01 Dicembre 2007, 00.00
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Mostre

Omaggio all'artista Achille Glisenti

Oggi si inaugura una mostra dedicata al percorso artistico di Achille Glisenti, artista dell'800, rappresentante della prestigiosa dinastia valsabbina.

Con le sue opere ha contribuito a rafforzato il primato del disegno: nessuna influenza del colore, poco spazio ai paesaggi, una forte passione per il ritratto e per la pittura di genere.

Nato a Brescia nel 1848 Achille Glisenti rappresenta un pezzo di storia della pittura dell’800. Oggi una mostra all’Associazione Artisti Bresciani in vicolo delle Stelle (l’inaugurazione è prevista questo pomeriggio alle ore 18) ne racconta il percorso artistico: 40 tele e 40 disegni dell’autore concessi per l’occasione dai familiari e da alcuni collezionisti.

L’allestimento della mostra, curata da Francesco De Leonardis e da Luigi Capretti, è affidata ad Alessandra De Leonardis, mentre Barbara D’Attoma ha selezionato il materiale grafico. «Sognavamo di realizzarla un anno fa nel centenario dalla morte - racconta Vasco Frati presidente dell’Aab -, abbiamo iniziato un’attività di ricerca, poi il comune di Villa Carcina ha deciso di organizzare una mostra su Glisenti e noi ci siamo uniti a loro. Quando si sono ritirati, abbiamo continuato noi. Quello della mostra di fine anno è per noi un appuntamento molto importante: dedichiamo sempre uno spazio ad un artista protagonista tra il ’700 e l’800. Per l’anno prossimo abbiamo già deciso, sarà Arturo Castelli».

Cresciuto tra Brescia, Firenze e Monaco dove ha completato i suoi studi, Glisenti è un artista eclettico: oltre alla pittura coltivò la passione per l’antiquariato. A Firenze aprì una bottega antiquaria, in cui si cimentò nel restauro. «Aveva una tecnica straordinaria - spiega De Leonardis - affinata a Firenze; ad un certo punto della sua vita ha cercato stimoli nuovi rivolgendosi al moderno». La biografia di Glisenti è parzialmente avvolta nel mistero; persa buona parte della documentazione raccolta dai familiari, la sua figura è ricavata dalle notizie dei giornali dell’epoca.

Secondo Luigi Capretti, l’artista bresciano è una figura «anomala rispetto alla tipologia dei pittori bresciani». Glisenti si distacca dal pittore di modeste origini che fa una vita di stenti; è anzi un professionista che viene da una famiglia facoltosa che non gli ha negato la possibilità di farsi una formazione accademica fra Milano e Monaco». Improvvisamente, 10 anni prima di morire Glisenti decise di interrompere la sua attività. «Si dice che ad un certo punto - racconta Capretti - si sia ammalato alla vista, e quando è guarito, forse per un voto ha deciso di smettere, ma può anche darsi che si sia semplicemente dedicato solo all’antiquariato, tralasciando l’attività artistica». Tra le 40 tele esposte all’Aab l’opera che più lo rappresenta è la raccolta del granoturco, un olio su tela del 1881.

Achille Glisenti (1848-1906); Associazione Artisti Bresciani, vicolo delle Stelle 4, Brescia. Da oggi fino al 9 gennaio 2008

Diego Trapassi
da Bresciaoggi


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