08 Maggio 2014, 07.02
Eppur si muove

Lago d'Idro: Deus non vult

di Leretico

Quando leggo sul lago d'Idro, sulle posizioni di chi si lamenta delle cicale sentendosi ovviamente virtuosa formica, non posso fare a meno di ricordare lo straordinario film del 1966 di Monicelli, "L'armata Brancaleone"


... E non è né per le formiche né per le cicale che me ne ricordo, ma per la struttura comunicativa e storica su cui tale narrazione si svolge: la gente povera del XI secolo e i soliti furbi che la vogliono guidare.

La cosa è tristemente divertente: triste perché dimostra quanto certi schemi si ripetono; divertente perché Enrico Maria Salerno e Vittorio Gassman raggiungono picchi elevatissimi di comicità.

Facciamo quindi un parallelo per spiegare cosa c'entra il lago d'Idro: nel film di Monicelli si rappresenta un gruppo di improbabili personaggi diretti alla liberazione del Santo Sepolcro, sotto la guida di un eroe sgangherato, Brancaleone, e di un santone invasato, Zenone.
Il Santo Sepolcro è meta ideale, sacra, popolare, importante. La sua liberazione, il suo salvataggio, somiglia straordinariamente, nella storia valsabbina, a quello del lago d'Idro. Una crociata nel film, una crociata in Valsabbia; una guerra in nome di Dio nel film, una guerra per l'ambiente a Idro.

Già l'unione di Dio con la guerra dovrebbe far sorgere dubbi profondi, ma nel XI secolo certe domande non se le ponevano, e molti purtroppo anche oggi. Altrettanti dubbi dovrebbe far sorgere l'unione di ambiente e guerra. Dove c'è una guerra infatti ci sono sempre interessi impronunziabili, nascosti, immorali. Ma non anticipiamo troppo, andiamo per gradi.

Allora, dicevamo: un comandante alla Don Chisciotte e un pretaccio medievale da un lato.
Dall'altro il popolo misero, sconfitto, indifeso e facilmente manipolabile. Tutti insieme, in viaggio a piedi verso il Santo Sepolcro, cantando, guidati dal pretastro manipolatore dotato di bastone, borraccia e campanaccio.

Ad un certo punto, lungo la via si profila un passaggio pericoloso: un cavalcone (passerella), alquanto fragile al primo sguardo, si protende insicuro sopra un minaccioso fiume tra le rocce. Impossibile ignorarlo se si vuole continuare verso la santa meta.
Di fronte alla paura dell'attraversamento che serpeggia nel gruppo, Zenone interviene con voce isterica: "Homini di poca fede! Chi regge lo cavalcone è la mano di Dio. Abbiate fede, non temete sono qui io con voi".

Anche Brancaleone interviene e, ad uno ad uno, in "fila longobarda", l'armata di straccioni comincia a passare sul cavalcone per raggiungere la riva opposta. Senonché, quando tocca al più grosso della compagnia, un barbuto pecoraio, occorre un supplemento di incitazione: "O homo di poca fede" grida Zenone, "transea! Suvvia non dubitare".
Non l'avesse mai detto: nel bel mezzo della passerella, un piede in fallo e il panciuto pecoraio, improvvisato crociato, finisce la sua povera vita nel fiume sottostante.

Zenone di fronte all'accaduto e alla costernazione generale non perde il controllo, anzi, con atteggiamento mistico e tono predicatorio declama:
"Dio ha levato la mano. Ma perché ha levato la mano? Lo sapete voi? Perché intra noi si annida l'impurità! Qualcuno intra noi non ha fede! Chi non ha fede?"
"Tutti abbiamo fede, padre" mormorano i superstiti dell'attraversata. In verità tra di loro c'è l'ebreo Abacuc, vecchietto innocente e divertente, facile capro espiatorio.
"No, io la mia fede ce l'ho, siamo tutti amici qui" afferma Abacuc.
"Ah, orrore, sei tu forse un eretico?" riprende il santone inviperito. Insomma alla fine obbligano Abacuc al battesimo forzato (per fortuna non al rogo come mi sarei aspettato).
Ed ecco, sollevato con forza dagli altri, Abacuc viene portato sulla sponda impervia del fiume e appeso sotto l'acqua per essere "mondato" dalla sua eresia.

Subdolamente, una violenza viene nascosta con un'altra violenza, una responsabilità, la morte del pecoraio, occultata cercando la colpevolezza negli innocenti, negli umili, in quelli fuori dal gioco. E tutto rigorosamente in nome di Dio.
Questo è il vero mestiere dei falsi guru. C'è sempre un poveretto a farne le spese, pronto per essere marchiato come eretico e sacrificato per consolidare il potere. Forse anch'io, col nome che porto, dovrei preoccuparmene.

A questo punto fate una semplice sostituzione di parole: al posto della parola "Dio" mettete la parola "ambiente" e ritroverete d'incanto la storia del lago d'Idro: un popolo sincero, memore di ciò che gli è stato sottratto, che si affida allo Zenone di turno in nome di un valore superiore, una difesa importante.

E giunto al passaggio più difficile, quello di scegliere la soluzione più equilibrata e sostenibile per il lago, si mette nelle mani sbagliate, incitato dalle voci isteriche dei falsi ambientalisti, dei falsi guru, dei biechi santoni che soffiano sulle braci della discordia per aumentare solo il proprio potere personale.
Giunto al momento di fiutare il pericolo, che i manipolatori tendono a minimizzare, il popolo non si avvede dell'inganno e cade dalla passerella.
Ahimè, non si accorge che i santoni hanno già venduto l'ambiente in cambio di decine di migliaia di metri quadrati di cemento a vantaggio dei soliti noti. Cade tradito senza conoscere i nomi di chi tira le fila, di chi aspira a raccogliere i frutti di questo ennesimo sacrificio.

Ma "L'armata Brancaleone" ci riserva una sorpresa: un'altra passerella da superare, un altro cavalcone da affrontare. Questa volta Zenone si fa prendere la mano. Visto il precedente successo, per bloccare sul nascere ogni protesta dell'improbabile truppa, colto più del solito da un attacco di isterico misticismo, decide di saltare con forza al centro della passerella per dimostrare quanto fosse forte la sua fede nella protezione di Dio.

Questa volta, però, Dio non lo protegge. Sembra che finalmente si sia accorto della necessità di fare giustizia. Ed è così che, mentre il pretaccio salta con maggiore violenza sulla passerella gridando "Deus vult - Dio lo vuole", un fracasso blocca il respiro degli armigeri: la passerella si rompe e Zenone sprofonda con un drammatico urlo nel tetro burrone sottostante.
Un senso di liberazione si irradia repentinamente nella truppa. Tutti si sentono sciolti dall'impegno della crociata: Dio ha mandato un segno, ha levato la mano: "Deus non vult - Dio non vuole".

Come non sognare un finale del genere anche per Idro: che la gente possa riuscire a dire in faccia ai santoni dell'ambiente: "Deus non vult", fine alle guerre insensate. E possa comprendere fino in fondo il senso di questa mite poesia:

Sul nostro lago non si mente
non si usano i sentimenti della gente
per nascondere il proprio nascosto conto corrente.

Il lago è stato venduto
da chi ha fatto finta di averci creduto
e mentre gridava per un giusto destino
reclamava soltanto per il proprio giardino.

Ma è venuto il momento del vero fermento
il momento più serio perché non emerga che il vero.
Siam stufi di gufi che voglion salvare
quando invece lavoran per tutto disfare.

Son tutti i giorni a soffiare sul fuoco
a credere il lago una pietanza da cuoco.
Non si inganni il fedel cittadino
su chi vuole salvare il proprio giardino.

Fate due conti, se non siete tonti
metteteci il senno, al fin con gusto
per individuare il colpevole giusto.

A chi è rimasto un filo di senno
metta con garbo un poco di impegno
non si risparmi un minimo accenno
se vuole per il lago essere degno.

A chi nasconde il proprio tornaconto
rispondiamo con forza: io non son tonto.

Leretico (Abacuc)

Su youtube il video a cui ci si è ispirati




Commenti:
ID44508 - 08/05/2014 08:27:36 - (Aldo Vaglia) -

Troppo forte, Leretico. Incommentabile da tanto che e' bello. Non risvegliera' gli animi assopiti, ma, a questo punto, credo che sia l'ironia l'unica arma rimasta a disposizione di chi ha ancora un briciolo di "buon senso".

ID44509 - 08/05/2014 08:54:11 - (sonia.c) - leretico?

un GRANDE!! hahahhahah solo la "fabula",la satira,la poesia ..l'arte riescono a "scavalcare" certi ostacoli concettuali -verbali "ostici"e possono far arrivare il "messaggio" ..a tutti..

ID44510 - 08/05/2014 09:20:00 - (Dru) -

Volevo condividerlo in sei di Idro se ma é l'unico articolo che non ha il collegamento di Facebook ... Comunque ottimo parallelo , direi che ritorna quella verità che molte volte, per interessi, viene mascherata.

ID44511 - 08/05/2014 09:50:55 - (Dolcestilnovo) -

Leretico troppo avanti! Articolo davvero gustoso, complimenti. Hai fatto volutamente la sola sostituzione Dio-Ambiente e hai lasciato a noi lettori il piacere di trovare da soli altre analogie? Alcune sono facili tipo Zenone e Brancaleone, ma il pecoraio? E Abacuc? Bellissima anche la poesia, una vera opera d'arte. Diversamente da Aldo penso che qualche campanello d'allarme suoni anche nelle menti piu' assonnate.

ID44513 - 08/05/2014 12:27:53 - (genpep) -

Grande L'eretico!!! Per la serie un sorriso ci salverà.

Aggiungi commento:

Vedi anche
21/05/2014 07:00

Il lago dei mille tradimenti Le lettere anonime sono un atto vergognoso e fraudolento. Quella ricevuta nei giorni scorsi dalla signora Ettacani è simbolica di tutta una storia che da anni si protrae velenosa sul lago d’Idro

16/10/2016 09:10

Cosa si muove sul lago Egr. direttore, il gruppo di minoranza Lago e Paese di Idro chiede cortesemente spazio per una breve riflessione sul Lago d’Idro

22/06/2022 06:42

«Non possiamo fare sacrifici solo noi» Gli operatori turistici del lago d'Idro dicono di comprendere le esigenze dell'agricoltura e chiedono innovazione: «Di acqua ce ne sarà sempre di meno, per tutti, svuotare il lago non è la soluzione»

26/04/2014 06:51

Le cicale e le formiche Lettera lunga ed articolata, quella pervenuta ieri sera in redazione a firma della signora Elena Bini. Riguarda il lago d'Idro e le sue questioni. Per chi se ne interessa la lettura è doverosa. Pubblichiamo volentieri

26/07/2008 00:00

«Cosa fare per salvare l'Eridio» Tempo di scelte per il lago d’Idro. L’associazione Amici della Terra, Club Lago d’Idro e Valle Sabbia ha organizzato un appuntamento per oggi presso l’area delle feste a Crone di Idro, con l'intervento di numerosi esperti.




Altre da Eppur si muove
12/02/2024

Immagini e verità nell'era dell'intelligenza artificiale

Dell’intelligenza artificiale possiamo dire tante cose ma una in particolare dovrebbe colpirci, farci fermare per un’analisi più attenta.
VIDEO

16/10/2023

Niente di nuovo sul fronte occidentale?

Ogni volta che scoppia una battaglia tra Israele e i palestinesi ci sovviene il titolo di un famoso libro scritto da Eric Maria Remarque intitolato “Niente di nuovo sul fronte occidentale”. Una storia di guerra finita male.
VIDEO su VallesabbianewsTV

01/08/2023

Transumanesimo e intelligenza artificiale

Da qualche decennio esiste un movimento, nato negli Stati Uniti, che ha preso piede a poco a poco anche negli altri paesi occidentali. Il suo nome è vagamente inquietante

22/05/2023

Difendere lo spirito europeo

Che cosa accomuna il massacro di Katyn del 1940 all'odierna invasione russa dell'Ucraina?

17/01/2023

Oltre lo scimpanzé

L’homo sapiens, che comunemente chiamiamo uomo, sembra abbia molto in comune con lo scimpanzé. Ma, quanta differenza ci sarebbe tra i due? Pochissima

29/11/2022

L'avventura di due poveri cristiani

In un freddo pomeriggio di novembre, nel Pronto Soccorso degli Spedali Civili di Brescia, quando erano già passate cinque ore in attesa...

16/09/2022

Elezioni: il fattore C e il fattore R

Due fattori saranno determinanti nelle elezioni politiche italiane in programma il prossimo 25 settembre: la credibilità (fattore C) e l’influenza della Russia (fattore R).

12/04/2022

L'anatra e il coniglio

La guerra in Ucraina dura ormai da molte settimane e dopo un primo attimo di sbandamento, l’Europa, per la prima volta dopo molto tempo, con determinazione e unità, ha agito contro l’invasore

14/02/2022

Ucraina: venti di guerra

La sensazione, in Occidente, è che la guerra in Ucraina ci sarà. E come al solito la verità è un po’ più complicata di quella dipinta dai media e dalla propaganda

23/11/2021

Il Grande Semplificatore

Nella letteratura ci sono due figure a cui possiamo guardare con una sottile inquietudine. Si tratta del Grande Inquisitore, che compare proprio all’inizio de “I fratelli Karamazov” di Dostoevskij e del Grande Fratello, enigmatico e terribile personaggio di “1984” di George Orwell