvolta anche a casa. Sentendole dire dai genitori o dai fratelli più grandi. Anche la televisione, lo sappiamo bene, ci può mettere del suo.

Intorno ai 3-4 anni, quando il bambino comincia a frequentare ambienti diversi rispetto a quelli ristretti dell'ambito familiare e il suo vocabolario si arricchisce di nuovi vocaboli, le parolacce possono diventare per lui termini di uso comune che ripete senza coglierne veramente il significato.
All'inizio si tratta di mera ripetizione o emulazione del linguaggio dei più grandi. Il bambino infatti, è incuriosito da tutti i nuovi vocaboli e li usa nei contesti più disparati senza esserne minimamente imbarazzato.
E’ invece la reazione degli altri (genitori, parenti, insegnanti…) a fargli scoprire presto il "potere" che certe parole esercitano e l'effetto che sono in grado di provocare.
Le reazioni che l'uso del turpiloquio provoca in chi gli sta intorno (imbarazzo, rabbia, nervosismo, risate…) aumentano nel bambino la curiosità e l'attrazione verso le parolacce di cui scopre a poco a poco il significato e che impara a utilizzare come arma per attaccare o difendersi dai compagni o dai fratelli e come strumento per mettere in imbarazzo gli adulti.
Ma cosa fare?
Forse è possibile tenere presente alcuni semplici regole.
Non reprimiamo con forza il linguaggio scurrile infantile perché non serve per limitarlo. Mostriamoci indifferenti se ci rendiamo conto che il piccolo sta cercando di attirare la nostra attenzione.
Non scandalizziamoci, tanto meno ridiamo divertiti. È controproducente. Manteniamo invece la calma e spieghiamo che alcune parole non è bene usarle.
Non cerchiamo di sapere a tutti i costi da chi il piccolo ha imparato le parolacce, perché non sta lì il problema, anche perché oggi le parolacce si sentono dappertutto.

Stabiliamo invece la regola che le parolacce non sono consentite in casa, e nessuno (ma proprio nessuno) le utilizza!
Suggeriamo con fermezza e soprattutto con l’esempio, che si possono usare espressioni, tipo: "Accidenti", "Caspita", "Perbacco".
Se il bambino si abitua a controllarsi in casa, gli sarà più facile farlo anche in altri ambienti.

 


Aggiungi commento:

Vedi anche
06/05/2015 09:41

Mala Educaciòn Mi capita spesso di incontrare genitori che si lamentano dei figli adolescenti, ma non solo, segnalano anche il disagio per l'utilizzo da parte dei ragazzi di parolacce ad ogni piè sospinto

09/09/2014 07:18

Scuola e famiglia Tutto è pronto. La scuola riparte con il suo “esercito” di allievi e di insegnanti. Ma in questa annuale avventura scendono in campo anche le famiglie e i genitori

25/09/2014 07:30

Bambini a scuola, aiutiamoli a star bene I bambini, specialmente quelli che vanno in prima elementare, a guardarli al mattino quando entrano a scuola sembrano già preoccupati, emozionati, talvolta spaventati

06/12/2021 09:32

Videogiochi da regalare. Pensiamoci! Regalare videogiochi per le prossime feste? È una domanda che mi sento rivolgere di frequente. La risposta richiede riflessioni e partirei da quelle che possono emergere a seguito di un recente intervento in una scuola primaria relativo alla sicurezza online dei bambini e per la prevenzione del cyberbullismo

09/09/2019 09:40

Lo stress a scuola “Che stress la scuola!”; “Non ce la faccio più. Mi sento sempre sotto pressione e spesso mi vien da piangere e da gridare”. Sono frasi che ho sentito di frequente dagli adolescenti che incontro, e non sempre si tratta di esagerazioni




Altre da Genitori e Figli
16/04/2024

Il conformismo, un altro ingrediente dell'indifferenza

Quando si parla di indifferenza, come è accaduto a proposito di recenti fatti di bullismo tra i ragazzi, si mette l’accento sulla distanza affettiva ed emozionale che è carenza empatica e spesso scarsa o nulla partecipazione al destino degli altri

07/04/2024

Indifferenza. Il peggiore dei sentimenti

Ho già detto dell’indifferenza parlando di adolescenti. Ma la parola “indifferenza” non appartiene solo alla condizione giovanile, è un modo di essere di tutti

30/03/2024

Pasqua, tra fede e fiducia

La Pasqua ha mille valenze religiose e laiche, che in questo momento di grandi incertezze ci servono. Quelle squisitamente psicologiche rimandano alle parole “fede” e “fiducia”

24/03/2024

Le risse dei giovani e la platea degli indifferenti

I violenti fatti verificatisi alla fermata dell’autobus a Tormini richiedono una profonda riflessione. Una ce la offre il prof. Giuseppe Maiolo

11/03/2024

Stalking, quando l'amore è persecuzione

Le radici di questo comportamento stanno nell’incapacità relazionale e nella difficoltà di quei maschi che non riescono a gestire un rapporto affettivo

04/03/2024

Selfie, una mania comune

Il selfie sembra diventato una “mania”, intesa non come disturbo mentale ma come comportamento comune, di tendenza

26/02/2024

Sessualità, educare alle relazioni

Nel terzo millennio il sesso, non più tabù, sembra essere esperienza carica di ansia da prestazione e non per mancanza di educazione sessuale

19/02/2024

San Valentino è ancora il giorno dell'amore?

L’ultimo Report di Save the Children “Le ragazze stanno bene?” diffuso proprio nel giorno di San Valentino, ci invita a riflettere sulle relazioni amorose dei giovani e sul come vivono la sessualità al tempo dei social

06/02/2024

Safer Internet Day, per pensare alla prevenzione

La giornata mondiale per la sicurezza in Rete è un’occasione di riflessione per la diffusione della cultura della cyber sicurezza, della consapevolezza e sull’uso sicuro del digitale

27/01/2024

Narrare la memoria contro la banalità del male

La memoria è l’esistenza stessa e da sempre sappiamo che non è solamente il ricordare qualcosa. Senza la memoria non c’è storia, non esiste il tempo, tantomeno lo sviluppo e il cambiamento