26 Novembre 2013, 08.05
L'angolo del filosofo

Il gioco dell'amore e altre sciocchezze

di Alberto Cartella

Una riflessione che parte dal gioco del fare l'amore per parlare della leggerezza e della distrazione come inestricabilmente legate in un vincolo di opposizione alla pesantezza della vita quotidiana e usate come strumento protettivo

 
Andare a letto con qualcuno può essere preso con leggerezza? Entrambi gli amanti che si accingono a giocare al gioco del fare l’amore possono controllare attraverso la membrana della leggerezza il loro atto e le sue implicazioni? Entrambi gli amanti possono prendere con leggerezza il loro atto?
 
Se ci si mette d’accordo per trovarsi e per compiere l’atto con quello che gli sta attorno (come bere del vino), magari la membrana della leggerezza è caratterizzata da una volontà di divertimento.
 
Divertirsi, distrarsi, lo si fa per alleggerire la pesantezza della vita quotidiana con qualche attività per svagarsi. Emerge qui una tensione di opposizione fra la leggerezza del divertimento e della distrazione che a esso si lega e la pesantezza della vita quotidiana.
 
Si tratta di allontanarsi da qualcosa di pesante e si vuole risolvere quella forma interrogativa che si insinua fra la leggerezza del divertimento e la pesantezza della vita quotidiana. 
 
È possibile che in ogni forma interrogativa, in ogni problema, come nella loro insistenza attraverso le soluzioni, nella maniera con cui conservano la propria apertura, ci sia per forza qualcosa di folle. Questa follia riguarda la non risoluzione di questa forma interrogativa nell’opposizione di cui si parlava sopra.
 
Questa forma porta un’incrinatura nel dualismo immaginario portato dal giudizio sulla vita, il quale tenta di dividerla in due parti: la parte pesante della vita quotidiana e la leggerezza del divertimento come via di uscita dall’ansia.
 
Questo dualismo immaginario è una maniera per proteggersi, si tratta di tentare di risolvere quella lacerazione che rompe l’immaginario. Questa lacerazione costitutiva della nostra soggettività ci fa scontrare con lo spigolo duro del reale, in cui non ci sono vie di uscita e in cui si impara a stare. La vita quotidiana non viene oltrepassata.
 
All’inizio dell’articolo si è parlato del fare l’amore come di un gioco. Il gioco è una cosa seria, ovvero è un’area intermedia essenziale per sentire la vita degna di essere vissuta.
 
Questo vuol dire che fare l’amore come gioco sottrae la differenza dell’atto d’amore dalla distrazione del divertimento, il quale è inteso come allontanamento da quella passione che ci costituisce. Fare l’amore è una ripetizione, una ripetizione della differenza.


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