30 Luglio 2014, 12.00
Pillole di psicologia

Come aiutare i nostri ragazzi a fare i compiti

di Redazione

Lo studio e i compiti a casa dei nostri figli rappresentano spesso un problema per noi genitori, tanto che a volte diventano perfino un fertile territorio di scontro. Quali gli atteggimenti da adottare


Riconoscete questi comportamenti?

Temporeggiare nel fare i compiti - rimandarli a più tardi - fantasticare ad occhi aperti sul libro - interrompere e frammentare lo studio con pretesti banali - opporsi apertamente - eseguire i compiti in modo frettoloso e impreciso.

Questi sono alcuni dei comportamenti che ci mettono in difficoltà. Spreco di tempo, ma anche di energie che non riescono ad essere canalizzate verso lo scopo.

In effetti, spesso per i ragazzi i compiti sono qualcosa che si deve fare perchè costretti, che sottraggono tempo al divertimento, mentre il loro fine è in realtà quello di consolidare l'apprendimento delle lezioni.

Ma, allora, in che modo possiamo intervenire?

L'IMPORTANZA DELLA MOTIVAZIONE

Uno degli aspetti fondamentali riguarda la motivazione allo studio.
Spesso i bambini fanno i compiti e studiano per evitare figuracce, brutti voti, sanzioni dai genitori o, all'opposto, per competere, assicurarsi la stima dei compagni, degli insegnanti, dei genitori.
Pur essendo motivazioni che producono effetti  pragmatici sullo studio, provengono dall'esterno e, se ci riflettiamo un poco, potrebbero avere anche risvolti non del tutto positivi.

Mentre le motivazioni che hanno più forza sono quelle che provengono dall'interno della persona e nel caso dello studio è la motivazione alla conoscenza, alla scoperta di cose nuove, la leva che funziona.

L'IMPORTANZA DEL METODO

In genere i bimbi preferiscono giocare e praticare sport e questo è fisiologico, naturale e sacrosanto. Per questo è importante suddividere il tempo dello studio e quello delle attività libere, facendo comprendere che la gestione del tempo, attuata in modo routinario, è una regola importante. E' bene quindi, suddividere l'orario pomeridiano in tempo per lo studio e tempo per il gioco e mantenere gli orari con fermezza.

Anche se all'inizio ci saranno difficoltà, avranno modo di rendersi conto da soli che così facendo le cose funzionano meglio.  E' inoltre importante che il luogo dello studio sia tranquillo, ben illuminato, senza fonti di distrazione, come musica, televisione o play-station.

L'IMPORTANZA DEL NOSTRO ATTEGGIAMENTO

Il nostro atteggiamento come genitori deve essere improntato al sostegno.
Sedersi accanto al bambino, essere pazienti, comunicargli la nostra fiducia nelle sue capacità. Se sbaglia non mettiamogli etichette, non umiliamolo mai.
Evitiamo di fornirgli soluzioni già confezionate, ma stimoliamolo, guidiamolo a trovarle  in modo autonomo. In effetti, il compito di noi genitori è proprio quelllo di aiutare i figli a divenire autonomi.

Non sottovalutiamo mai l'importanza del dialogo, mettiamo impegno ad ascolarlo, prestando attenzione non solo alle sue parole, ma anche alle sue emozioni; se si sente compreso è molto probabile che si sblocchi.

Nello studio ascoltiamolo nella ripetizione delle lezioni, la reiterazione dei contenuti aiuta a fissare le nozioni.

Facciamo in modo che non impari "a pappagallo", stimoliamolo quindi alla curiosità, a chiedersi i perché, a fare collegamenti, incoraggiamo l'interesse. Aiutiamolo ad inquadrare meglio l'argomento. Se ancora non lo fa, insegnamoli a sottolineare le parole chiave e a fare schemi.

Sforziamoci di essere autorevoli (non autoritari!), assertivi e mai lassisti. . Dare l'esempio, poi, è fondamentale, cerchiamo di essere coerenti con le nostre parole.

Soprattutto, non dimentichiamoci mai di ascoltare non solo con le orecchie, ma anche con il cuore.LinkClick.aspx

.fonte: psicologia-benessere.it



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