27 Maggio 2014, 06.26
Provincia
PIAZZA LOGGIA

Ferita aperta

di Pino Greco

Il  28  fa quaranta anni. Poteva essere il tempo della memoria senza asprezze, quella dei reduci che hanno metabolizzato il lutto in adunate, rievocazioni, concerti e pacche sulle spalle...


... Magari con un fondo di fatalistica, inconfessabile nostalgia. Come in certi raduni partigiani di qualche tempo fa.

E invece piazza Loggia è ancora carni straziate e sangue che cola.
Ci sono ancora familiari che non si rassegnano e disabili che trascinano un’esistenza segnata.  Ci son ancora assassini impuniti e mandanti nell’ombra. In attesa dell’ennesimo  processo. Dopo i tre o quattro inutilmente celebrati.

Per qualcuno quel graffio è più profondo. Familiari a parte.
Cinque delle otto vittime erano giovani e insegnanti. Tutti militanti sindacali. Cgil- scuola. Chi ha vissuto quei tempi sa quanto fossero coinvolgenti  certi legami. Ci metteva assieme un’aspirazione comune. La persuasione era incalzante. Ci chiamavamo  compagni.   
Compagno diventava una  sorta di prefisso che poneva un nome su un altro piano , quello della franchezza, della  disponibilità e  del sacrificio condiviso.

Dovevamo esserci anche noi
, quella mattina. Io e l’Aldo. Precettati dall’obbligo dell’ appartenenza.  
Allora funzionava così. Era già faticoso  mobilitare i colleghi per il contratto, per i soldi. Figuriamoci una protesta per rigurgiti fascisti, in città.

Morale: tra Vestone e Casto, unici scioperanti io e lui.
Appuntamento alle otto in Birreria. Già, perché scioperare non bastava. Bisognava rinfoltire il corteo in città.
Quei cortei che, al solito, venivano  riempiti dalla Cgil, da un gruppetto agguerrito della Uil e da una selva  di bandiere Cisl. 

Il comizio, per tradizione,  in Piazza Loggia: la grande bellezza.
A due o tre arcate di distanza da Piazza Vittoria, la grande freddezza, e da Piazza Duomo, la grande grandezza.
Già, con  quella montagna di  marmo  proteso a  marcare una vana  supremazia.
Ma quella mattina pioveva che dio la mandava. In valle, in città, ovunque. Pioveva soprattutto sopra  le incostanti guarnizioni della nostra  Alfasud.

Un disastro.
Per l’Alfa Romeo e per i nostri propositi. Passò un’oretta fra un “partiamo?” e un “..ma chi ce lo fa fare ?”. Alle nove, tempo scaduto. Aldo convocato da tre autisti SIA per un ciapa-no, io a far finta di seguire le astrusità di quel gioco.
Insomma a far passare il tempo in qualche modo. In fondo la coscienza, col sacrificio devozionale della giornata persa, era  a posto. 

Alle undici il tempo si fermò. Dopo una telefonata arrivata alla stazione delle corriere.
Ho ripensato spesso a quella mattinata. Andare alla manifestazione non significava necessariamente trovarsi, alle 10.12, nel raggio di quei trenta metri fatidici. Ma sai, si poteva scambiare un saluto con la Cleme, la Livia, le compagne del direttivo.
Al riparo sotto l’orologio.

Ci potevano stare  due chiacchiere col  Gino
Gino lo conoscevo bene. Saliva ogni sabato a Casto. Accompagnava sua moglie che s’era procurata una supplenza, in attesa di andare in maternità. Alle undici avevo un’ora buca. Così  spesso si scendeva dalle sorelle Garatti a bere un calice. 
Gino era un bravo ragazzo. Un compagno giusto. Di quelli che progettavano un avvenire complesso, ma scaglionato in traguardi  misurati. Il lavoro, il rispetto, la dignità, la giustizia, la solidarietà.

Magari un ritorno fra i compagni rimasti  in Puglia. La sua terra.
Si parlava volentieri con lui. Era cresciuto  tra i braccianti. Piedi per terra, rifuggiva dagli ismi. 
Pronto a divagare alla grande fra orecchiette strascinate, cavatelli, canestrato e Primitivo di Manduria.                      

-“ Quando torniamo su a settembre, ti porto due bottiglie di Salice Salentino. Oh, quello Leone de Castris. Vedrai ! “-.  

Per gente nata sotto al Po (ma anche sopra) era un sicuro segnale di amicizia.
Ecco, pensavo, se lo avessi intravisto quel giorno sicuramente avrei scambiato  due parole, e forse anche il destino. Benedette  guarnizioni.  Una riflessione che abbiamo fatto spesso, io e l’Aldo. 

Ai funerali Gino non c’era. Era ancora in agonia. Gli fu sottratto il saluto convulso, esasperato e vibrante di centinaia di migliaia di pugni chiusi. Di una città moltiplicata per dieci. Con le vie d’accesso intasate dalle auto arrivate da mezza Italia. Col frastuono delle piazze. I canti. I fischi. La rabbia.

Al primo anniversario, una moltitudine dentro e fuori l’ EIB.
Un folla indescrivibile. Una trincea emozionale. Adrenalina e pietà, impeto e fraternità. Tutti stretti a cantare con gli Inti Illimani. Gli ideali annullavano le distanze. 
El  pueblo unido era ancora un’utopia possibile. 
Fu la sera che decisi di restare. Un mese dopo avevo già la targa cambiata.
Fiero di quel BS che dovunque andavo segnalava un’appartenenza degna di onore e di riguardo.

Brescia  Maggio 2014    -   P i n o    G r e c o

In ricordo di :
•    Giulietta Banzi Bazoli, insegnante
•    Livia Bottardi Milani, insegnante
•    Luigi Pinto, insegnante.
•    Alberto Trebeschi, insegnante.
•    Clementina Calzari Trebeschi, insegnante.
•    Euplo Natali, pensionato
•    Bartolomeo Talenti,  operaio.
•    Vittorio Zambarda, operaio.




Commenti:
ID44925 - 27/05/2014 07:12:10 - (lettore) - Ricordo anch'io...

Per quanto fossi una bimbetta alla scuola elementare...Ricordo l'incredulità, lo sgomento, l'angoscia. Vedo ancora gli occhi sconvolti di mia madre alla notizia, buttata lì da un inconsapevole fornaio mentre ritornavamo da scuola. E rivedo mio padre che si preparava a partire per la città: mio fretello era là, in piazza, sempre pronto a manifestare, con quel pugno serrato che mi riempiva di orgoglio e faceva arrabbiare i miei!Ho ancora nelle orecchie il pianto soffocato di un ragazzo chiuso in bagno, ritornato con la corriera nel tardo pomeriggio e con i sogni infranti.Che dolore per tutti noi!Grazie Pino per le tue parole, per aver ricordato quella tremenda stagione di follia e morte con la tua solita acuta dolcezza.

ID44928 - 27/05/2014 09:24:19 - (sonia.c) - grazie signor Pino.

dobbiamo sempre provare sulla nostra pelle per capire veramente ..purtroppo..come (sempre purtroppo) si ripetono gli errori.sempre quelli!pensare all'oggi e non al domani.pensare alla pancia e restrigere il campo visivo. eppure ce lo abbiamo sotto gli occhi ogni giorno il futuro:quando guardiamo i nostri figli..come donna,come faccio a non guardare a.. mia nuora,alla mia nipotina? come faccio a far finta di niente pensando che ,in un (triste) futuro,potrebbero perdere diritti acquisiti in anni di lotte e grondanti sangue di innocenti?come posso fregarmene di certi reali pericoli incombenti pendenti sula testa delle donne,perchè,sempre,sono le donne il bersaglio,l'anelo debole ma potente! un ossimoro! ma noi possediamo la vita.

ID44929 - 27/05/2014 09:41:17 - (sonia.c) - la vita..

che vogliono controllare,sopraffare,incatenare sempre i soliti. anche la vosra signori uomini! mi fanno ridere (per non piangere) i disperezzatori di maschilismi extra. come se loro non fossero uguali! come se loro non "anelassero" agli stessi privilegi che ancora possiede il maschio nel terzo mondo:il diritto di comanadre syulle donne! di tenerle prigioniere a far figli(per la patria)di ucciderli(sempre per la patria) e il diritto di andare a puttane!

ID44930 - 27/05/2014 09:55:26 - (sonia.c) - voi,donne di destra..

come potete tradire cosi la DONNA ,la VITA ,e la LIBERTà?

ID44933 - 27/05/2014 10:24:55 - (gianpeli) - grazie Pino

Compagno era il nome che non ti avevano insegnato a dire da piccolo, che non scivolava spontaneo dalla bocca senza passare dal pensiero, e che voleva dirti di avere gli stessi diritti, le stesse opportunità, lo stesso futuro.

ID44934 - 27/05/2014 10:25:34 - (punto) - ................

voi che vi siete sacrificati con la vita,con le ore di mancato lavoro e mancato salario e siete stati venduti dai VS stessi compagni per una poltrona in politica........

ID44936 - 27/05/2014 10:34:41 - (sonia.c) - si! hai ragione punto..

e a voi ve lo hanno detto in faccia che vi fregavano ..e li avreste fatti "dei"..pensaci! i diattatori sono sincerissimi,sono visibilissimi..e a cosa serve questa sincerità? perchè non è solo un problema di inganni dei furboni.è il problema di quanto ingnniamo noi stessi..leggi la poesia dii Breckt..come vorrei che si sbagliasse..ma non sbaglia mai..

ID44937 - 27/05/2014 11:04:55 - (sonia.c) - non ho fatto ironia. dico sul serio che hai ragione.

sono molto arrabbiata con la "mia"sinistra che non è stata capace di dare risposte concrete ai suoi cittadini e ha creato divisione.

ID44949 - 27/05/2014 14:13:36 - (nimi) - andare ed esserci

Io domani ho intenzione di andare, essere presente, ricordare ed emozionarmi. Una ferita lunga quarant'anni: l'ingiustizia e le vittime di quella strage meritano il ricordo, il senso civico e la lotta delle nuove generazioni. Poi vengo a sapere che ci saranno anche "gli antagonisti". Per cosa? Per ricordare i nomi di Giuliani, Cucchi, e via dicendo. Cosa c'entrano? Perché portare i loro nomi in quella piazza? E allora tentenno, cambio idea, mi rendo conto che, forse, la mia generazione non ha capito nulla di quella strage di Stato. Che la "sinistra extraparlamentare" di oggi vuole ricordare i morti di ieri, ma (più o meno inconsciamente) col rischio di offenderli.

ID44950 - 27/05/2014 14:13:48 - (nimi) -

Però ci ripenso, mi convinco: e sì, ci andrò. Per la mia città, per le famiglie dei "caduti", perché voglio dimostrare che anche tra le nuove generazioni c'è la consapevolezza di quanto sia prezioso ricordare, poterci essere, RISPETTARE la memoria, magari in silenzio, magari con una lacrima, magari con la forza di voler ancor

ID44951 - 27/05/2014 14:14:59 - (nimi) - continua e finisce

Per la mia città, per le famiglie dei "caduti", perché voglio dimostrare che anche tra le nuove generazioni c'è la consapevolezza di quanto sia prezioso ricordare, poterci essere, RISPETTARE la memoria, magari in silenzio, magari con una lacrima, magari con la forza di voler ancora provare a cambiare questo modo di pensare e vivere la politica e la società.

ID44953 - 27/05/2014 15:53:07 - (mauabas) - no, punto non ha ragione

sono un po' stanco di questo antipartito che è diventato a sua volta retorica. Una scusa per chiudersi in un individualismo mascherato da democrazia digitale, virtuale e velleitaria. Grande Pino, il tuo racconto ci commuove e ci obbliga a riflettere, come sempre.

ID44958 - 27/05/2014 19:39:59 - (genpep) -

Vipiteno, malga non ricordo il nome, manovre a fuoco del batt. Morbegno, Fal, Garand, Mg e mortai che sparano a tutto spiano. Arriva una notizia un pò confusa: hanno messo una bomba in piazza. C'è ne una tutti i giorni. Dove? boh! non sò. ... Cazzo a Brescia! piazza Loggia. ci sono dei morti, anche dei feriti! spezzoni di notizie vaghe confuse, per niente attendibili,Ai tempi non c'erano i telefonini, e poi eravamo accampati in una malga in montagna. Tutto vero purtroppo. mi sembra ieri

ID44966 - 28/05/2014 14:41:56 - (Aldo Vaglia) -

Ciao Pino, non mi ricordo tutti i particolari, ma il racconto e' verosimile. Ci ha salvato l'Alfa Sud, che si poteva usare solo in caso di bel tempo... Si dice spesso che la nostra generazione ha fallito. Sicuramente l'ideologia ci metteva su barricate opposte; ma il potere cinico e neutrale ha giocato con noi come il gatto gioca col topo e il formaggio se lo e' mangiato tutto lui... Siamo oggi nel "post": industriale, ideologico, non contano piu' ne' destre ne' sinistre, l'antipolitica e' il mito dei giovani del Web, sembrano tutti oltre, la memoria del passato non li sfiora, anzi li infastidisce. La lotta per la democrazia e' sempre piu' difficoltosa, l'adesione alla demagogia molto piu' semplice. Anche ai nostri tempi c'era un movimento post politico e gia' si parlava di post industriale. Il post industriale non si vede ancora dopo 40 anni. Il post politico, che era il "movimento studentesco", quello che non si e' dissolto, si trasformato nel partito armato.

ID44984 - 29/05/2014 00:37:38 - (sonia.c) - mi scusi signor Pino. le sembrerà che ho divagato come al solito ma..

come ho letto la sua lettera mi è venuta in mente la frase che mi ha detto una cara signora.una brava (davvero senza ironia) signora..e nello stesso istante mi è venuta in mente un'altra donna:hanna Arendt!con la sua "banalità del male" .e se è ua donna che mi mette di fronte a questo aspetto pericolosamente e incoscientemente sempre sottovalutato.. o peggio! mai riconosciuto del male,ne sono ancora più"sgomenta"!mi ha detto ;sono felice che in Francia abia vinto la Le Pen..

ID44992 - 29/05/2014 11:24:34 - (sonia.c) - la mia amica..

molto probabilmente ,non ha letto la Arendt..ma queste letture non mi hanno "indottrinara"ad una visione "sinistra". sono libri che insegnano a pensare ! al bene e al male(sopratutto a quello )a riconoscerlo nella nostra universale natura umana. quando "vedi" non sei indottrinato:sei libero dalla paura e dall'odio perchè,lo conosci e lo "riconosci".

ID45000 - 29/05/2014 21:19:58 - (vale85) - Grazie Prof

Leggerla ed ascoltarla è sempre un piacere.Con affetto e riconoscenza, da chi quel giorno non era ancora nato.Valeria

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