I Campi dimenticati

L’Anpi e Arci di Salò, nell’ambito delle Giornate della Memoria e del Ricordo, propongono un ciclo di incontri sul tema “I Campi dimenticati”.
Tre serate per contestualizzare la questione concentrazionaria anche nell’ambito di “Campi dimenticati”, quelli cioè che l’attuale memorialistica o i testi scolastici non affrontano.
I nomi di Auschwitz, Mauthausen, Dachau rappresentano un ricordo indelebile nella memorialistica dei campi di concentramento, ma tanti altri ve ne furono e organizzati anche dal regime fascista.

«È un modo anche di pensare che i crimini dei “campi” furono solo opera dei nazisti – spiega il prof. Paolo Canipari, presidente dell’Anpi di Salò –. Vedremo come anche il fascismo italiano e quello ustascia croato furono soggetti attivi verso questi crimini. Presenteremo documenti e immagini per lo più inedite nella nostra zona, che vengono da ricerche di alcuni Istituti storici del “Confine Orientale” e anche da mie personali esperienze e contatti avuti nella ex-Jugoslavia. Pensiamo – conclude Canipari – siano strumenti che Associazioni e Istituzioni scolastiche potranno utilizzare, su base storica e oggettiva, in risposta alla ondata di “testimonianze” - non sempre suffragate da riscontri oggettivi - che da anni vengono propinate ad arte nella nostra zona».

Il primo incontro è in calendario questo sabato, 25 gennaio, alle 20.45 presso il circolo Arci “Zambarda” di Salò, e tratterà del Campo di concentramento di Jasenovac.
Fu il più grande campo di concentramento costruito nei Balcani durante la Seconda guerra mondiale. Si trova nei pressi dell’omonimo paese sulle rive del fiume Sava, ad un centinaio di chilometri a sud-est di Zagabria, vicino all’attuale confine croato-bosniaco.
Venne edificato tra l’agosto 1941 e il febbraio 1942 e continuò a funzionare fino alla fine delle ostilità nell’aprile 1945. Vi trovarono la morte serbi, rom, bosniaci, ebrei e oppositori politici croati, tra cui molti bambini di età compresa fra i tre mesi e i quattordici anni.

Gli incontri seguiranno l’8 febbraio con «Quando morì mio padre», una lettura di testimonianze di bambini nei campi di concentramento del confine orientale (1924-1943), e il 15 febbraio con “I Campi del Duce”, in Montenegro e Italia.

In foto il monumento presso il campo di concentrameto di Jasenovac

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