L'arte di Silvio Venturelli

“Dedicato a una generazione”. È il titolo della rassegna antologica di pittura che l’amministrazione comunale di Gavardo inaugurerà questo sabato, 7 dicembre, in occasione del decennale dalla scomparsa dell'artista gavardese Silvio Venturelli.

Alle 16.30, nella sala "Bruni Conter" del Museo Archeologico di Gavardo, dopo il saluto delle autorità, si terrà una conferenza su l’arte di Venturelli, con gli interventi dei giornalisti Massimo Tedeschi ed Enrico Giustacchini. Seguirà alle 17.30 l’inaugurazione della mostra allestita presso la sala esposizioni del Centro culturale di via Quarena.

La mostra resterà aperta al pubblico fino al 22 dicembre nei seguenti orari: feriali dalle 16 alle 19 e nei festivi dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 18.30.

L’evento chiude la rassegna “IncontrArte”, organizzata per il periodo autunnale dall’assessorato alla Cultura gavardese

Riportiamo alcune note biografiche tratte dal sito www.dizionariopittoribresciani.it.

Figlio di Faustino e di Domenica Bertelli, ancor giovane è costretto a tralasciare gli ideali artistici per affrontare vari mestieri che gli consentano di aiutare la famiglia alla quale manca il sostegno del padre colpito da infermità.

Al lavoro di elettricista, nelle ore libere segue lo studio in corsi serali di disegno. Nel 1943 è arruolato in marina, inizio di un lungo travaglio attraverso l'internamento in campo di concentramento in Germania, il fisico minato da un male che necessiterà di una lunga convalescenza durata ben oltre la fine del conflitto. Durante questo periodo si interessò allo studio dei pittori italiani del Trecento e degli Impressionisti.

Nel 1949 il ritorno al paese natio e la possibilità di dedicarsi intensamente alla pittura, il conforto di frequentare l’Associazione artisti bresciani e avvicinare numerosi pittori nostri. Tuttavia, la pittura di Venturelli è frutto di personale ricerca, anche attraverso svariate tecniche: dall'olio alla china, alla tempera, alla tecnica mista e monotipia.

Prevalentemente paesaggista, dal postimpressionismo ha derivato il tratto largo, immediato capace di accostare armonie modulate su toni lievi e chiari di verdi, terre, azzurri. Nascono così le visioni della sua terra sfiorate, animate da tepide luci; le case di quei colli, di quelle contrade contrassegnate da pareti per lo più prive di aperture ma non per questo prive di umana presenza. Presenza che in alcune opere si caratterizza in. piccole figure di contadini, di lavandaie: così come di umili cose sono composte le «nature morte» condotte nella eco morandiana.

A cominciare dagli anni Cinquanta, numerose sono le mostre collettive a cui Venturelli partecipa, a Brescia e provincia, in altre città italiane quali Bergamo, Verona, Modena, Milano, Genova, Trieste, Roma, ecc.; così come numerose sono le mostre personali bresciane e quindi a Vicenza (1973), Procchio (Isola d'Elba - 1973), Roma (1974), Montecatini e Parigi (1975).

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