Il tribunale UE annulla la maxi-multa

I produttori italiani di tondino vincono una battaglia contro l’Ue, ma non ancora la guerra. Il Tribunale Ue di primo grado ha annullato le sanzioni inflitte dalla Commissione europea nel 2002 a un gruppo di aziende siderurgiche.

I giudici di Lussemburgo hanno deciso che «dopo la scadenza del Trattato Ceca» (Comunità europea del Carbone e dell'Acciaio, «scaduta» il 23 luglio 2002) «la Commissione non è più competente ad adottare una decisione fondata esclusivamente su una disposizione di tale Trattato».

LA Commissione Ue aveva inflitto, il 17 dicembre 2002, a otto imprese un’ammenda totale di oltre 85 milioni di euro per avere organizzato, tra il 1989 e il 2000, un cartello nel mercato del tondo per cemento armato volto a fissare i prezzi del prodotto in Italia. Coinvolte nel presunto «cartello» anche le bresciane Alfa Acciai (multata per 7,17 mln di euro), Feralpi Siderurgica (10,25 milioni) e la IRO Industrie Riunite Odolesi (3,58 milioni). Altre due imprese, Leali ed Acciaierie e Ferriere Leali Luigi (7,17 milioni), erano state sanzionate insieme poiché al tempo costituivano un'unica società prima della scissione avvenuta nel 1998. Stesso discorso per Valsabbia Investimenti e Ferriera Valsabbia (multa per 10,25 milioni di euro), risultato di una scissione avvenuta all'inizio del 2000. Nella lista delle società coinvolte anche Riva Acciaio (26,9 mln), Siderpotenza (allora controllata da Lucchini; 16,14 mln di multa) e Ferriere Nord (3,57 milioni). Quest’ultima aveva beneficiato di un taglio del 20% della sanzione in quanto era la sola a fornire alla Commissione informazioni utili a una visione più nitida della vicenda.

SECONDO quanto emerso, queste imprese producevano nel 1989 circa il 30% del tondo per cemento armato fabbricato in Italia. Nel 2000, la percentuale era salita oltre l’80% dopo che il numero delle aziende sul mercato era sceso da circa 40 a meno di 12. Conformemente alla giurisprudenza, la Commissione non ha «colpito» Federacciai (l’associazione italiana dei produttori siderurgici presieduta da Giuseppe Pasini) perché l'articolo 65 del trattato Ceca non prevedeva la possibilità di sanzionare un'organizzazione di categoria.

LA novità emersa dal tribunale di primo grado viene accolta con soddisfazione dagli imprenditori. «Non possiamo che essere lieti - sottolinea Giuseppe Pasini, leader anche del gruppo Feralpi di Lonato -: rispecchia la nostra assenza di colpa. L’accusa era infondata. Abbiamo ricevuto una buona notizia anche se, nel frattempo, i conti economici delle aziende coinvolte hanno già dovuto scontare la sanzione».

Sorriso anche sul volto di Amato Stabiumi, amministratore delegato dell’Alfa Acciai. «Abbiamo accolto la notizia con felicità - commenta - anche se dobbiamo lamentare l’eccessiva lunghezza dei tempi decisionali. È stato un vizio procedurale a dettare la sentenza. Dunque, perché attendere anni per averla?». La Commissione europea, nel frattempo, reagisce in modo cauto alla sentenza del Tribunale di primo grado: «Faremo un’analisi molto approfondita», spiega il portavoce del commissario Ue alla Concorrenza, Neelie Kroes. «Mi limito a notare - conclude - che la sentenza contesta il fondamento giuridico della decisione e non il merito».

Marco Taesi
Da bresciaggi

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