25 Febbraio 2015, 08.43
Valsabbia Salò
Storia

Il Teatro di Salò

di Patrick Doniselli

Inaugurato il primo novembre 1873, il Teatro di Salò è stato per anni simbolo di splendore e cultura per la Città del Golfo. Oggi si trova in stato di completo abbandono


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Costruito subito dopo la chiusura del teatro Nobile, il Teatro Sociale ( così si chiamava all’inizio) fu pensato e finanziato in gran parte dall’avvocato Luigi Pirlo che ne divenne presidente e regista principale sin al 1905, quando dopo anni di crisi e debiti finanziari fu costretto a cederlo per una misera somma al comune di Salò, il quale lo ribattezzò come Teatro Comunale.
 
Inizialmente affittato ad un società di palchettisti che pagavano di tasca propria le compagnie teatrali che li affiancano nelle commedie, il teatro Comunale si vedeva però diretto da 5 membri elettivi, tre di nomina comunale e due nominati dai soci Palchettisti.
Passando il tempo il teatro dovette subire la prima delle tante manutenzioni, effettuata a carico del comune nel 1912 ove furono Inseriti nel locale del teatro, camerini per gli attori, locali per i pompieri, riscaldamento, ed inoltre fu ampliato il palco e la zona dell’orchestra con la collaborazione a sorpresa dei palchettisti. 
 
Periodo di svolta fu nel 1910 quando furono riprodotti a teatro i primi film, ma la cosa durò poco, poiché, prima con la guerra e poi con il fascismo il teatro restò pressoché fermo, se non con alcuni sprazzi dovuti all’opera Nazionale Balilla, alla quale dopo lo scioglimento dell’associazione Pro Salò, a capo del teatro, fu data piena precedenza. 
 
Al termine del periodo fascista e dopo varie manutenzioni e ristrutturazioni, il teatro venne affidato all’associazione Dopolavoro, che con nuove storie, migliorie strutturali e culturali, fece riprendere quota al teatro, con riproduzioni di commedie famose di D’Annunzio, Baseggio e Goldoni, dando splendore e fama al teatro ed alla cittadina Salodiana.
 
Con l’apertura del Teatro Fiamma (1950), e problemi finanziari, il teatro comunale viene utilizzato sempre più saltuariamente, sin quando non cala il sipario ed il teatro pian piano chiude i battenti lasciandolo al più totale degrado sino al 1970, quando inizia ad essere utilizzato come magazzino comunale.

Nel 1999 cominciano i lavori di recupero e ristrutturazione architettonico-strutturale, terminati, anche se non completamente, con il rifacimento della facciata e del tetto nel 2002.
Per l'occasione parti di teatro vennero trasformati in appartamenti ed il resto lasciato pressoché abbandonato.
 
«Era così bello, non capisco il motivo di tale abbandono» dice una delle due bibliotecarie salodiane.
«Ricordo d’esserci entrata da ragazza una trentina d’anni fa - dice l'altra -, e già allora era cadente e cedevole, non me lo spiego ancora».

Sono questi pensieri comuni fra i salodiani che apprezzano il loro teatro, da tempo ormai dimenticato.
 



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