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"Tutankhamon Caravaggio Van Gogh. La sera e i notturni dagli Egizi al Novecento", è la mostra aperta da oggi sino al prossimo 2 giugno, curata da Marco Goldin, nei locali della Basilica Palladiana di Vicenza.
Divisa in sei sezioni di carattere tematico e non cronologico, è composta da 115 opere, provenienti come sempre da musei e collezioni di tutto il mondo. In tutta la prima parte (La notte segue il fiume.
Gli Egizi e il lungo viaggio), forte di 22 tra sculture e oggetti, e facendo interamente ricorso a una delle più straordinarie collezioni al mondo nel settore, quella del Museum of Fine Arts di Boston, viene ricostruita l’idea che della notte avevano gli Egizi.
Notte intesa in senso figurato, come cammino nell’oscurità di un dopo morte che invece si illumina con la resistenza delle immagini della vita, degli oggetti della vita, le figure, i segni, i simboli.
La seconda sezione (Figure sul limitare della vita. Da una finestra viene la notte), vede, nella sua parte più ampia, il racconto soprattutto della vita di Cristo, nei momenti in cui essa è ambientata nella sera e nella notte. Per cui, dall’adorazione dei pastori fino all’orazione nell’orto, alla salita al Calvario, alla crocifissione e alla deposizione nel sepolcro, si succedono i capolavori tra fine Quattrocento e Novecento.
La terza sezione (Il bianco e il nero della notte. Una mano incide una lastra), è contenuta nel numero delle opere, in tutto 16, ma offre alcuni tra i capolavori della storia dell’incisione, con la scelta di concentrarsi su un artista del Seicento, Rembrandt, e uno del Settecento, Piranesi.
La quarta sezione (Di lune e di stelle. E di tramonti prima. Il secolo della natura mentre viene sera), è sostanzialmente tutta dedicata alla pittura ottocentesca. Tempo nel quale il gusto romantico (in mostra capolavori da Turner a Friedrich) vede nel sentimento notturno il suo raggiungimento più pieno e più alto. Ma è interessante scoprire come questo sentimento della sera e della notte venga interpretato, al di là dell’oceano, da alcuni pittori americani di straordinario talento, da Allston a Cole, da Church a Lane.
La quinta sezione (Sere e notti del Novecento. Il cielo e lo spirito), è dedicata ad alcune delle esperienze più affascinanti soprattutto del secondo Novecento, per evidenziare la portata fortemente introspettiva e psicologica del sentimento notturno, che non è più fenomeno della descrizione fisica quanto invece l’approfondimento dentro il tempo.
La sesta e ultima sezione (In queste sere e notti ci si perde. La mostra in una stanza), entro una serie mozzafiato di capolavori, vuole restituire il senso finale dell’esposizione, legandolo alla storia dell’uomo dentro le luci serali e notturne.
Dapprima lo straccio del corpo nella notte giungente o presente, con il contatto prepotente tra la deposizione di Luca Giordano, successivamente, l'immagine celebre del Narciso di Caravaggio, il quale interpreta il buio di un'acqua scura come riflesso, quasi preromantico, di un moto interiore.
Mentre tutti osservano Vincent van Gogh, che nel suo celeberrimo Sentiero di notte in Provenza evoca la presenza, sotto le stelle e una grande luna, di un mistero che sigilla in una sola immagine la forza della carne e dello spirito nella luce della notte. Chiudendo in questo modo la mostra come immagine del destino.
Mostre aperte
Fonte:comunicato stampa
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