14 Novembre 2014, 09.18
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Lutti

Se n'è andata la partigiana Caterina Rossi Tonni

di PiCat

Si svolgeranno lunedì mattina a Gavardo i funerali della partigiana voce fiera e orgogliosa della Resistenza che con il marito Pietro Tonni fu protagonista di numerose vicende legate alla Resistenza nella zona del Tesio


E’ scomparsa ieri Caterina Rossi Tonni all’età di 93 anni, la conosciutissima partigiana gavardese del Tesio. Protagonista con il marito Pietro Tonni (Penta) e con Stefano Allocchio di numerose vicende legate alla Resistenza nella zona tra Serle, Paitone e Gavardo. Se n’è andata sommessamente e rapidamente, ancora impegnata a scrivere e riordinare memorie ed episodi della sua lunga vita.

Caterina Rossi, carattere fiero ed estroverso, aveva pubblicato nel 1995 il libro “I giorni del Tesio” che rievocava esperienze personali e famigliari nel periodo dal 1943 fino alla Liberazione del 25 aprile 1945.

In quel periodo, al comando dell’ufficiale Stefano Allocchio si era costituito un distaccamento di Fiamme Verdi della Brigata Perlasca che ebbe il ruolo di stabilire un collegamento logistico tra la città, la Vallesabbia e la Valletrompia compiendo diverse azioni di sabotaggio e per procurare armi.

Dal fienile di Caterina e Pietro sul Tesio transitarono, trovandovi rifugio e aiuto materiale, numerosi partigiani in transito. Tra questi anche i giovani che di lì a pochi giorni sarebbero stati trucidati a Provaglio Valsabbia nel marzo del 1945. Anche diversi tra i partigiani che persero la vita nell’imboscata della Fratta, sui monti tra Botticino e Serle erano stati rifocillati e accolti da Caterina in quelle giornate convulse tra rastrellamenti e azioni notturne cui anche il marito Pietro prendeva parte.

Gran parte di quelle vicende riecheggiano nella scrittura vivida e ricca di sentimento nel libro di Caterina, un racconto piano e delicato che ha rese pubbliche vicende inedite mescolando il coinvolgimento in una storia fatta di grandi ideali con dolci sentimenti personali. La serenità dello sguardo lontano, come di chi apre lo scrigno dei ricordi, anche quelli dolorosi, e ne smussa gli angoli, le spigolosità.

“Pietro aveva tagliato alcuni alberi di ciliegio per ricavarne delle assi con cui costruire i mobili della camera da letto. Poi il 5 giugno 1943 ci sposammo nella Chiesa di Gavardo. Dopo il pranzo partimmo alla volta del Tesio su un carretto trainato da un cavallo. Rimasi sbalordita nel vedere la mia nuova casa: un fienile illuminato dal chiarore tenero e lieve di una lucerna”.

Più recentemente, nel 2011, dopo la scomparsa del marito Pietro avvenuta nel 2009, si era nuovamente ritrovata a ripercorrere quelle vicende questa volta con un vero e proprio romanzo, ricco di umanità e dolcezza: “I dispersi”.

Un vero romanzo “della Resistenza”, ben scritto, frutto di un lungo e paziente lavoro che Caterina, con lucida perseveranza aveva voluto dedicare ai giovani. E’ un libro sussurrato che mette in fila vicende tristi ma che dà conto delle doti migliori degli uomini e delle donne che hanno risollevato le sorti dell’Italia. “Uomini e donne meravigliosi, che possono dare buoni frutti, ieri come oggi. Ricordiamocelo” aveva espresso più volte e con il piglio deciso intervenendo nelle occasioni pubbliche del 25 aprile, alle quali presenziava immancabilmente, e anche in diversi incontri con i giovani promossi dall’ANPI della Bassa Vallesabbia.

“Ho scritto non solo per accorciare le mie lunghe notti insonni, ma per consentire a quanti leggeranno questo libro, soprattutto i più giovani, di non perdere la memoria di questi eventi, di fare tesoro di una storia tragica che ci appartiene. Io non posso dimenticare. Ora tocca a voi. Ricordare, e vivere di conseguenza”.

Dopo la guerra, moglie e mamma di otto figli, aveva vissuto per decenni a Prevalle facendo ritorno solo da pochi anni nella natia Gavardo. Le esequie avranno luogo a Gavardo nella mattinata di lunedì 17 novembre.


Commenti:
ID51973 - 15/11/2014 20:46:21 - (Giacomino) - Come non tributarLe

riconoscenza e onore.

ID51994 - 16/11/2014 21:49:43 - (sonia.c) - GRAZIE a questa grande madre..

n tutte le donne, soprattutto quando entrano nell'età matura, alberga una forza sotterranea e invisibile che si esprime attraverso intuizioni improvvise, esplosioni di energia, acute percezioni, slanci appassionati: un impulso travolgente e inesauribile che le spinge ostinatamente verso la salvezza, verso la ricostruzione di qualsiasi integrità spezzata. Come un grande albero che, per quanto minacciato dalle malattie, colpito dalle intemperie, aggredito dalla furia dell'uomo, non muore mai, ma miracolosamente e con pazienza continua a nutrirsi attraverso le proprie radici, si rigenera e rinasce per mantenere il proprio spirito vitale così da poter generare nuovi germogli cui affidare questa eredità inestimabile. C. Pinkola Estès.

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