31 Agosto 2013, 11.45
L'angolo del filosofo

In vino veritas

di Alberto Cartella

Una riflessione sul rapporto tra alcolizzati e il cedimento del mito dell'autocontrollo, partendo da un brano di Fabrizio De Andr e da alcuni pensieri del biologo Gregory Bateson attorno agli errori dell'alcolizzato e di chi lo richiama a darsi un limite

 
"(...) Una gamba qua, una gamba là, gonfi di vino
quattro pensionati mezzo avvelenati al tavolino
li troverai là, col tempo che fa, estate e inverno
a stratracannare a stramaledire le donne, il tempo ed il governo.
 
Loro cercan là, la felicità dentro a un bicchiere
per dimenticare d'esser stati presi per il sedere
ci sarà allegria anche in agonia col vino forte
porteran sul viso l'ombra di un sorriso tra le braccia della morte (...)"
(Fabrizio De André, La città vecchia)
 
 
Per un alcolizzato l’intossicazione è l’opportuna correzione soggettiva della sobrietà. Sarebbe un errore richiamarlo a un ritorno alla sobrietà perché è proprio per la sua sobrietà che ha intravisto nel bere una correzione soggettiva di essa. Questo non vuol dire però che le proprie pene a volte non siano la scusa per bere.
 
L’alcolizzato continua a bere anche per la forza di volontà alla quale lo si richiama. Quella forza che lo si esorta a perseguire è ciò che lo spinge a farsi un altro bicchierino. Perché se sono forte posso smettere di bere quando voglio e ogni bicchiere è sempre l’ultimo. Si tratta della sfida del rischio: rischio un bicchierino perché tanto posso controllarmi. É il mito dell'autocontrollo, l'inganno della risoluzione del proprio problema attraverso la forza di volontà. Voglio combattere contro la bottiglia. Resisterò alla tentazione.
 
L'autocontrollo non funziona, si tratta dell'orgoglio caratterizzato dalla lotta contro l'immaginario (devo dimostrare che sono più forte della bottiglia). L'orgoglio sta nel considerare l'alcolismo fuori dell'io.
 
L'autocontrollo non funziona perché come sostiene Pascal il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce. L'alcolizzato trova la sua salvezza soggettiva dentro a un bicchiere.
 
Il punto di cedimento del mito dell'autocontrollo sta nel toccare il fondo; il fondo varia da uomo a uomo e qualcuno può essere morto ancor prima di toccarlo. L'esperienza della sconfitta è la condizione del cambiamento. Una volta alcolizzati, si è alcolizzati per sempre (all'associazione degli Alcolisti Anonimi lo si ripete continuamente).
 
Si tratta della consapevolezza che il sistema è più grande di lui; si sta parlando di un cambiamento involontario, di un'esperienza spirituale (che non vuol dire religiosa), la quale rende irrilevante la descrizione letale (“sei un debole”, “sei senza speranza”). C'è un Potere più grande dell'io. La sfida, la reazione alla debolezza inizia a crollare.
 
Quello dell'alcolizzato è un caso limite, ma gli errori dell'alcolizzato sono identici agli errori di chi lo richiama a darsi un limite. Anzi, l'alcolizzato inizia a bere proprio per sottrarsi alla tendenza epistemologica dell'autocontrollo e della risoluzione di un problema attraverso l'estrazione di una parte dal sistema, la quale deve essere risolta o addirittura estirpata.
 
L'alcolizzato inizia a bere per la suddetta sottrazione e continua a bere quando viene richiamato alla tendenza epistemologica alla quale sta tentando di sottrarsi e cerca la felicità dentro a un bicchiere.
 
Le caratteristiche mentali del sistema sono immanenti non in qualche sua parte, ma nel sistema come totalità. Non vi è separazione fra io e mondo, non si può combattere contro il proprio alcolismo, ma si tratta di considerare le relazioni sottraendosi alla pericolosità dell'orgoglio e dell'isolamento del proprio io. Si tratta di un cambiamento epistemologico.
 
Queste considerazioni sono state rese possibili dal guadagno di pensiero che ho ricevuto dal poeta Fabrizio De André e dal biologo Gregory Bateson. Inoltre, seguendo Bateson, è importante precisare che non tutti gli alcolizzati sono come è stato sopra descritto.


Commenti:
ID35624 - 06/09/2013 09:27:12 - (sonia.c) - la pericolosità dell'orgoglio...

e gli errori di chi cerca di aiutare.certe persone ci sembrano cosi deboli ,cosi senza stima..ma è vero! spesso nascondono un residuo di orgoglio..proprio quello che non gli permette di cedere e poter cosi,vedere l'errore..e e"spronandoli" ad essere più forti pensando che, sia questo, che gli manca! si è vero! spesso l'accusa che gli si rivolge è:ma non hai un pò di orgoglio?.. molto molto bello il suo articolo dott.Cartella!

ID35654 - 06/09/2013 14:20:04 - (Alberto Cartella) -

La ringrazio vivamente per il suo commento.

ID35666 - 06/09/2013 19:27:54 - (sonia.c) - io ringrazio ancora lei ..

per i suoi articoli che,non sono in grado di commentare ,ma mi toccano spesso intimamente. saluti.

Aggiungi commento:

Vedi anche
09/05/2013 11:00

La filosofia non è un sapere umanistico Una riflessione del giovane filosofo Alberto Cartella per scardinare l'unilateralit del pensiero in favore di due modi guardare alla filosofia come si legge Aristotele: comprendendo ci che pensava e ponendo problemi politici in rapporto al presente

24/04/2013 09:00

L'esercizio della stanchezza La riflessione che ci porta questa settimana il filosofo Alberto Cartella riguarda la rappresentazione come riflesso delle nostre paure: un impulso subitaneo a rispondere alle aspettative che la filosofia pu curare con la pazienza di far venire le cose a s

23/09/2013 07:09

Chi ha ragione? Il giovane filosofo Alberto Cartella ci porta al nucleo delle discussioni che ogni giorni ci vedono protagonisti nel voler affermare le proprie ragioni, nel voler essere araldi delle nostre verit, diversamente dalla filosofia che invece creazione di concetti e rifugge il dibattito

04/06/2012 07:30

La fecondità del paradosso L'approfondimento di questa settimana fa perno sul concetto di paradosso e sulle potenzialit che da esso si dispiegano, sfruttando come esempio il parallelo tra filosofia e pittura

05/09/2012 16:00

Viver bene non cercando di risolvere la sofferenza Patendo da un pensiero di Blaise Pascal, la riflessione del filosofo saretino Alberto Cartella gira intorno all'intrinseca fragilit umana e alla sofferenza come capacit di gettare un nuovo sguardo sulle cose, prendendo ad esempio il caso limite dell'anoressia




Altre da L'angolo del Filosofo
01/03/2016

«Fo.De.Ca»

Sempre più complicato per gruppi e musicisti che non siano cover band trovare spazi per poter esibirsi a Brescia e provincia. Ecco allora che spuntano i concerti in “forma domestica”.

01/06/2014

La seria comicità del rispetto

L’opinione suppone che la gelosia sia la triste conseguenza dell’amore. Ma la gelosia è una finalità, una meta e, se bisogna amare, è per poter essere gelosi

06/05/2014

La competizione degli amanti

Un'acuta riflessione di Alberto Cartella attorno alla muta latente violenza che in ogni rapporto s'insinua e che tutti gli uomini celano con la menzogna del linguaggio

(3)
17/04/2014

Il troppo diventa tossico

Alberto Cartella prende in considerazione quel "troppo" che quando diventa squilibrio estremo mette in crisi ogni aspetto della nostra vita

(1)
13/03/2014

La difficoltà della leggerezza dell'emozione

Il giovane filosofo Alberto Cartella conduce una profonda riflessione sul nostro quotidiano confronto emozionale, sia esso amicizia o amore. Eppure troppo spesso cristallizzato nel 'non detto'

02/03/2014

Vita e pensiero

Una profonda riflessione del giovane filosofo Alberto Cartella sulla vita come creazione e su quel "granello di follia" che contraddistingue il cammino di ciascuno di noi

(116)
30/01/2014

Divenire e realtà

L'analisi di ci che divenire, di quell'inquietudine che nasce dall'esperienza e produce coscienza ne post del giovane filosofo Alberto Cartella, pronto a rispondere ai dubbi e alle domande dei lettori appassionati di filosofia

(103)
29/12/2013

Educazione e masochismo

Una riflessione sul contratto masochista come espressione non soltanto della necessit del consenso della vittima, ma anche del dono della persuasione, la spinta pedagogica e giuridica mediante la quale la vittima educa il proprio carnefice

26/11/2013

Il gioco dell'amore e altre sciocchezze

Una riflessione che parte dal gioco del fare l'amore per parlare della leggerezza e della distrazione come inestricabilmente legate in un vincolo di opposizione alla pesantezza della vita quotidiana e usate come strumento protettivo

29/10/2013

La crisi del processo educativo

Una digressione del filosofo Alberto Cartella sul degradarsi del processo educativo, allorch all'aspetto linguistico non sa porre accanto anche il preminente aspetto visivo, quello legato alla necessit dell'incanto, ossia l'infanzia nello sguardo