L'economia della Riviera in età moderna

L'ncontro culturale era inserito nell’ambito delle numerose manifestazioni promosse dall’Ateneo di Salò per festeggiare il 450° anniversario della sua fondazione.

A fare gli onori di casa sono stati il sindaco di Salò Gianpiero Cipani e il presidente del sodalizio culturale, Pino Mongiello.
A coordinare i lavori della giornata di studi sono stati invece chiamati Sergio Onger, nella sua duplice veste di docente di Storia economica e presidente dell’Ateneo di Scienze lettere ed arti di Brescia, ed Enrico Valsariati dell’Università di Verona, profondo conoscitore della storia gardesana.

A far luce sulla storia sociale, politica ed economica della Riviera di Salò, con un occhio di riguardo tanto alle economie delle diverse realtà del bacino lacustre quanto ai più ampi contesti veneziano ed europeo nei tre secoli dell’età moderna, gli organizzatori hanno invitato sette studiosi.

La sessione mattutina è stata aperta da Daniela Montanari con un intervento dedicato a “Credito e carità: i Monti di pietà gardesani”.
Nel corso del suo intervento lo studioso ha evidenziato la forte concentrazione dei Monti di pietà nella Riviera di Salò, una concentrazione che non aveva equali nel resto delle terre veneziane poste al di là del Mincio.

A Edoardo Demo è toccato invece il compito di illustrare l’interessante aspetto delle manifatture e dei commerci in età rinascimentale, con un’attenzione particolare alle relazioni commerciali di ampio raggio che portavano a smerciare i manufatti gardesani ben oltre i confini della repubblica marciana.

Walter Panciera ha posto l’accento su due specialità manifatturiere gradesane di grande prestigio: la lavorazione del refe e quella della carta.
L’attività liniera, così importante in epoca moderna, si è progressivamente ridimensionata nel corso dell’età napoleonica fino a dissolversi durante la seconda metà dell’ottocento. Destino diverso ha invece avuto sulle rive del Garda la lavorazione della carta, con una presenza che è arrivata fino ai nostri giorni.

Nel pomeriggio, coordinati da Enrico Valseriati, hanno preso la parola Paola Lanaro, che ha intrattenuto il pubblico con un intervento dedicato alla pesca e agli agrumi.
Questi ultimi, ha sottolineato la studiosa, erano prodotti di nicchia ad alta intensità di lavoro che venivano smerciati nei paesi del Nord Europa ad una clientela di alto rango. Di contro, la pesca doveva fare i conti tanto con il mercato locale, dove il pescato era venduto a prezzi calmierati, quanto con una pescosità in costante diminuzione.

Rodolfo Bertoni ha affrontato un tema tra i più studiati della storiografia gardesana: il mercato dei grani di Desenzano.
Un emporio alimentare, quello desenzanese, di fondamentale importanza grazie alla rete viaria che metteva questa realtà in collegamento tanto con la rigogliosa pianura quanto con i mercati del nord.

A chiudere il convegno sono state poi le relazioni di Fabrizio Costantini sul contrabbando di sale, tabacco e olio e di Marco Faini su orti, cedri e ricami.

Il convegno organizzato dall’Ateneo di Salò, anche grazie al ordinamento archivistico condotto dall’Associazione Storico-Archeologica della Riviera del Garda (ASAR), ha il merito di aver riportato l’attenzione sulle terre gardesane, uno dei luoghi più significativi della Serenissima.